La sfida dell’educazione è così importante che molti genitori sognano di trovare il metodo “giusto”. Ma dove trovarlo? Nei libri? Ce ne sono migliaia che parlano dell’argomento e la maggior parte sono scritti da persone competenti… il che non impedisce loro di dire tutto e il contrario di tutto. Ma allora di chi bisogna fidarsi? di Christine Ponsard
Forse dovremmo prima di tutto farci delle domande su che cosa significa che un’educazione è di successo. Qual è il nostro obiettivo nell’educare i figli? Cerchiamo solamente di insegnare loro i codici di comportamento necessari per vivere nella società o di fare in modo che possano trovare un buon lavoro per guadagnare molti soldi, aver successo nella vita e non trovarsi mai nel bisogno? In quanto genitori cristiani pensiamo di aver compiuto tutto il necessario facendo battezzare i nostri figli e mandandoli al catechismo? A cosa attribuiamo maggiore importanza e quali sono i punti sui quali siamo più esigenti? Cosa facciamo concretamente a riguardo?
La risposta non è così semplice e probabilmente vale la pena prendere del tempo per rifletterci. A volte infatti possiamo spendere molta energia e buona volontà, ma nella direzione sbagliata. Altre volte può succedere cha abbiamo ottimi principi, ma che non li applichiamo nella vita di tutti i giorni.
In che cosa consiste l’educazione?
“Per rispondere a questa domanda è necessario ricordare due verità essenziali: la prima è che l’uomo è chiamato a vivere nella verità e nell’amore; la seconda è che ogni uomo si realizza attraverso il dono disinteressato di sé stesso” diceva san Giovanni Paolo II. I nostri figli non sono il risultato del caso: sono stati voluti e amati da Dio da tutta l’eternità e li ha creati affinché possano partecipare alla Sua vita divina. Sant’Agostino diceva: “Ci hai fatti per Te, Signore e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”. Quindi un’educazione ben riuscita non è forse quella che dà al bambino gli strumenti per rispondere alla sua vocazione di figlio di Dio? Già facendo questa domanda possiamo dedurre che non esiste una sola buona educazione, con dei criteri ben definiti, ma che esistono tante educazioni possibili quante sono le persone, poiché siamo tutti unici davanti a Dio.
Inoltre non possiamo giudicare quaggiù il successo o il fallimento di un’educazione. Prendiamo l’esempio del Buon Ladrone: i suoi genitori erano forse dispiaciuti di vedere il comportamento del loro figlio e hanno forse pensato di aver sbagliato tutto. Eppure questo ladro è l’unico santo canonizzato durante la sua vita da Gesù in persona! Nel campo dell’educazione nessuno può vantarsi di aver ben riuscito o dispiacersi di aver fallito. La nostra missione in quanto genitori non si ferma alla maggiore età dei nostri figli, né a quando lasceranno il nido familiare. Infatti anche quando non possiamo più fare nulla direttamente, possiamo e dobbiamo pregare sempre per loro.
Esiste dunque una ricetta per un’educazione di successo?
È necessario sapere che in realtà non c’è una ricetta. Anche se a volte i libri possono darci dei consigli preziosi, incoraggiarci e aiutarci a riflettere, anche se i vari educatori hanno un ruolo da svolgere complementare al nostro e anche se è importante avere la saggezza di ascoltare le considerazioni e i consigli di chi ci circonda e ha uno sguardo esterno e forse più chiaro sui nostri bambini, resta il fatto che nessuno può educare meglio di noi i nostri figli.
Il segreto di un’educazione ben riuscita non si trova nei manuali, si trova in Dio solo perché è Lui l’educatore per eccellenza, è Lui che ci ha scelto per partecipare alla Sua paternità e Dio non ci dà mai delle ricette già pronte o delle risposte preconfezionate: ci invita a vivere la grande avventura dell’amore dove tutto deve essere inventato incessantemente, nella gioiosa libertà dei figli di Dio.