Benedetto XVI ha rinunciato al suo incarico nel 2013 per via dell'insonnia cronica di cui ha sofferto per la maggior parte del suo pontificato. Lo ha affermato il Papa defunto stesso in una lettera inedita firmata appena due mesi prima della morte, il 28 ottobre 2022, e inviata al suo biografo, Peter Seewald, poco prima di morire.
L'agenzia cattolica tedesca KNA ha rivelato l'esistenza del testo il 27 gennaio.
“Per governare la barca di San Pietro e proclamare il Vangelo serve la forza sia della mente che del corpo, forza che negli ultimi mesi in me si è deteriorata al punto che ho dovuto riconoscere la mia incapacità di svolgere adeguatamente il ministero che mi è stato affidato”.
Nella sua dichiarazione di rinuncia, in latino, Benedetto ha affermato che per governare la Chiesa serviva forza e che lui non ne aveva più a sufficienza.
L'11 febbraio 2013, Papa Benedetto XVI ha spiegato così ai cardinali riuniti in Vaticano in concistoro perché aveva deciso di abbandonare il suo incarico.
Le ragioni precise di questa perdita di forza non erano però mai state descritte dal Pontefice.
Nel maggio 2020, in un'intervista a Peter Seewald pubblicata nella sua biografia, il Papa emerito menzionava solo problemi di salute che avevano portato il suo medico a proibirgli qualsiasi lungo viaggio dopo quello in Messico nel 2012.
Nell'occasione, ha anche confidato che in quel momento era convinto che sarebbe morto poco dopo la sua rinuncia.
Nella lettera inedita, il Papa emerito spiegava a Seewald il “motivo principale” della sua rinuncia: “l'insonnia che mi accompagna ininterrottamente dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia”, il suo primo viaggio come Papa, nell'agosto 2005.
Per combattere questo problema, il suo medico gli aveva prescritto “forti rimedi”, che per un periodo hanno funzionato, ma alla fine “sono arrivati ai loro limiti”.
Nel libro pubblicato di recente dall'arcivescovo Georg Gänswein, segretario del Papa per quasi vent'anni, il presule riferisce uno scambio tra Benedetto XVI e Papa Francesco sul sonno:
“Papa Francesco gli ha detto che dormiva solo sei ore, come una pietra. Benedetto ha risposto con un sorriso triste: 'È un dono che il suo predecessore purtroppo non ha avuto!'”
L'incidente in Messico
Il Papa numero 265 ha confessato nella lettera inedita di aver avuto un incidente durante la prima notte – tra il 23 e il 24 marzo 2012 – del suo viaggio a Cuba e in Messico, fatto riferito anche dall'arcivescovo Gänswein nel suo libro. Il Pontefice scrive che al mattino ha trovato il suo fazzoletto “totalmente impregnato di sangue”.
Senza ricordare l'incidente, credeva di “aver colpito qualcosa” in bagno e di essere caduto. “Sono stati necessari dei punti per ricucire la ferita”, testimonia il suo segretario nel libro, dicendo che il Pontefice era inciampato nel tappeto.
In seguito, il suo medico personale ha collegato l'episodio alle pillole per dormire che gli aveva prescritto, e lo ha spinto a prendersi una mattinata libera per ogni giorno che avrebbe trascorso all'estero a partire da quel momento, ha spiegato il Papa nella sua lettera.
Queste restrizioni, agli occhi di Benedetto XVI, “potevano applicarsi solo per un breve periodo di tempo”.
Un nuovo Papa per la GMG di Rio
Man mano che si avvicinava la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, in Brasile, nel luglio 2013, il Pontefice sentiva che non avrebbe potuto “gestire” l'evento. Ha quindi spiegato di aver deciso di rinunciare perché un “nuovo Papa” potesse andare a Rio al posto suo.
Per il destinatario della lettera, Peter Seewald, queste dichiarazioni hanno posto fine alle speculazioni sui motivi delle dimissioni del Papa.
I commentatori hanno voluto collegare le dimissioni del Pontefice tedesco a scandali collegati alle finanze della Curia romana durante il suo pontificato, soprattutto dopo il cosiddetto Vatileaks.
Alcuni hanno anche suggerito ricatti alla base di questo episodio, teoria che il biografo ha respinto con vigore.