Padre Ángel Espinosa de los Monteros è un sacerdote messicano, nativo di Puebla, molto popolare sul web ispanofono per i suoi video che si contraddistinguono, prima di tutto, per il parlare chiaro e diretto. Nei suoi video, che viaggiano molto su YouTube dove spesso e volentieri diventano virali, padre Ángel dà soprattutto consigli alle famiglie.
La pastorale familiare è al centro del suo ministero e si può dire che abbia aiutato migliaia di matrimoni a superare le crisi. Sono migliaia (più di 4 mila) anche le conferenze tenute dal sacerdote a cavallo di diversi continenti: in Sudamerica (Messico) e Nordamerica (Stati Uniti) in primo luogo, ma anche in Europa (Spagna, Francia e perfino in Italia). In tutto è attivo in una ventina di Paesi nel mondo.
Ai temi del matrimonio e dei valori familiari ha dedicato anche un libro: El anillo es para siempre («L’anello è per sempre»), tradotto in diverse lingue.
È dall’alto di questa lunga esperienza che padre Ángel Espinosa de los Monteros, al termine di un’intervista con la Revista Misión (la più letta in Spagna tra le famiglie cattoliche) ha dato cinque consigli per irrobustire il proprio matrimonio.
Inutile dire quanto ce ne sia bisogno. Anche in Spagna – come in gran parte del mondo occidentale – la secolarizzazione galoppa e i matrimoni sono in crisi: nel Paese iberico la fabbrica dei divorzi procede a pieno ritmo. Tra gli Stati dell’Europa meridionale la Spagna è seconda solo al Portogallo quanto a tasso di divorzi per 1.000 persone (1,6).
Crisi dei matrimoni: ma da dove nasce?
Il popolare sacerdote spiazza un po’ i lettori quando afferma, in risposta alla domanda sulla crisi del matrimonio, che «il matrimonio non può essere in crisi, perché è l’istituzione più bella del mondo. Quelli che sono in crisi siamo noi, che siamo materialisti, edonisti e ci impregniamo con le correnti del mondo. L’impegno ci fa paura e diamo un’importanza brutale al sentimento: “Se non ti amo più, è finita”. Prima vivevamo in una cultura dove le cose duravano: adesso si butta tutto, si scarta, anche il matrimonio».
Chiaro il riferimento alla cultura dello scarto, un tema ricorrente, oserei dire centrale, nel magistero di papa Francesco.
Per salvare i matrimoni il prete messicano propone in primo luogo di rafforzare la fede, che viene prima di tutto perché la fede cristiana, ricorda padre Ángel, è un impegno con un Dio personale: una relazione d’amore che ci permette di andare avanti. Così, sottolinea, «quando qualcuno dice di non amare più il proprio coniuge, se ha fede può mettersi nelle mani di Dio e trovare una soluzione. Senza fede l’impegno cade a pezzi e la vita si trasforma nel fare quello che ci pare».
Il triangolo in amore? Vale il principio del «terzo incluso»
Del resto il grande Fulton Sheen nel suo bellissimo Tre per sposarsi non fa altro che ricordarci che l’amore matrimoniale si fonda sul principio del «terzo incluso». L’amore tra i due sposi si trasforma quando diventa un triangolo. Ma un triangolo dove il «terzo» non è affatto il classico «incomodo». Non un amante, ma l’Amore per eccellenza: Dio stesso. Solo nella fonte stessa dell’amore si può amare un’altra creatura.
Ecco perché, scrive Fulton Sheen, «quando l’amore si fa trino, allora al centro dell’«Io» e del «Tu» viene a prendere dimora Dio stesso, impedendo in tal modo che l’«Io» diventi egotista e che il «Tu» si trasformi in un utensile o in uno volgare strumento di piacere».
Quelle “spie” che si accendono quando il matrimonio è in pericolo
Oltre ai consigli, padre Ángel non manca di indicare anche le “spie” che si accendono per indicarci quando il nostro matrimonio rischia di andare in crisi.
