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Sei separato o divorziato? Ecco 8 “tappe” per riavvicinarti a Dio

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 18/02/23
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"La Casa" è una comunità che propone percorsi che escono da storie molto difficili. E li aiuta a ritrovare un equilibrio con se stessi e la fede

Sei separato o divorziato o vuoi avviare un cammino di riavvicinamento a Dio perché lo senti lontano dalla tua vita? Vi suggeriamo un percorso spirituale sperimentato da "La Casa", comunità di Bergamo che segue persone separate e divorziate, provenienti spesso da esperienza traumatiche. A raccontare questo percorso è "Porte aperte" (Ancora editrice), a cura di don Eugenio Zanetti, fondatore de "La Casa".

"Compagni di viaggio"

«Abbiamo provato a farci compagni di viaggio di questi amici; a volte stando dietro di loro, per sostenerli; a volte mettendoci a fianco, per condividerne i passi; a volte ponendoci davanti, per dare speranza - spiega Don Eugenio - così la Chiesa di Bergamo dal 1997 ha avviato questo cammino di accompagnamento dando vita al gruppo "La Casa"».

In questa comunità, persone che vivono un momento particolare della loro esistenza provano a riavvicinarsi a Dio. Con l'obiettivo di ritrovare la fede perduta o messa in discussione dopo l'allontanamento con il proprio partner e la speranza di ritrovare un equilibrio con se stessi. Abbiamo articolate otto "tappe", otto suggerimenti di quest'esperienza che di solito si sviluppa nell'arco di un triennio.

1) La preghiera

La preghiera è la parola chiave su cui ruota l'intero percorso di riavvicinamento a Dio dopo il divorzio e lo separazione. «Quando vent’anni fa siamo partiti in questa avventura - sottolinea Don Eugenio - la prima cosa a cui abbiamo pensato è stata la "preghiera", momenti di incontro con la Parola di Dio e di invocazione del suo aiuto, di intimità col Signore. A dire il vero gli stessi amici de "La Casa" spesso ci confidavano che avevano trovato proprio nella preghiera personale un’ancora di salvezza».

2) La consulenza per la nullità

Nella fase iniziale la consulenza canonica è un momento cruciale. Un esperto offre un parere, spiegando se vi siano o meno elementi sufficienti per introdurre una causa di nullità per il matrimonio precedente.

Qualche volta la risposta è positiva e allora vengono indicati i passi successivi per avviare una causa di nullità o di scioglimento. Altre volte è interlocutoria, nel senso che non è emersa la chiarezza sufficiente a causa o della mancanza della collaborazione di uno dei coniugi o per la difficoltà di raccogliere documentazione o testimonianze necessarie; in questi casi si termina consigliando un ulteriore approfondimento con qualche altro specialista o avvocato ecclesiastico. Ma la maggioranza delle volte l’esito della prima consulenza è negativo.

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3) Un cammino personale

Poi si entra nel vivo con un cammino personale accompagnato da una guida spirituale, con eventuali interventi di specialisti (psicologi o consulenti), mira ad entrare direttamente nel vissuto della persona, riesaminando il passato, cogliendo lo sviluppo in atto, i passi fatti o ancora da fare, gli aiuti spirituali necessari o possibili (compresi quelli sacramentali). «Questo ci sembra l’ambito che in Amoris laetitia viene chiamato cammino "in foro interno"», afferma Don Eugenio.

Si deve favorire l’emergere della verità dei fatti. E questo, sia nella loro concretezza che nei loro riflessi emotivi. L’emergere della verità dei fatti chiede tempo e pazienza. Ecco perché il lavoro continua chiedendo: «Quali ferite pensi di avere ricevuto? Quali ferite pensi di avere dato?».

4) Itinerari di gruppo

Alla fine del cammino personale, si propone alla persona divorziata o separata un itinerario di gruppo, per dare un orientamento più stabile alla loro vita nella direzione della fedele permanenza nella scelta matrimoniale, pur non vivendo più con il coniuge.

E per questo che vengono proposti incontri di preghiera collettivi con momenti di accoglienza e di saluto, soprattutto dei nuovi arrivati, e poi ci si raccoglie in cappella e si inizia seguendo una traccia preparata a turno dai sacerdoti o dai diaconi animatori. Si tratta di un foglietto con l’indicazione del tema della serata, qualche canto, qualche preghiera adatta; ma al centro di tutto c’è un brano della Parola di Dio, commentata da chi presiede a volte in dialogo con i partecipanti.

5) La Parola di Dio

L’ultima parte dell’incontro di preghiera, evidenzia Don Eugenio, «è dedicata alla condivisione di ciò che la Parola di Dio ha suscitato in noi. Ci si raduna in una stanza vicino alla cappella e con grande semplicità e libertà ognuno fa dono agli altri di quanto lo Spirito ha suscitato nel suo cuore».

Sad and depressed young woman

6) La strada della felicità

La parte cruciale del percorso è segnata da un'apertura della persona separata o divorziata. Negli incontri è chiamata a raccontare una storia d’amore che narra dell’innamoramento, poi del tempo del matrimonio e della crisi, fino alla rottura del rapporto. Questo permette un’identificazione e quindi la possibilità di rileggere la propria storia in un’altra prospettiva e in gruppo.

L’obiettivo più importante è riuscire a cogliere e a sviluppare dentro il vissuto  quale desiderio abita l’esistenza umana, e qual è quell’anelito che muove ad una promessa di bene e di felicità.

7) Il perdono

L’obiettivo del terzo anno, che è quello finale, è di maturare una nuova e più autentica capacità di amare, che comprende un sincero cammino di riconciliazione e una generosa disposizione al servizio agli altri.

Il primo passo è quello di una riconciliazione anzitutto con se stessi (la capacità di perdonarsi) e poi di una riconciliazione con gli altri, per esempio con l’ex coniuge (e anche questo perdono è importante, perché mette la persona cristianamente, oltre che umanamente, in una profonda pacificazione interiore); inoltre, o forse soprattutto, vi è la meta di una riconciliazione con Dio, col quale può essersi creata una certa distanza o una rottura vera e propria di fronte a un presunto mancato aiuto nei momenti di difficoltà.

8) Mettersi a servire

Vivere riconciliati costituisce il desiderio profondo di ogni persona. Non è qualcosa di facoltativo, di occasionale, di temporaneo, ma è costitutivo della persona stessa.

Dopo il perdono, il secondo passo è la capacità di mettersi a servire. Attraversare la prova e imparare da essa può veramente cambiare la persona, anche perché la persona entra in contatto più profondo con se stessa, con l’altro e con Dio. E' qui che scatta il rinnovamento interiore, il discernimento si avvia alla conclusione con una persona che ha deciso di voltare pagina e ripartire da Dio e da un equilibrio interiore rinnovato.

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