L’unzione degli infermi è un eccellente “medicina” perché ha molti benefici e non ha effetti collaterali. Ma è davvero efficace? di padre Marc Fassier
Avete mai osato parlare del Sacramento dei malati a qualcuno che conoscete che sta attraversando la prova di una grave malattia? E se la nuova evangelizzazione passasse anche da questo tipo di proposta, a volte dimenticata? Perché, ammettiamolo, il sacramento dei malati nel ministero del sacerdote oggi non richiede molto tempo, eppure, quanto ci interpella questo sacramento e ci fa vivere il mistero Pasquale e la presenza salvifica di Cristo! Forse è necessario essere più chiari su questo sacramento per poterlo chiedere nei momenti più intensi della nostra vita nel bel mezzo delle prove, e questi momenti non sono solo quelli della prospettiva di una morte certa. L’unzione dei malati, che è una delle forme di questo sacramento, può essere vissuta in ogni momento critico di una grave malattia. Ma che dire della sua efficacia?
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Come si misura l’efficacia del sacramento dell’unzione degli infermi?
Quando parliamo di efficacia, ne parliamo spesso alla maniera del mondo, quella dell’utilità immediata e predeterminata. Il sacramento dei malati, come ogni sacramento, ci invita a un profondo cambiamento interiore. Si tratta dell’efficacia della libera iniziativa di Dio, un’esperienza di spogliazione di noi stessi per accogliere il dono gratuito di Dio, passare dal desiderio di guarigione al desiderio di Dio, quello della nostra salvezza, passare dal possesso della propria vita a quello di una filiazione nei riguardi del Padre che ci ha dato da vivere. È in questo cambiamento che potremmo misurare l’efficacia del sacramento dei malati e le sue conseguenze. Accogliere una pace profonda, quella di saperci accompagnati, amati, scelti, senza determinare in anticipo il cammino di questa pace e di questo amore rinnovato.
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Si può ricevere più volte il Sacramento degli infermi?
Il sacramento è efficace quando fa ciò che dice. Ecco cosa afferma: “Che il Signore, nella Sua grande bontà, vi consoli con la grazia dello Spirito Santo; così, dopo avervi liberato da tutti i peccati, che vi salvi e vi rialzi”. Egli ci parla di un’unione confortante con il Signore che ha sperimentato, per la nostra salvezza, il passaggio attraverso la Passione. Ci parla della liberazione dalla prigionia del peccato che ci fa ripiegare su noi stessi, di una nuova dimensione della vita: scegliere la lotta contro la malattia senza predire il suo esito, ma aperta all’orizzonte della salvezza di Dio. Il Concilio di Firenze ci dice che l’effetto di questo sacramento è “la guarigione dello spirito e, in quanto utile per l’anima, lo è anche per il corpo”. È quindi scegliere di porsi sotto la volontà amorosa di Dio; ed è anche per amore di noi stessi, nelle nostre fragilità, attraverso l’infinito amore di Dio, che potremmo misurare l’efficacia dell’unzione degli infermi!