È con lei, con lui, che posso costruire un matrimonio solido e felice e costruire una famiglia? Questa domanda spesso paralizza gli innamorati e impedisce alcuni di loro di impegnarsi. Ecco qualche consiglio per aiutarvi a discernere… e per fare eventualmente il grande passo. di Florence Brière-Loth
Molte persone soffrono di non essere in grado di prendere la decisione di sposarsi. Si chiedono: “È la persona giusta? Oppure Dio ha previsto qualcun altro per me?” Elisabeth Content, consulente matrimoniale, dà qualche chiave per aiutarvi ad orientarvi.
Come essere certi che si tratta della persona giusta?
Non si può mai del tutto sicuri. Ogni scelta comporta un’incertezza, in questo campo come in altri. In secondo luogo, è importante rifiutare questa falsa idea, ancora molto diffusa, che una persona, preparata in anticipo dal Signore, ci aspetterebbe da qualche parte. Alcuni di noi hanno una strana idea della volontà di Dio e della Provvidenza e credono che se hanno mancato la persona giusta, per un motivo o per un altro, hanno perso la loro occasione. Ma la persona giusta è quella che si sceglie di amare e Dio si impegna ad accompagnarci nella nostra scelta.
Quali sono i criteri per fare una scelta giusta?
“La persona che amo mi aiuta a realizzarmi, a progredire?” Se si è felici, felici di stare insieme, rilassati e se si può essere veramente sé stessi in presenza dell’altro, questi sono dei buoni segni. Come ci dicono le Sacre Scritture, i frutti di un buon discernimento nello Spirito Santo sono la pace e la gioia. È necessario che questo amore irradi. Un ultimo criterio è il desiderio di condividere, di parlare, di creare un’intimità.
Bisogna essere adulti per saper amare?
L’adulto è colui che si conosce con i suoi difetti e le sue qualità e che è capace di fare una scelta che non si basa solo sui desideri, sulle emozioni o sull’approvazione degli altri. Per poter andare verso la propria terra, ognuno è chiamato a tracciare la sua strada, prima di entrare in una relazione. La solitudine è necessaria per conoscersi pienamente e per non agire in accordo o in reazione al desiderio degli altri. Possiamo porci queste domande: qual è il mio desiderio? Sono dipendente dallo sguardo degli altri nella mia vita? L’amore è un’occasione per maturare, per diventare un mondo da scoprire per la persona amata.
Quando diciamo “l’uomo lascerà suo padre e sua madre” non significa solo che non vivrà più sotto lo stesso tetto, ma che sarà rivolto verso il futuro e la dipendenza dalla famiglia impedisce che questo accada. Bisogna tagliare quei legami che ci mantengono nell’infanzia, rinunciare ai genitori ideali che non abbiamo avuto, e accettare la propria famiglia così com’è, con le sue qualità e i suoi difetti, con la giusta distanza.
Qual è l’equilibrio giusto in una relazione d’amore?
L’equilibrio giusto ci chiede di non cercare noi stessi nell’altro, di decentrarci, di passare dall’amore di sé all’amore dell’altro. Per fare questo, dobbiamo scoprire innanzitutto chi siamo. Non dobbiamo andare verso l’altro per colmare una lacuna. L’innamorato adulto è colui che è riuscito a trovare il giusto equilibrio, né troppo vicino, né troppo lontano.
Un giorno ho incontrato una coppia di giovani fidanzati. La giovane ragazza, molto indipendente, si sentiva soffocare dall’amore fusionale del suo fidanzato. Lui esigeva troppo la sua presenza. Abbiamo riflettuto sulla giusta distanza, e dopo un ritiro sono riusciti ad aggiustarsi e ora sono felicemente sposati. Siamo tutti abitati da questo doppio moto: il desiderio di autonomia e il desiderio di fusione, ma coesistono ad intensità variabili. Molti blocchi derivano da questo cattivo posizionamento.
Alcuni si aspettano tutto dall’altro e sono molto esigenti in termini di attenzioni. Sono in preda al panico al minimo disaccordo, delusi se i loro gusti divergono o se non possono fare tutto insieme. Altri, invece, hanno paura dell’ignoto, hanno paura di essere invasi e fuggono nella loro caverna. Nessuno dei due atteggiamenti è giusto. È necessario entrare in un’interdipendenza dove il desiderio di amare e di essere amati è rispettato, dove ognuno può diventare sé stesso, senza essere una minaccia per l’altro. Ognuno sa chi è, conosce i propri bisogni, non ne fa portare il peso all’altro e li accetta al di là delle delusioni e delle differenze. Per far sì che una relazione sia giusta, ognuno deve potersi prendere dei momenti di solitudine (l’ossigeno della relazione), per poi tornare alla persona amata. Attenzione, non si tratta qui di cercare prima di tutto una realizzazione personale, nel qual caso il rapporto non andrà molto lontano.
Come arrivare alla decisione del matrimonio?
Dopo aver individuato i blocchi, le ferite del passato e le varie paure, arriva un momento in cui bisogna costruire, infatti il matrimonio è una costruzione. Quando si analizza tutto, si setaccia tutto, si finisce per impantanarsi. Non possiamo rimanere indecisi eternamente, questo sarebbe dannoso! Per alcuni è molto difficile, perché correre un rischio fa paura, e sposarsi ci apre all’ignoto: come sarà l’altro tra 10 anni? Non resta che fidarsi!
Prendere una decisione in modo sereno è difficile ed è fonte di interrogativi. La tranquillità arriva una volta che la scelta è stata fatta. Decidersi significa rinunciare, e non è sempre piacevole. L’amore implica una scelta. Finché non scegliamo, non amiamo l’altro. È necessario capire che il sentimento è importante, ma che la volontà è una parte importante della decisione: “Io amo, io decido!” L’amore comprende una misura razionale, anche se può sembrare contraddittorio.
Decidersi è un salto nel vuoto, ma un salto cosciente. C’è una grande differenza tra l’impegnarsi volontariamente, facendo un atto libero, e lasciarsi guidare dagli eventi: vedremo se funziona. È la vita che ci guida, o siamo noi quelli al timone? Alcuni vorrebbero che Dio prendesse una decisione al loro posto e che desse loro dei segni. Ma Dio non agisce al nostro posto, la decisione è nostra, e gli elementi di discernimento sono dentro di noi.
Sposarsi è entrare con gioia in un combattimento, quello dell’amore incondizionato per l’altro: “Ti amo perché sei tu. Scoprirò presto tutti i tuoi limiti, ma mi impegno ad accettarti così come sei, a poco a poco, e so che tu farai lo stesso per me”.