I genitori sono i primi educatori della fede dei loro figli. Ma fino a quando dovrebbero assumere questo ruolo?
Il ruolo dei genitori nell’educazione della fede dei loro figli è primordiale e insostituibile. Ma devono occuparsene fino alla morte o fino alla maggiore età dei loro figli? Ce lo spiega Padre Vincent Baumann, fondatore dell’associazione KT Sens a Parigi che si consacra alla formazione catechetica degli studenti e dei giovani professionisti.
Per quanto tempo siamo responsabili dell’anima dei nostri figli?
Poiché l’educazione mira a favorire una vera autonomia del bambino, l’intervento dei genitori deve diminuire man mano che egli cresce. Questo non porta alla scomparsa della responsabilità dei genitori, ma ad un’evoluzione. Fino alla loro morte, i genitori dovranno sforzarsi di rimanere sempre un modello per i loro figli, facendosi sempre più discreti, fino al punto di accettare di poter dare solo dei consigli.
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Possiamo ancora intervenire nella loro vita spirituale dopo la maggiore età?
I giovani maturi prima dei 18 anni sono sempre più rari. Dopo la maggior età, i figli faranno ciò che vorranno del patrimonio ricevuto dai genitori. Questa è la conseguenza della loro libertà.
Che cosa fare se si allontanano dalla fede?
In questo caso, i genitori dovrebbero adottare le modalità del padre nella parabola del figliol prodigo, rimanendo disposti ad accoglierli in modo incondizionato. Non bisogna escludere le correzioni, ma ricordare che questa è solo una delle modalità della misericordia. I genitori non devono avere paura di lasciare che i loro figli prendano il controllo della propria vita una volta che il loro lavoro di educatori è compiuto. Infatti, anche se la loro responsabilità rimane nei confronti dei loro figli, essi sono solo co-educatori, ai quali il Padre ha affidato queste creature su cui Egli veglia costantemente.
Intervista di Elisabeth Caillemer