Quali sono i primi segnali che dovrebbero metterci in allerta? La prima luce rossa si accende, spiega il sacerdote sudamericano, quando si comincia a non dialogare più. Un’altra luce rossa scatta quando si inizia a passare molto più tempo fuori che non dentro casa. Infine la terza spia rossa si accende quando diminuisce l’intimità tra i coniugi, per non parlare dei gesti di affetto, delle telefonate…
Per vivere in due bisogna farsi in quattro
La parola chiave di padre Ángel è desvivirse: ovvero svenarsi, prodigarsi, farsi in quattro per qualcuno che abbiamo a cuore. Quando gli sposi si fanno letteralmente in quattro l’uno per l’altro, lui o lei sanno di essere amati. Tanto che è quando non ci si svena più per il proprio matrimonio che si accende una enorme luce rossa, avverte il sacerdote.
Mai dimenticare poi che la routine non è una nemica dell’amore, ma un’amica perché dà ordine alla nostra vita: «Avere una vita ordinata è importante. La routine ci educa, ci forma». Al tempo stesso la routine va insaporita da piccole sorprese (tipo una piccola «luna di miele» tra marito e moglie di un paio di giorni e anche uscire da soli una o due volte la settimana, quando è possibile farlo, può aiutare).
Altra cosa fondamentale è essere coscienti che gli sposi sono «una sola carne» perché il matrimonio è un solo progetto, una sola famiglia. Ma questo progetto comune non schiaccia la singola persona, che rimane distinta, con la sua personalità. Così lei penserà, sentirà e reagirà come una donna, lui come un uomo. È fondamentale riconoscere e rispettare questa differenza. Perché, insiste il sacerdote, è un grosso errore dimenticare che «la priorità nel matrimonio sono sempre il marito e la moglie». I figli infatti sono come «dati in prestito»: prima o poi se ne andranno di casa per farsi la propria vita.
I cinque consigli per rafforzare il proprio matrimonio
Infine, padre Espinosa de los Monteros dà cinque consigli per avere un matrimonio forte. Naturalmente si potrebbero dire centinaia di cose a questo riguardo. Il padre sudamericano però cerca di puntare sulle cose fondamentali, e cioè:
1. Ancora il tuo matrimonio in Dio. «L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto», dice Cristo nel vangelo (Mc 10, 9). Il matrimonio dunque non è «per il momento»: è un «per sempre». Ecco perché diventa fondamentale vivere il matrimonio nella grazia di Dio. E questo significa ancorarsi in Dio attraverso l’Eucarestia, la preghiera, la Messa, il Rosario. Tutto ciò che ci aiuta a «stare saldi, a ricevere la grazia di Dio» anche quando il sentimento scarseggia.
2. Pratica la bontà. Bontà, benignità, benevolenza. Comunque la si voglia chiamare, è un frutto dello Spirito Santo. Sposare una persona vuol dire pensare alla sua felicità (senza pretendere di essere la fonte della felicità del nostro coniuge, quanto piuttosto un sostegno, un complemento), impegnarsi a farsi carico di lei.
3. Pratica l'onestà. Essere onesti vuol dire la verità, ma anche viverla. E vivere la verità vuol dire prima di tutto seguire ciò che la coscienza ci indica come bene e lasciando ciò che ci indica come male. Ad esempio abbandonando subito amicizie pericolose per il nostro matrimonio. Una persona onesta capisce immediatamente che infilarsi in alcune situazioni può minare il proprio matrimonio, rischia di mettere in pericolo la fedeltà verso il proprio coniuge. E di conseguenza mette subito un alt.
4. Sii capace di sacrificarti. Chi ha detto che sposarsi – ma lo stesso vale per il sacerdozio – fosse una storia a lieto fine dove tutti vissero per sempre felici e contenti? «Questo si chiama Walt Disney», ricorda padre Espinosa de los Monteros. La vita reale, che si tratti del lavoro, del matrimonio o del sacerdozio è un’altra cosa: la vita è un sacrificio, non una fiction. Prima di sposarsi occorre avere questa consapevolezza: che il matrimonio «è una croce che va portata con amore».
5. Forma bene i tuoi figli. C’è un detto secondo il quale «i figli sono la fonte della più profonda allegria e della più terribile tristezza». Inutile dire che i valori – o i disvalori – che trasmettiamo ai nostri figli saranno un bagaglio preziosissimo che si porteranno dietro e che influenzerà le loro scelte di vita, inclinandoli verso il bene o verso il male. Da qui l’importanza di educare il cuore dei figli trasmettendo loro l’amore di Dio, i valori della famiglia, di una vita ben ordinata.