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Non vivere il momento presente significa perdere gli appuntamenti con Dio

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Edifa - pubblicato il 25/09/20
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La paura e l’ansia per il domani possono a volte impedirci di vivere il momento presente… e persino allontanarci da Diodi Christine Ponsard

Spesso la paura del domani ci impedisce di assaporare le gioie del presente, soprattutto se all’orizzonte si profila una minaccia concreta. Inquietudine giustificata o angoscia irrazionale, questa paura del domani monopolizza la nostra attenzione, deviandola da ciò che è, a ciò che non è ancora. Invece di approfittare di ciò che ci viene dato oggi, guardiamo alle difficoltà future. Naturalmente, alcuni caratteri sono più disposti di altri a questo tipo di proiezione nel futuro, ma è una tentazione che incombe su tutti noi.

Il futuro appartiene alla Provvidenza

Dio si dona a noi oggi: il presente è il momento dell’incontro con Dio. Se chiediamo alla Santa Vergine di “pregare per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte”, è proprio perché questi due momenti sono quelli in cui Dio ci viene incontro per colmarci della Sua gioia. Non vivere “ora” significa perdere l’appuntamento che Dio ci dà! Certo, il Maligno cercherà di farci mancare questo appuntamento…e quindi di allontanarci dall’oggi di Dio, facendoci credere che è più importante preoccuparsi di ciò che accadrà domani.

Tuttavia, dobbiamo pianificare bene e organizzarci: un padre, una madre di famiglia non può permettersi di vivere alla giornata, senza gettare le basi per il futuro. È vero che i genitori non aspettano l’inizio dell’anno scolastico per iscrivere i loro figli a scuola, sono anche contenti di avere liste di forniture in modo da poter preparare tutto in anticipo, senza fretta. In un altro settore, qualsiasi commerciante o imprenditore sa che non si può gestire un’attività senza tenere conto dell’avvenire, fare piani, risparmiare denaro o stipulare un’assicurazione, è legittimo, persino imperativo. Prendersi cura del futuro, ma non preoccuparsene: questo è ciò che il Signore ci chiede. Continua a dirci: “Non abbiate paura, non temete per il vostro futuro”, perché il futuro appartiene alla Provvidenza.

Come accogliere pienamente l’oggi di Dio

Dunque non dobbiamo comportarci come se noi ne fossimo i padroni, come se sapessimo meglio di Dio Stesso ciò di cui abbiamo bisogno. Dio è un Padre le Cui braccia sono cariche di doni, ma invece di guardare questi doni, di goderne, i Suoi figli trovano più urgente immaginare cosa accadrebbe se questi doni venissero a mancare… e alla fine sono loro a mancare di tutte le gioie che porta questo presente (…nel doppio senso della parola!).

Siamo come quei bambini stolti e inquieti che ogni volta si lasciamo prendere dalla paura del futuro: passiamo accanto alle gioie di oggi, preferendo le prove di domani. Come possiamo accogliere pienamente l’oggi di Dio? Tutti noi sappiamo in effetti che anche se decidiamo di vivere nella fiducia e nell’abbandono, non siamo padroni dell’angoscia che tormenta i nostri cuori. È impossibile comportarsi come se…come se il marito gravemente malato non stesse per morire… come se il progetto di licenziamento fosse solo un brutto sogno… come se milioni caduti dal cielo potessero impedire la vendita della casa o la chiusura dell’attività… come se il figlio, intrappolato dalla droga, ne fosse liberato dall’oggi al domani. Quante preoccupazioni gravi possono pesare sulle nostre spalle!

Dio lo sa e non ci chiede di fare come se tutta questa sofferenza non esistesse, ci chiede semplicemente di non lasciarci accecare da essa. Egli ci chiama a credere, cioè a vedere, nel cuore stesso delle tenebre, la luce della Sua Presenza. Ci chiede di non lasciare da parte le piccole gioie con il pretesto che ci sono grandi inquietudini, perché queste gioie, anche piccole, sono già il segno della vittoria, il segno della Risurrezione.

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