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Vuoi guarire? Cerca Gesù come fa la folla nel Vangelo di oggi

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 05/02/23
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Gli altri possono aiutarci ma solo fino a un certo punto. Gesù è invece colui che ha la forza di tirarci radicalmente fuori dal male, in ogni sua dimensione. Serve però “toccarlo” cioè fare di Lui un’esperienza concreta.

Vangelo di lunedì 6 febbraio (Ss. Paolo Miki e c.(m))

Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret. Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano. (Marco 6,53-56)

Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse.

L’esperienza del male, in tutte le sue forme (fisica, psichica e spirituale), è una delle esperienza che caratterizza la vita umana.

Sappiamo che il male è tale perché ci oscura l’orizzonte, ci toglie la speranza, restringe la vita, ci spinge verso la morte, toglie prospettive positive, ci riempie di rabbia, immobilizza la nostra volontà.

Potremmo ancora continuare l’elenco ma credo che ognuno di noi si sia abbondantemente riconosciuto in una o più di queste esperienze. In certe situazioni sappiamo che dobbiamo reagire, ma è da ingenui pensare che noi da soli abbiamo la forza di tirarci fuori.

Ecco allora che nasce dentro di noi la consapevolezza di avere bisogno che qualcuno ci aiuti, che qualcuno ci tiri fuori dall’angolo. Il vero problema è che gli altri possono aiutarci ma solo fino a un certo punto.

Gesù è invece colui che ha la forza di tirarci radicalmente fuori dal male, in ogni sua dimensione. Serve però “toccarlo” cioè fare di Lui un’esperienza concreta.

Per noi cattolici la via ordinaria di “toccare” Gesù sono i sacramenti, e accanto ad essi la Parola di Dio che ne prepara l’incontro e ne fornisce anche l’atteggiamento giusto.

La preghiera non è la forza del pensiero, la preghiera è il tentativo di entrare in un rapporto reale con Cristo. Io prego quando lo cerco. Io prego quando lo vado a cercare lì dove sono sicuro che Egli ci sia.

Se tu vuoi guarire cercalo come le folle del Vangelo di oggi. Cercalo nella Chiesa che è un po’ la frangia del Suo mantello. Cercalo in una buona confessione, in una comunione eucaristica rettamente vissuta, in un fratello o in una sorella che sai essere dei testimoni autentici del Suo amore.

Non fermarti al desiderio, fai qualcosa, anzi lascia che Egli possa fare per te qualcosa.  

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