Il Cile vive una nuova emergenza per via degli incendi forestali iniziati la prima settimana di febbraio. Ogni secondo che passa si aggiungono nuove vittime, aumentano i danni e il fuoco divora altri ettari di territorio.
A Santa Juana sono morte 11 delle 24 persone che hanno perso la vita. Delle 16 parrocchie che aveva la zona, ne restano in piedi solo tre.
“Questo implica che come comunità cristiana non abbiamo un luogo in cui riunirci, siamo sfidati a ristrutturare tutta la nostra pastorale. Sappiamo che questo richiederà almeno un anno, e in questo senso acquista ancora più forza l'appello rivolto da Papa Francesco, che ha esortato a cercare nuove strutture per la vita parrocchiale. Dovremo riunirci nelle case, cercare altri luoghi, come abbiamo fatto in questi giorni, in cui ministri di altre parrocchie sono arrivati a dare la Comunione tra le rovine delle case, tra le macerie. Questo ci esorta a dimostrare forza e speranza”, ha riferito ad Aleteia il sacerdote Ricardo Valencia, parroco di Santa Juana.
La Vergine che si è salvata dalle fiamme
Nella parrocchia Sant'Ignazio di Loyola, il fuoco che ha distrutto tutto ha lasciato intatta l'immagine della Vergine Maria, rimasta in piedi tra le macerie, dando forza alle vittime.
“Quello che si vede è che in mezzo al dolore c'è Maria, sento che è al mio fianco ed è questo che prova la comunità. Vedendo che l'immagine si è salvata, varie persone e famiglie hanno iniziato a pregare la Vergine durante gli incendi”, ha affermato p. Valencia.
“La Chiesa è una sola, e questo lo abbiamo vissuto tutti questi giorni nelle varie dimostrazioni di sostegno e solidarietà a cui abbiamo assistito. I sofferenti nel loro dolore empatizzano con la sofferenza altrui. Lì c'è lo spirito di Cristo. Nutro molta speranza vedendo l'unità della chiesa di Santa Juana, di Concepción, e le espressioni di appoggio che ci aiutano da varie parti del Paese e del mondo. Abbiamo avviato la campagna 'Apadrinar una familia' [Sponsorizzare una famiglia, n.d.t.]. Se possiamo sostenere e portare avanti un gruppo familiare, stiamo già contribuendo a far andare avanti chi ne ha bisogno”, sostiene il parroco.
A tutto campo
Com'è caratteristico nel lavoro di Caritas Cile, fin dal primo momento le équipes delle diocesi colpite si sono dispiegate sul campo, in un periplo estenuante percorrendo le zone in fiamme e offrendo il massimo sostegno alle comunità.
Pala alla mano, padre Gustavo Valencia, direttore della Pastorale Sociale Caritas nella diocesi di Santa María de los Ángeles, ha aiutato a spegnere il fuoco insieme ad alcune comunità: “Appena abbiamo saputo degli incendi siamo partiti per Santa Juana, dove ci è stato detto che c'era bisogno di acqua e molto sostegno. Dopo di questo abbiamo proseguito alla volta di Quilleco per appoggiare i pompieri, che in quel momento erano soli nella lotta e avevano bisogno di idratazione e cibo. Poi siamo andati in altre località vicino Mulchén, dove in un terreno mapuche sono andate perdute 20 case, e abbiamo proseguito verso Las Pitras”.
“Non ci siamo fermati, abbiamo preso la pala e abbiamo seguito le istruzioni su quello che si doveva fare per spegnere il fuoco. In questi giorni stiamo distribuendo combustibile ai camion che stanno portando acqua nelle varie comunità, e anche alle motoseghe, e tutto questo mentre tenevamo aperti centri per raccogliere le cose più urgenti”, prosegue il sacerdote.
Dalla diocesi di Chillán, la direttrice, suor Patricia Martínez, riferisce: “La situazione è molto complessa, le comunità colpite sono tante, e il nostro lavoro è stato principalmente quello di raccogliere acqua e cibo, e identificare le necessità più urgenti delle comunità. Ci siamo spostati fino a Portezuelo, Yungay e alle zone vicine a Chillán. Ora ci concentriamo ad andare nelle comunità più lontane, dove non arriva l'apporto del Governo né di altre organizzazioni”.
Campagna solidale nazionale
Viste le dimensioni di questa nuova emergenza nazionale, Caritas Cile ha lanciato la campagna Enfrentemos esta catástrofe JUNTOS (Affrontiamo questa catastrofe INSIEME), che mira a raccogliere fondi per rispondere alle molteplici necessità umanitarie che stanno provocando gli incendi, lavorando in coordinamento con organismi pubblici e della società civile.
L'incaricata del Programma Ambientale, di Gestione del Rischio ed Emergenze (MAGRE), Catherine Mella, ha commentato:
“La situazione è molto complessa, le famiglie colpite sono del settore rurale, contadini e di comunità indigene, in forte situazione di vulnerabilità. Questa nuova emerenza si somma a quella vissuta a dicembre con gli incendi che hanno colpito Viña del Mar, regione di Valparaíso. Continuiamo a lavorare per raccogliere fondi che ci permettano in primo luogo l'azione umanitaria, ovvero assicurare acqua, cibo e articoli di prima necessità. La nostra esperienza ci indica però che il lavoro più grande avrà luogo nelle prossime settimane, quando dovremo aiutare la riabilitazione e la ricostruzione e assicurare i mezzi di sussistenza, fonti di lavoro che permetteranno alle centinaia di famiglie che hanno perso tutto di andare avanti”.
Compagnia, abbraccio e ascolto
“Ascoltando i racconti della gente, è incredibile vederne la forza. Lotta contro il fuoco cercando di salvare tutto ciò che è riuscita ad avere in anni di lavoro. La gente considera tutto questo una grande disgrazia, ma allo stesso tempo parla dei miracoli che si sono verificati e che hanno salvato la vita delle famiglie, chiedendo a Dio di porre fine a questa catastrofe. Ci siamo dati il tempo per conversare e ascoltare quello che le persone hanno da dire, è una forma di sfogo e anche di condivisione della vita, una elemento caratteristico della Caritas”, indica padre Gustavo.
“Le persone sono molto grate per la nostra presenza, valorizzano il fatto che arriviamo a condividere con loro”, dice suor Patricia. “Sento che quello che ci distingue è la vicinanza alle persone, la presenza, il contatto. Si sentono accompagnate, amate, accolte. Quello che ripetono maggiormente è la parola 'accettazione', accettare quello che stanno vivendo e andare avanti, e per questo dicono che siamo noi a poterli incoraggiare in questa situazione tanto complessa”. Sono giorni intensi, in cui le mani e la forza spesso scarseggiano, e le équipes diocesane si vedono sopraffatte di fronte alla portata del disastro, con gli incendi che continuano a minacciare senza tregua.
A chilometri di distanza, il fumo che è arrivato fino a Santiago offusca il cielo, ogni minuto più grigio. L'appello è a continuare a lottare, mantenere la fede e continuare a sostenere tutti coloro che stanno lavorando per appoggiare le vittime di questa nuova catastrofe che ha colpito il Cile.