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Come parlare degli angeli ai propri figli?

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Edifa - pubblicato il 06/11/20
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È importante non privare i nostri figli della conoscenza e della compagnia di questi veri amici che sono gli angeli. di Christine Ponsard

È indubbiamente difficile parlare degli angeli e per questo i bambini, a volte, non sanno nemmeno che esistono, e se lo sanno, non pensano spesso a pregarli. Tuttavia, ci sono modi molto semplici per far scoprire loro questi amici che Dio propone per accompagnarli nel cammino verso la santità.

Non è necessario cercare a tutti i costi delle rappresentazioni pittoriche

Possiamo iniziare la preghiera famigliare invocando gli angeli custodi e chiedendo loro di vegliare su di noi. Possiamo raccontare poi ai nostri figli dei passaggi della Sacra Scrittura in cui viene narrato l’intervento degli angeli, come ad esempio la storia di Tobia che fu guidato dall’arcangelo Raffaele: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore” (Tb 12, 15). Anche Gesù parla degli angeli: “Così, Io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”. (Lc 15,10); “Egli manderà i Suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei Cieli.” (Mt 24,31). Senza dimenticare il racconto di Natale in cui l’angelo annuncia ai pastori la nascita di Gesù: “E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che Egli ama” (Lc 2, 13).

Quando parliamo degli angeli ai bambini, dobbiamo rimanere sobri, semplici e veri. Non c’è bisogno di cercare a tutti costi delle rappresentazioni pittoriche. Bisogna spiegare ai nostri figli che gli angeli sono puri spiriti e che noi quindi non li vediamo.

Non possiamo sentirli, anche se a volte gli angeli prendono forma umana per intervenire nella vita degli uomini, ma in questi casi è solo un’apparenza. Gli angeli non hanno un corpo. Il più delle volte sono rappresentati con delle ali per mostrare la loro funzione di messaggeri (la parola “angelo” infatti significa messaggero).

Le rappresentazioni pittoriche (a parte alcuni episodi specifici come la storia di Tobia o l’Annunciazione) possono essere una soluzione apparentemente facile quando i bambini sono piccoli, ma diventati più grandi si corre il rischio che rifiutando l’immagine rifiutino anche la realtà.

Il giorno in cui capiranno che gli angeli non hanno un corpo reale con delle ali, potranno credere che gli angeli non esistono, se non gli è stato spiegato a sufficienza il valore relativo di queste rappresentazioni pittoriche. La cosa migliore è conservare la fiducia e riferirsi sempre alla Parola di Dio.


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