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La “sfida Clonazepam” di TikTok mette a rischio la vita degli adolescenti

CLONAZEPAM
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Benito Rodríguez - pubblicato il 13/02/23
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L'ultima sfida della rete sociale si è diffusa principalmente in Messico, dove sono già almeno dieci gli intossicati per questo farmaco. L'obiettivo del gioco pericoloso è rimanere svegli più tempo possibile

85 milioni di riproduzioni. È giovane, adolescente. Prende una compressa di clonazepam con la mano e la porta all'altezza del volto, perché si veda bene nell'immagine verticale, il formato per registrare i video su TikTok.

Ha lo sguardo stanco. “Mi sono sempre chiesta come mi si vedeva con un'overdose di clonazepam”, dice la ragazzina. Come se fosse un gioco.

È del tutto inconsapevole del pericolo di un'ingestione eccessiva di questo farmaco calmante, che può portare a un'estrema sonnolenza.

Il nome della sfida già dice tutto: “Chi dorme perde”. La cosa peggiore è che ci sono già stati più di 85 milioni di visualizzazioni.

Ovviamente, il farmaco viene ingerito senza alcuna ricetta medica. Si tratta di un composto che viene prescritto alle persone che soffrono di disturbi d'ansia, convulsioni, epilessia, attacchi di panico o insonnia. Anche le autorità sanitarie mettono in guardia sul pericolo rappresentato da questo farmaco, che può provocare dipendenza, per cui richiede sempre una supervisione medica. Un'overdose può portare anche al coma.

La Polizia di Città del Messico ha già lanciato l'allarme di fronte ai casi che si sono verificati, almeno tre dei quali hanno richiesto un ricovero ospedaliero, e avverte che questa sfida “incita i minori a mettere a rischio la propria vita”.

Ci troviamo quindi davanti a un nuovo esempio di come questa rete sociale dimostri l'impatto negativo che ha per la salute mentale di bambini e adolescenti. È già accaduto con altre sfide, come “la sfida dell'asfissia”, che ha provocato almeno 15 morti.

TikTok è per i bambini?

Anna Plans, attivista per i diritti umani e membro della Fundación Aprender a Mirar (Fondazione Imparare a Guardare) è categorica nella sua risposta: “TikTok non è una rete sociale per minori”, e chiede di risolvere quella che è la base del problema: “Dovremmo chiederci a che età un bambino dovrebbe stare in una rete come TikTok, ancor più tenendo conto del fatto che in questa sfida sembra che i bambini abbiano tra i 10 e i 15 anni. TikTok non è una rete per minorenni”.

“Dobbiamo proteggere l'integrità fisica e psicologica dei bambini. La maggior parte dei contenuti di TikTok – aggiunge la Plans – non è per bambini, non solo per il tema delle sfide. Non ci sono filtri”.

“Si può anche constatare nell'ipersessualizzazione dell'infanzia. I bambini non hanno una maturità sufficiente per percepire questo tipo di pericoli”.

Nel caso concreto di questa rete sociale, l'età minima per registrarsi è 14 anni, e c'è una serie di restrizioni. Lo stesso TikTok indica poi che per i minori di 18 anni è richiesta l'approvazione di un genitore o del tutore legale.

È vero, come ricorda la Plans, che “c'è un'opzione per i minori con più funzioni di sicurezza e privacy, in cui si visualizzerebbero solo contenuti adeguati all'età e non si possono inserire video né effettuare ricerche. In questo caso, però, TikTok non attira più. È molte facile saltare la sezione, inserendo una data di nascita falsa. Una possibile conseguenza molto importante è vedersi molestati da un pedofilo”.

Dipendenza da TikTok

David Ruipérez, autore del libro Mi vida por un like, spiega perché TikTok è la rete sociale più di moda e quella che è cresciuta maggiormente: “È molto attraente. Ha un indice di reclutamento molto alto. Ci si possono passare le ore e sembra un attimo”.

Le sfide non sono nuove, e l'autore ricorda che molte mettono a rischio la vita dei giovani, mentre altre sono “semplicemente sciocchezze”.

Come ricorda nel suo testo, il problema è che non si ha la capacità di discernere una cosa dall'altra: “A quell'età domina l'influenza degli amici, con rimproveri del tipo 'Ti fa paura...?' o 'Non hai il coraggio di...?'”

Questi comportamenti sconsiderati, imprudenze o sciocchezze acquisiscono un'altra dimensione con reti come TikTok: “Quello che prima rimaneva confinato a un gruppetto di amici in un pomeriggio estivo diventa un fenomeno globale che si espande come una macchia di petrolio nel mare”. È molto allarmante, conclude Ruipérez, che “la gente si imbarchi in queste sfide mettendo a rischio la propria vita per ottenere più visualizzazioni e followers sulle reti sociali”.

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