L’8 dicembre celebriamo l’Immacolata Concezione. Per quale motivo questo mistero di Maria è importante nella nostra vita? di Marie-Christine Lafon
Lourdes-en-Bigorre, 3 marzo 1858. Sulle rive del Gave, nella grotta umida e buia di Massabielle, una donna appare per la quattordicesima volta in una ventina di giorni a Bernadette Soubirous, una ragazzina del posto. Spinta quel giorno dal suo parroco che voleva conoscere l’identità di questa “Bella Signora”, la giovane l’interroga. In cambio, riceve un sorriso. Questo sorriso è la prima risposta di questa donna all’adolescente che vuole conoscere il suo nome. Prima di presentarsi, il 25 marzo, come “l’Immacolata Concezione”, Essa dona di contemplare il Suo sorriso, come la porta d’accesso più appropriata al Suo mistero. Cosa ci dice il sorriso di Maria sul Suo mistero? In che modo illumina l’Avvento, che è un tempo di attesa vigile e fiduciosa del Salvatore? In che modo è un segno di speranza?
Maria, sicura della vittoria dell’amore di Dio
Così ha meditato Benedetto XVI a Lourdes il 15 settembre 2008, durante la Messa per gli ammalati: “Maria è oggi nella gioia e nella gloria della Risurrezione”. Le lacrime che erano Sue ai piedi della Croce si sono trasformate in un sorriso che nulla cancellerà, mentre la Sua compassione materna per noi rimane intatta”. Questo sorriso è dunque il segno che in mezzo al più grande dolore, Suo Figlio che muore sulla croce, in mezzo alla più grande ingiustizia, il Figlio innocente di Dio è condannato dagli uomini, Maria rimane sicura della vittoria dell’amore di Dio sul peccato e sulla morte.
E Maria ha vissuto questa vittoria di grazia fin dal Suo concepimento. Figlia di Sant’Anna e di San Gioacchino, Maria è stata concepita Immacolata, cioè preservata dal peccato originale, in previsione dei benefici della morte e della risurrezione di Cristo. “In Lei risplende la bontà eterna del Creatore che, nel Suo piano di salvezza, l’ha scelta come Madre del Suo Figlio Unigenito” (Benedetto XVI, Roma, 8 dicembre 2005).
Tutti chiamati ad essere santi ed immacolati
“Il fondamento biblico di questo dogma si trova nelle parole che l’angelo rivolse alla ragazza di Nazareth: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te”. (Luca 1, 28). “Piena di grazia” è il nome più bello di Maria, il nome che Dio stesso Le ha dato, per indicare che Lei è da sempre e per sempre L’Amata, L’Eletta, Colei che è stata scelta per accogliere il Dono più prezioso, Gesù, “l’Amore incarnato di Dio” (Deus caritas est, n. 12)” (Benedetto XVI, Roma, 8 dicembre 2006). Maria è il ricettacolo perfetto della pienezza della grazia.
E se “la Croce è il luogo dove la compassione di Dio per il nostro mondo si manifesta perfettamente”, diceva ancora Benedetto XVI a Lourdes nel 2008, “Maria condivide la compassione di Suo Figlio”. “Poiché vive e pensa con Dio, il Suo Cuore Si è allargato. In Lei la bontà di Dio si è avvicinata molto e si avvicina molto a noi” (Benedetto XVI, Roma, 8 dicembre 2005).
Infatti, questa concezione immacolata, che distingue Maria dalla nostra condizione comune, non la allontana da noi, ma, al contrario, la avvicina a noi. “Mentre il peccato ci divide e ci allontana gli uni dagli altri, la purezza di Maria la rende infinitamente vicina ai nostri cuori, attenta a ciascuno di noi e desiderosa del nostro vero bene. […] Ciò che molti, per imbarazzo o per pudore, a volte non osano affidare neanche a chi gli è più vicino, lo affidano a Lei che è la tutta pura, al Suo Cuore Immacolato: con semplicità, senza trucco, in verità”, spiegava Benedetto XVI quando è venuto a Lourdes nel 2008.
