La figura di Santa Teresa di Gesù è difficilmente superabile. Tra quanti hanno seguito le sue orme, spicca una delle sue seguaci più fedeli. Per la sua saggezza e la sua conoscenza di testi umanistici e religiosi, la stessa santa d'Avila affermava: “Lei riesce così bene, che se dovessero chiedere il mio parere, dopo la mia morte verrebbe nominata fondatrice. Anzi vi acconsentirei volentieri anche se la facessero me vivente, perché lei ne sa più di me e vale di più: il che è pura verità. Il mio vantaggio su di lei è dovuto soltanto a un po’ di esperienza”.
Ha lasciato un'estesa opera scritta in cui si scopre una donna intelligente, di grande determinazione e dal carattere deciso, che ha subìto e affrontato varie traversie provocate dai suoi nemici senza arrendersi, difendendo sempre l'opera carmelitana promossa da Santa Teresa e il ruolo delle donne in quest'opera e nel mondo in generale.
Si chiamava María de Salazar Torres, ed era nata a Toledo nel 1548. Da giovane era stata mandata a vivere nel palazzo di Luisa de la Cerda, dove aveva ricevuto una buona istruzione. Fu lì, quando aveva appena 14 anni, che la sua vita incrociò quella di Teresa de Cepeda y Ahumada. Quest'ultima era andata a consolare la sua amica Luisa dopo la morte improvvisa del marito, e rimase al suo fianco per un periodo.
María sentì fin dal primo momento un'attrazione per la personalità carismatica di Teresa, che a sua volta scoprì in lei una ragazza intelligente per la quale iniziò a nutrire un grande affetto.
Vocazione religiosa
Qualche anno dopo, María de Salazar sentì la vocazione religiosa e volle entrare in uno dei primi conventi fondati dalla sua cara Teresa. Il 9 maggio 1570 prese l'abito nel convento di Malagón, adottando il nome di María de San José. Un anno dopo, l'11 giugno 1571, professò i suoi voti.
“Monte Carmelo, illustre, bello, buono,
chiaro, fertile, allegro e fecondo,
di beni celesti ti vedo pieno,
in te ho trovato pace, gloria e riposo;
sei un paradiso dolce, ameno,
in cui la mia anima ha trovato quel gioioso
posto sicuro pieno di soddisfazioni,
che mille tormenti non riescono a turbare”.
Quattro anni dopo, le due donne si incontrarono nuovamente a Malagón, sosta in un lungo viaggio di fondazioni intrapreso da Teresa. Felice di rivedere quella ragazza diventata religiosa del suo ordine, la scelse perché si recasse con lei a Siviglia, dove fondò un nuovo convento di cui la nominò priora.
In quegli anni María de San José dovette affrontare le accuse infondate di alcune religiose che la portarono davanti all'Inquisizione in un processo che si concluse con la sua assoluzione. Fu nella sua casa sivigliana che María vide per l'ultima volta la sua amata Teresa, anche se il loro rapporto si sarebbe mantenuto fino alla morte di quest'ultima in forma epistolare.
Alla fine del 1584 si recò in Portogallo, dove fondò un convento a Lisbona e assunse l'incarico di priora. La sua tappa portoghese fu una delle più felici e feconde, e dimostrò di essere una buona madre per le religiose del convento.
Letterata
Fu anche uno dei momenti più fruttuosi per la sua produzione letteraria, perché scrisse testi come El libro de recreaciones, Instrucción de novicias e varie opere poetiche di carattere mistico.
“Si allontani da me ogni soddisfazione,
via la terra e via il suolo,
che senza Dio non sono nulla né cerco
di ammettere la benché minima consolazione”.
Nella sua opera, María de San José difese il valore delle donne con affermazioni come questa: “Ce ne sono state molte che hanno eguagliato o anche superato molti uomini”. Si lamentava anche delle limitazioni costanti che le donne avevano nella vita. “Non vedi che amano considerare le donne deboli, volubili e imperfette, nonché inutili e indegne di qualsiasi nobile esercizio?”
“Siamo donne! Mi chiedo:
come verremo ascoltate?
[… ]
Quale congiuntura migliore
volete che mostrare
in questa occasione forza e cuore,
perché il resto è follia?
Chiuderci in un angolo
Quando è il momento
di prendere coraggio e resistere?
Avete già paura del vento.
Alle grida e alle minacce
non fate caso, perché sapete
che avete un aiuto sicuro
contro le tracce del maligno”.
Difesa del Carmelo
All'epoca Teresa, la madre fondatrice, era già morta, e iniziò un lungo calvario per chi non era disposto a veder scomparire l'essenza del Carmelo. Una di quelle persone fu proprio María de San José, che dovette affrontare padre Nicolás Doria, che voleva controllare e rivedere l'essenza dell'ordine carmelitano. L'opposizione fece sì che María venisse rinchiusa in un carcere conventuale nel quale, lungi dall'arrendersi, non smise di scrivere.
“Dimentica genitori, parenti,
dimentica il mondo,
sono cose lusinghiere,
in cui ci sono mille inconvenienti.
Persegui le cose celesti,
sappi darti una buona direzione,
fuggi da ciò che è terreno,
che anche se non sporca è fonte di imbarazzo.
Abbraccia il tuo Sposo,
in Lui siano concentrati i sensi
di notte e di giorno,
non cercare altro riposo […]”.
Alla morte di Doria, tornò alla vita religiosa godendosi una pace che si vide nuovamente stroncata nel nuovo secolo con l'arrivo di un altro riformatore. María de San José rifiutò ancora una volta di rinunciare ai suoi princìpi. Nel 1603 venne portata segretamente via dal convento e trasferita in Castiglia, dove fu rinchiusa nel convento de Cuerva di Toledo. Morì nove giorni dopo il suo arrivo, il 19 ottobre 1603.
Lasciò dietro di sé una vita di dedizione all'opera di Santa Teresa di Gesù e una produzione letteraria ricca ed estesa. Il religioso carmelitano Jerónimo Gracián de la Madre de Dios l'ha definita “una delle donne di maggior purezza, santità, spirito, prudenza e discrezione che io abbia mai conosciuto nell'ordine dopo Madre Teresa di Gesù”.