Pensavate di saper ascoltare il vostro coniuge ma lui si lamenta di una mancanza di ascolto? Se non volete che lui o lei trovi un confidente migliore altrove, scoprite rapidamente i principi del vero ascolto.“Mia moglie mi chiede sempre di ascoltarla, cosa che faccio volentieri. Ma vedo che non è soddisfatta della qualità del mio ascolto. Cosa posso fare?” mi ha chiesto un giorno un marito. In ogni relazione, l’ascolto è molto importante. Non appena abbiamo un problema con il nostro coniuge, con nostro figlio, con un nostro amico o con una collega, il primo passo è ascoltarlo. Ed è vero che, in generale, siamo ringraziati per questo, anche se non abbiamo aperto bocca. Tuttavia, l’ascolto può essere veramente soddisfacente solo se si tratta di un ascolto attivo, cioè di un ascolto che non tace, né si accontenta di una riformulazione automatica di tipo “commerciale”.
Decodificare il sentimento che si cela dietro la parola
Ascoltare significa prima di tutto accogliere le parole e i sentimenti dell’altro, e dargli il diritto di percepire le cose in modo diverso da noi. Non dimentichiamo mai che un sentimento negativo che viene accolto dall’altro spesso abbandona colui che lo esprime. Una moglie stanca, alla fine di una giornata impegnativa, se riesce a scaricare la sua stanchezza con un marito comprensivo, troverà di nuovo pace e forza.
Ascoltare significa anche decodificare il significato esatto delle parole utilizzate. Quando un uomo dice: “Ho fame”, è chiaro che significa: “Ho fame”. Quando una donna invece dice “forse”, questo in realtà può significare sia “sì” che “no”, secondo Allan Pease, esperto in linguaggio del corpo. Ascoltare significa soprattutto decodificare il sentimento che accompagna le parole dell’altro: un marito può benissimo sapere di cosa lo accusa la moglie (“non parla”), ma non sentire fino a che punto lei ne stia soffrendo.
Ascoltare significa mettersi al posto dell’altro, pur rimanendo sé stessi
Ascoltare significa soprattutto vivere questa virtù – una delle più belle forme d’amore – che lo psicologo Carl Rogers chiama empatia (letteralmente “sentire, soffrire in”). È la capacità di colui che ascolta di spostare la sua attenzione, di mettere da parte il suo modo di vedere le cose per entrare nei sentimenti del proprio coniuge e di mostrargli che capisce ciò che egli sta vivendo. Ascoltare significa mettersi al posto dell’altro, rimanendo sé stessi. Essere empatici significa capire cosa sta vivendo il proprio coniuge: il posto che non sempre riesce ad avere in presenza di altri, la paura della disoccupazione, le preoccupazioni del lavoro che lo strappano alla vita familiare.
I cristiani hanno un meraviglioso esempio di empatia: Cristo, che non è venuto sulla terra come visitatore, ma che ha vissuto la condizione umana nella sua totalità, che ha avuto fame, che ha avuto sete, pur rimanendo Dio. Si è messo nei nostri panni : l’Incarnazione non è ancora più eloquente dell’empatia? Per essere in sintonia con l’uomo, Cristo ha lasciato la Sua divinità nell’ombra, così come colui che ascolta tiene le sue idee per sé, per entrare nei problemi dell’altro. Non per manipolarlo, ma per Amore!
Denis Sonet