Si può parlare di tutto con i propri figli? Alcuni argomenti non sono troppo pesanti o troppo intimi per essere affrontati in famiglia? di Christine Ponsard
I genitori sono i primi educatori dei loro figli. “I genitori, poiché han trasmesso la vita ai figli, hanno l’obbligo gravissimo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa. Questa loro funzione educativa è tanto importante che, se manca, può difficilmente essere supplita. Tocca infatti ai genitori creare in seno alla famiglia quell’atmosfera vivificata dall’amore e dalla pietà verso Dio e verso gli uomini, che favorisce l’educazione completa dei figli in senso personale e sociale. ” (Concilio Vaticano II, Dichiarazione Gravissimum educationis, § 3).
Questa educazione passa, in gran parte, attraverso ciò che si dice in famiglia, sia che si tratti di conversazioni casuali intorno al tavolo familiare o di discussioni più intime tra genitori e figli. Più un argomento è serio, più è importante discuterne in famiglia. Se al bambino o all’adolescente non viene data la possibilità di parlare di tutto con i suoi genitori, cercherà le risposte alle sue preoccupazioni altrove, il che spesso è deplorevole e a volte persino catastrofico.
Parlare di tutto, ma non in qualunque modo
Non si tratta per i genitori di avere risposte a tutto, ma di essere attenti a tutto ciò che riguarda i propri figli e di ascoltare le loro domande, anche se sono formulate in modo maldestro, con un filo di aggressività o di provocazione. Rifiutarsi di parlare di certi argomenti – “Non parliamo di questo!” – significherebbe fallire nella nostra missione di genitori e lasciare gli altri liberi di ascoltare e di rispondere al posto nostro – e non necessariamente nel modo che vorremmo.
Dovremmo essere in grado di parlare di qualsiasi cosa, ma non in qualunque momento, anche se sappiamo tutti che i bambini hanno un fiuto particolare per fare le domande più delicate nei momenti più inopportuni: in coda al supermercato, per esempio, o quando è ora di andare a scuola, quando tutti sono in ritardo! E in una famiglia in cui i bambini sono di età molto diverse, può capitare anche che un figlio più grande tiri fuori un argomento che può provocare sgomento nei più piccoli.
Spetta ai genitori saper affrontare la situazione, mostrare alla persona interessata che la sua domanda è stata ascoltata, chiarendo che se ne riparlerà più tardi. Se, infatti, si dà la possibilità all’interessato di parlarne di nuovo il prima possibile, non c’è problema! Tutti i bambini sono in grado di capire che si può rimandare una discussione. Ma attenzione se “dimenticate”, volontariamente o meno, di tornare sull’argomento, la fiducia dei nostri figli in voi diminuirà!
Ciò che si dice a casa deve rimanere a casa
Alcune conversazioni possono avvenire solo faccia a faccia, sia perché riguardano argomenti molto intimi che non possono essere discussi in pubblico (specie se si tratta di una questione familiare!), sia perché la domanda posta richiede un ascolto e una risposta personalizzata. Questo è il caso, in particolare, quando si percepisce che dietro una domanda insignificante, ci sono preoccupazioni più serie. Anche in questo caso è necessario saper suscitare occasioni di dialogo lontano da orecchie indiscrete, anche se ciò significa chiedere con un po’ di fermezza ai fratelli e alle sorelle di andare altrove. A volte questo deve essere fatto senza indugio: l’adolescente che si sente pronto a parlare rischia, se non viene ascoltato, di chiudersi nelle sue preoccupazioni e nelle sue domande.
Ciò che si dice a casa dovrebbe rimanere a casa, almeno per quanto riguarda alcuni argomenti, soprattutto quando i bambini sono piccoli. Possiamo spiegare loro chiaramente, a partire dai 6 o 7 anni, che non tutto deve essere ripetuto ai compagni di scuola o ai piccoli vicini di casa: “Non sono dei segreti, non sono dei fatti vergognosi, ma sono cose così importanti che è qualcosa di cui si discute con la mamma e il papà, non con chiunque. Non parlarne in giro, ci fidiamo.” Per gli adolescenti è diverso: si confrontano con tutto e con qualsiasi argomento, quindi è bene che possano acquisire argomentazioni e punti di riferimento in famiglia che permettano loro di confrontarsi con punti di vista opposti ai propri. Hanno bisogno di genitori attenti, aperti e pacifici, pronti a guidare il loro pensiero in tutti gli ambiti, anche nei più delicati.