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Il vostro matrimonio non è come lo avete sognato? Meglio così!

Wedding engagement ring - Woman
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Edifa - pubblicato il 07/09/20
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Non esiste un matrimonio perfettamente felice, per la semplice ragione che in ogni storia d’amore ci sarà sempre una certa insoddisfazione. Ma non bisogna scoraggiarsi, perché è possibile trasformare le imperfezioni in veri e propri assi nella manica per la propria coppia! di padre Denis Sonet

“Mi sono sposata pensando che avrei conosciuto la vera felicità, la mia solitudine da giovane ragazza stava finalmente per finire. Con mio marito, un giovane affascinante e così delicato durante il nostro fidanzamento, ero convinta che la nostra coppia sarebbe stata la più bella del mondo, che avremmo condiviso tutto: le nostre aspirazioni, i nostri pensieri, i nostri progetti, la nostra fede. Non dirò che sono caduta dall’alto, ma comunque sono rimasta molto delusa… È importante dire ai giovani che il matrimonio non è il paradiso… Non ho trovato quello che avevo sognato.”

Volevo citare le parole di una sposa che illustra abbastanza bene una reazione frequente di uno dei due coniugi dopo pochi mesi o qualche anno di matrimonio, facendo luce su una sensazione non così rara…

Perché è così complicato?

Ad essere oggettivo, devo dire che a volte ho sentito parole più confortanti: “Mi sono sposata pensando che fosse un bene, ma è molto meglio!” oppure: “Mi sono sposato ad occhi chiusi, e non me ne pento…”. Tuttavia ammettiamolo: non esiste il matrimonio perfetto, il cuore umano non dice mai: “Basta!” L’amore promette la fusione, ma i coniugi rimangono due, con il muro delle loro differenze. Promette condivisione, dialogo, ma c’è il peso della vita quotidiana; promette la totale disponibilità dell’altro, ma l’altro è un essere libero che appartiene prima di tutto a sé stesso. Promette la conoscenza della persona amata, ma l’altro rimane un mistero, la cui interiorità appartiene a Dio; promette la felicità, ma c’è la malattia, la caduta del desiderio, l’amore dice “sempre”, ma sopra la coppia c’è la spada di Damocle della morte. L’altro inevitabilmente delude un po’: “Non c’è legno senza nodi, non c’è donna senza difetto”, dice un proverbio spagnolo, e possiamo aggiungere: “Non c’è marito perfetto, nemmeno quello della vicina”.

I motivi di questa insoddisfazione sono molteplici: il perfezionismo che alza troppo l’asticella, il mito della completezza che pensa che l’altro soddisferà tutti i nostri bisogni, quello della fusione in cui la coppia sogna una meravigliosa unione senza conflitti, così come il rapporto con la madre nella prima infanzia, l’idealizzazione degli innamorati abbagliati dalla scoperta dell’amore… Infatti, la notevole influenza dell’immaginario nei progetti coniugali spiega la disillusione della vita di coppia, e anche se dichiara di essere realista e lucida, ha comunque la segreta speranza di realizzare una coppia “come nessun’altra”… unita in ogni caso per affrontare la sfida dell’usura del tempo.

Come affrontare il grigiore della vita quotidiana?

Per gestire questa insoddisfazione congenita, bisogna prima smettere di esserne stupiti. L’imperfezione fa parte della condizione umana, questo vale per ogni aspetto della vita e l’amore non fa eccezione a questa finitezza dell’essere umano. Accettare sé stessi limitati e accettare i limiti dell’altro, significa lasciarsi alle spalle i sogni dell’adolescenza.

Diventare adulti significa gestire ciò che è, cioè l’imperfetto, e comprendere che la vera perfezione, la vera grandezza, consiste proprio nel vivere il grigiore della vita quotidiana: la ripresa del lavoro, il frigorifero da riempire, la casa da riordinare. È importante poi fuggire da certe tentazioni, come sognare un posto ‘dove l’erba è più verde’, o fare paragoni (“Ah! Se avessi un marito come il tuo…”), nascondere tutte le cose positive e meravigliose della propria vita, o anche semplicemente rassegnarsi.

Quando l’imperfezione diventa un vantaggio per la coppia

Soprattutto, è fondamentale dare un senso a questa imperfezione per percepirne la positività e l’utilità. Può diventare la forza motrice della vita, costringendo ad andare avanti, a migliorare, levando la monotonia: “Se fosse perfetto, mi annoierei!” dice una moglie. Accettata, l’imperfezione permette di vedere l’altro così com’è, e non come un irreale Principe Azzurro, sapendo che “ne vale la pena”, così com’è.

Rimane il fatto che l’altro non potrà mai soddisfare il nostro desiderio d’assoluto, questa ricerca tormentata di Dio che è nel profondo di tutti i cuori. Se chiediamo troppo all’amore, saremo inevitabilmente delusi. Eppure l’amore, con le sue vicissitudini, i suoi rischi e le sue debolezze, ma anche con il suo incanto e le sue ricchezze, è esattamente ciò che serve ad un essere umano per scolpire e plasmare il proprio cuore, insaziabile perché destinato un giorno ad incontrare l’Amore Assoluto.

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