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Affidiamoci alle ricchezze del Santo Rosario per prepararci al Natale

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Edifa - pubblicato il 02/12/20
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Chi meglio della Madre di Dio può condurci al Natale? Contemplando la sua vita e il suo mistero, capiamo che il modo giusto per attendere il Signore si può riassumere in una sola parola: “Sì”. Per prepararci bene al Natale, perché non recitare allora il Rosario durante l’Avvento? di Christine Ponsard †

Non potremmo trovare una guida più appropriata della Vergine Maria per condurci fino al Natale. Ha atteso Gesù innanzitutto come figlia d’Israele, la cui Speranza era rivolta verso la venuta del Salvatore, ma ha atteso Gesù anche come madre, e come madre che sapeva che il Piccolo Bambino che portava nel Suo grembo era il Figlio dell’Altissimo. Per preparare la nascita di Gesù, Maria non ha fatto cose straordinarie, ha soprattutto rivolto “gli occhi del Suo Cuore” verso di Lui, come diceva San Giovanni Paolo II. Maria ci insegna ad aspettare Suo Figlio con Lei, nella Fede, nel silenzio e nell’ascolto. Affidiamoci dunque alle ricchezze del Santo Rosario, meditandone i misteri, per prepararci al Santo Natale.

Il modo giusto di aspettare il Signore si può riassumere in una sola parola: “Sì”

Non stiamo preparando la nascita di Gesù a Betlemme. Egli è nato lì, una volta per tutte, duemila anni fa. Eppure stiamo proprio preparando la Sua venuta: la Sua venuta nella gloria e la Sua venuta in noi. Gesù ce l’ha promesso: “Se uno Mi ama, osserverà la Mia parola e il Padre Mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Ma noi siamo pronti ad accoglierLo? Abbiamo questo desiderio? O è soffocato da ogni tipo di preoccupazione materiale, dalle inquietudini o dalla lussuria? E noi siamo come le sentinelle che attendono nella Speranza l’incontro decisivo con Gesù alla nostra morte e alla fine dei tempi? Quell’incontro di cui non conosciamo “né il giorno né l’ora”?

Contemplando la vita di Maria e il Suo mistero, comprendiamo che il giusto modo di attendere il Signore si può riassumere in una sola parola: “Sì”. Un “Sì” senza riserve: Maria si è donata completamente. Un “sì” fiducioso: Maria ha compiuto la volontà di Dio istante dopo istante, senza preoccuparsi del futuro. Un “sì” incarnato nelle piccole cose di ogni giorno: Maria ha vissuto l’esistenza ordinaria di una moglie e di una madre. Un “sì” pieno di umiltà: Maria non ha mai contato sulle proprie forze, ma ha scommesso tutto su Dio. Un “sì” gioioso: il canto del Magnificat esprime la gratitudine che trabocca dal Suo Cuore, anche se con uno sguardo umano avrebbe avuto motivo di essere turbata e preoccupata.

Ci sono mille modi per recitare il Rosario

Per preparare il Natale con Maria, recitiamo dunque il Rosario. È a questo che San Giovanni Paolo II ci invitava insistentemente: “Pregare col Rosario per i figli, e ancor più con i figli, educandoli fin dalla più tenera età a questo momento giornaliero di «sosta orante » della famiglia, non è, certo, la soluzione di ogni problema, ma è un aiuto spirituale da non sottovalutare” (Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae del 16 ottobre 2002, § 42.). San Giovanni Paolo II insisteva anche sull’importanza del silenzio, per non pronunciare le Ave Maria una dopo l’altra senza riflettere. Suggeriva di iniziare ogni decina con l’enunciazione del mistero completo, seguita dall’annuncio di un passo della Bibbia. E aggiunse: “È opportuno che, dopo l’enunciazione del mistero e la proclamazione della Parola, per un congruo periodo di tempo ci si fermi a fissare lo sguardo sul mistero meditato, prima di iniziare la preghiera vocale”.

Rimaniamo semplici e flessibili: adattiamoci all’età dei bambini, alla loro capacità di attenzione (che può variare da un giorno all’altro), affinché la preghiera del Rosario sia sì uno sforzo, ma non una forzatura. “Se il Rosario viene ben presentato, sono sicuro che i giovani stessi saranno capaci di sorprendere ancora una volta gli adulti, nel far propria questa preghiera e nel recitarla con l’entusiasmo tipico della loro età”. (Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, 16 ottobre 2002, § 4).

“Ci sono mille modi per dire il Rosario” ha detto un giorno un sacerdote. “Scegliete quello che fa per voi. Il rosario può essere una preghiera di meditazione, di adorazione, seguendo i misteri della vita di Gesù. Si può semplicemente prestare attenzione al dolce nome di Maria e di Gesù. Ad ogni Ave Maria, si può pregare per una persona che abbiamo incontrato durante la giornata. E possiamo anche ripetere questa preghiera nella monotonia: così, a poco a poco, la Buona Novella dell’Incarnazione entrerà nel nostro cuore”.

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