Il maestro dell’Inferno si sta modernizzando: è ormai presente su tutti i social network e dà molti consigli ai suoi demoni “tirocinanti”. Ieri ha pubblicato un nuovo post sull’orgoglio, il peccato che lo ha fatto precipitare nell’Inferno. L’orgoglio, amici miei, è il mio peccatuccio. L’ho sperimentato su una coppia, in un giardino, all’inizio di questa storia, subito dopo la mia espulsione definitiva, e ha funzionato così bene che l’Altro ha dovuto mandare Suo Figlio per riparare tutto. Aspettando la nostra caduta finale, dobbiamo metterci il doppio del nostro impegno a diffondere questo vizio!
La virtù della “grandezza dell’anima”
Con i cristiani il compito è più difficile, dobbiamo quindi coprire le nostre tracce. Uno dei nostri più grandi successi è stato quello di introdurre confusione tra umiltà e modestia e correlativamente tra orgoglio e ricerca della propria eccellenza – una virtù chiamata magnanimità, che è stata quasi completamente dimenticata… e per fortuna! Come indica l’etimologia è la virtù della “grandezza dell’anima”: spinge la persona a compiere grandi cose, ispirate alla sua vocazione.
Durante la sua vita, nel XIII secolo, il teologo Tommaso d’Aquino era conosciuto come il “bue muto” per il suo atteggiamento silenzioso e taciturno: meditava sempre sulle cose prima di parlare. Purtroppo vi imbatterete spesso in quest’uomo, non ho potuto fare nulla contro di lui, infilava addirittura la testa nel tabernacolo per ricevere le ispirazioni dell’Altro! Tommaso d’Aquino diceva che l’uomo desidera naturalmente la sua pienezza e che il peccato consiste solo nella dismisura di questo desiderio di eccellenza… ed è qui che entriamo in gioco noi!
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I miei comandamenti più sacri
Prima di tutto, dovete iniziare a seminare questo vizio sin dal principio della vita di un uomo. “La cosa più importante nella vita è affermarsi” dirà un padre a suo figlio. Lui stesso è stato schiacciato dai suoi fratelli e compagni di scuola e vuole prendersi la sua rivincita tramite suo figlio.
In secondo luogo, assicuratevi che nell’educazione dei loro figli, i genitori non parlino dell’orgoglio e se ne parlano, fate in modo che aggiungano questo tipo di frase: “L’orgoglio muore un quarto d’ora dopo di noi” o “Tanto siamo tutti orgogliosi”. Ecco dei detti molto utili per noi…
Non preoccupatevi troppo quando sentite delle persone che si accusano di essere orgogliosi nel confessionale, infatti questa loro ammissione rimane spesso molto vaga che non dovete temerla. Per loro entrare nei dettagli sarebbe troppo umiliante. Assicuratevi solo che il sacerdote non chieda un esempio specifico, di modo che non dia loro un consiglio per combattere il nostro vizio.
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Un’arma efficace: rendere inaccessibile questa maledetta umiltà
Fate in modo che nelle famiglie vengono lette delle vite di santi come quella di Sant’Alessio romano, che rinunciò al matrimonio, alla mondanità e al benessere della sua famiglia per farsi mendicante. Dopo un lungo esilio tornò dai genitori, che non lo riconobbero: visse per anni sotto le scale del loro palazzo e fu identificato solo dopo la sua morte. Questa storia è abbastanza sovrumana da diventare disumana, inaccessibile e scoraggiante… e grazie a questa sono riuscito a far venire dalla mia parte molti miei ex nemici.
Invece diffidate come dell’acqua santa di quella Santa, Teresa di Lisieux: è una delle mie nemiche personali perché è concreta, racconta tutte le sue lotte per l’umiltà, lo fa per obbedienza alla sua madre superiora. Ha scritto un testo davvero temibile per noi: Il Trionfo dell’Umiltà. Ho cercato di distruggere questo testo, di nascondere questa carmelita sotto i suoi petali di fiori e di annegare la sua fiamma nell’acqua di rose… ma mi sono bruciato!
Comincio a capire perché l’Altro ha una passione per le pastorelle, le contadine e le giovani ragazze molto semplici. Non prestiamo abbastanza attenzione a loro, le lasciamo filare tra le nostre dita e questi cuori umili salvano il mondo proprio sotto il nostro naso. Quindi fate attenzione e aprite bene gli occhi!
Padre Pascal Ide e Luc Adrian (ispirato dalle Lettere di Berlicche di C. S. Lewis)