L'omosessualità è un peccato, non un crimine: Papa Francesco spiega in una lettera padre James Martin, il gesuita statunitense che svolge il suo apostolato tra le persone Lgbt, il senso di quello che aveva detto non più tardi di tre giorni fa in una intervista all’agenzia americana Associated Press.
Cosa aveva detto il Papa nell’intervista ad AP
Nell’intervista, infatti il Pontefice aveva sottolineato che «essere omosessuali non è un crimine», mentre nel mondo esistono oltre 50 Paesi che contemplano condanne legali per le persone omosessuali e alcuni di questi Paesi hanno addirittura la pena di morte. Fermo restando che l’omosessualità, precisava Papa Francesco, va intesa come un «peccato».
“Mi sono riferito alla morale cattolica”
Ecco il chiarimento del Papa: «Mi sono riferito semplicemente all’insegnamento della morale cattolica, che dice che ogni atto sessuale al di fuori del matrimonio è peccato». Il testo inviato da Francesco, redatto in spagnolo, è stato pubblicato sabato sul sito di padre Martin “Outreach.faith”.
Il peccato, la colpa e le intenzioni
Si legge nella lettera del Papa a Martin, che quando si parla di peccato, «bisogna anche considerare le circostanze, che possono diminuire o eliminare la colpa. Come puoi vedere - evidenzia Francesco - stavo ripetendo un concetto in generale. Avrei dovuto dire "È un peccato, come qualsiasi atto sessuale al di fuori del matrimonio". Questo per parlare della “materia” del peccato, ma sappiamo bene che la morale cattolica non solo prende in considerazione la questione, ma valuta anche la libertà e l'intenzione; e questo, per ogni specie di peccato».
«E direi a chi vuole criminalizzare l'omosessualità - ha concluso il Papa - che si sbaglia».