La Sua Immacolata Concezione si riflette su di noi
Il mistero dell’Immacolata Concezione non è solo perché noi Lo contemplassimo, ma è da vivere, e questo nella misura in cui ci crediamo e Lo amiamo. Questo mistero è per noi. “La grazia dell’Immacolata Concezione fatta a Maria non è solo una grazia personale, ma è per tutti. È una grazia donata a tutto il popolo di Dio”, diceva Benedetto XVI nel 2008, primo perché “come figli e figlie di Maria, beneficiamo di tutte le grazie che le sono state date, e l’incomparabile dignità che la Sua Immacolata Concezione le conferisce si riflette su di noi, Suoi figli”, precisava, e aggiungeva: “Maria ama ciascuno dei Suoi figli […]; li ama semplicemente perché sono Suoi figli, secondo la Volontà di Cristo sulla croce”. “In Maria la Chiesa può già contemplare ciò che è chiamata a diventare. Ogni credente può, già da adesso, contemplare il perfetto compimento della propria vocazione”.
E la nostra vocazione è vivere della Misericordia di Dio che ci libera dal peccato. In Maria, questo si è realizzato dal momento del Suo Concepimento, gratuitamente e in un solo istante. Per noi, anche se siamo stati immersi in Dio durante il nostro battesimo e lavati dal peccato originale, ne subiamo ancora le conseguenze. Pertanto, la nostra santificazione si compie progressivamente. Ci vuole tempo perché la grazia cristiana prenda tutto in noi. Tuttavia, anche se questo si realizzerà pienamente solo in Cielo, dove saremo immacolati, deve comunque essere realizzato sulla Terra, a partire da oggi. “Nella Madre di Cristo e nostra Madre si è realizzata perfettamente la vocazione di ogni essere umano. Tutti gli uomini, ci ricorda l’apostolo Paolo, sono chiamati ad essere santi ed immacolati alla presenza di Dio nell’amore (E 1, 4)”, Benedetto XVI, Roma, 8 dicembre 2005.
Un magnifico segno di speranza
L’Immacolata Concezione di Maria è quindi per noi un magnifico segno di speranza. Perché la speranza significa essere sicuri che in Cristo siamo già vittoriosi sul peccato e sulla morte. Se lo vogliamo, la grazia di Dio prenderà posto in noi. Non speriamo in qualcosa che deve accadere, speriamo in ciò che è già presente ma velato, una beatitudine che è già presente in noi. E l’Immacolata ci è data per questo: “Vita, dulcedo, et spes nostra…”. (“Vita, dolcezza e speranza nostra”), come canta il Salve Regina.
“Presentandosi a Bernardetta come l’Immacolata Concezione, la Santissima Vergine Maria è venuta a ricordare al mondo moderno, che rischiava di dimenticarlo, il primato della grazia divina, più forte del peccato e della morte” (Benedetto XVI, Roma, 11 febbraio 2006). “Davanti a Maria, in virtù della Sua purezza, l’uomo non esita a mostrarsi nella sua debolezza, a consegnare le sue domande e i suoi dubbi, a formulare le sue speranze e i suoi desideri più segreti. L’amore materno della Vergine Maria disarma ogni orgoglio; rende l’uomo capace di guardare a sé stesso così com’è e suscita in lui il desiderio di convertirsi per dare gloria a Dio”, ha detto Benedetto XVI a Lourdes nel 2008.
Cerchiamo il sorriso di Maria
“Maria rimane davanti a Dio e anche davanti a tutta l’umanità il segno immutabile e tangibile dell’elezione di Dio di cui parla la Lettera Paolina: “Egli ci ha scelti, in Cristo, prima della fondazione del mondo, perché fossimo santi, immacolati davanti a Lui, immacolati nell’amore”. Egli ci ha predestinati ad essere, per Lui, figli adottati da Gesù, il Cristo” (Ef 1, 4-5). C’è più potenza in questa elezione che in tutta l’esperienza del male e del peccato, che in tutta questa “ostilità” che ha segnato la storia umana. In questa storia, Maria rimane un segno di sicura speranza” (Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, n. 11).
In questo tempo di Avvento, e anche dopo, cerchiamo il sorriso di Maria, fonte di speranza invincibile. “In questa semplice manifestazione di tenerezza che è un sorriso, comprendiamo che la nostra unica ricchezza è l’amore che Dio ha per noi e che passa attraverso il Cuore di Colei che è diventata nostra Madre”, diceva Benedetto XVI a Lourdes. Il Suo desiderio è che, attaccandoci a Lei, ci lasciamo condurre all’unica fonte di salvezza, Suo Figlio Gesù.