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Adolescenti e psicofarmaci per sballarsi: l’allarme degli psichiatri

Picture of teenage girl looks sad while counting drugs on the table at home
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Silvia Lucchetti - pubblicato il 30/01/23
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Si è registrata una crescita tra il 15 e il 20% del fenomeno negli ultimi 5 anni. Per contrastare l’abuso di psicofarmaci negli adolescenti gli psichiatri propongono cinque punti indirizzati a genitori, ragazzi e medici

Molte fonti giornalistiche nei giorni scorsi hanno fatto da cassa di risonanza dell’allarme lanciato dagli psichiatri riguardo l’uso degli psicofarmaci a scopo "ricreativo" da parte degli adolescenti.

L’occasione propizia è stata quella del XXIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (SINPF) svoltosi a Milano e Venezia dal 25 al 27 gennaio.

I numeri

Si è registrata una crescita tra il 15 e il 20% del fenomeno negli ultimi 5 anni, anche grazie alla facilità di procurarsi questi medicinali. Lo studio Espad dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha evidenziato come nel 42% dei casi essi  siano reperiti in casa, nel 28% acquistati facilmente sulla Rete, per il 22% recuperati in strada, sfuggendo pertanto al controllo di familiari e medici.

L'uso di psicofarmaci per sballarsi già a 13 anni

Una moda che si sta diffondendo fra gli adolescenti già dai 13-14 anni, con gravi rischi per la salute di quel 10% di teenager che si stima ne facciano uso. Ciò incrementa la piaga della dipendenza tra i giovani, con il rischio di una sommazione di effetti dovuta all’assunzione contemporanea di altre sostanze psicoattive come alcool, tabacco, Energy drink, stupefacenti, e lo sviluppo di comportamenti pericolosi per sé e/o gli altri.  

Migliorare le performance e l'autostima

Il professor Matteo Balestrieri, ordinario di psichiatria all’Università di Udine e co-presidente della Sinpf sottolinea come questi psicofarmaci...

(...) rappresentano per molti un’ancora di rassicurazione per aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione, per migliorare l’aspetto fisico quando combinati a farmaci dietetici, per potenziare i livelli di autostima, per sentirsi in forma, migliorando sonno e umore, e molti giovani sono dunque spinti ad assumerli sfuggendo al controllo in famiglia.

Claudio Mencacci, professore emerito di psichiatria e co-presidente Sinfp aggiunge:

(...) gli psicofarmaci, insieme ad un percorso psicoterapeutico a 360 gradi, sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e nei giovanissimi, e non bisogna averne paura. Molte patologie curate per tempo nei giovani garantiscono loro un futuro. Se invece queste cure vengono usate con modalità e intenzioni diverse non aiutano e soprattutto possono avere ripercussioni negative.

Gli psicofarmaci più utilizzati

Secondo i dati del CNR La tipologia di psicofarmaci maggiormente usata nell’ultimo anno è stata quella degli ipnotici (5%), dei farmaci per l’umore e per dimagrire (1,7 % per entrambi), oltre che per migliorare l’attenzione (1,2%).

Le studentesse fanno uso in percentuale più elevata di tutte le tipologie prese in esame, con un moltiplicatore minimo di 1,8 per i farmaci per l’attenzione e massimo di 3,4 per quelli per dimagrire. Il 18% degli studenti nel corso del 2021 ha fatto uso di almeno una sostanza psicoattiva illegale, il 2,8 % utilizzandola frequente, mentre il 10% si rivela un policonsumatore di almeno due sostanze nell’ultimo anno.

La cannabis resta la sostanza illegale più consumata, seguita dalle cosiddette NPS (New Psychoactive Substances), prodotti sintetici con effetti simili a sostanze più conosciute come la stessa cannabis, cocaina, MDMA, LSD immessi ciclicamente nel circuito dello spaccio per eludere le norme che vietano l’uso di quelle “cult” che sono chiamate a mimare.

5 punti per contrastare il fenomeno

Per contrastare l’abuso di psicofarmaci in particolare negli adolescenti gli psichiatri propongono cinque punti indirizzati a genitori, ragazzi e medici:

No al “fai da te” e alla cosiddetta “assunzione per opportunità”: rivolgersi sempre al medico. Non sottovalutarne la  potenza terapeutica e le importanti ricadute collaterali. Tenerli fuori dalla portata di chiunque possa approfittarsene o fare un cattivo uso (indicazione essenzialmente rivolta agli adulti). Avviare campagne di sensibilizzazione e counselling  mirati ai pazienti, ai giovani in particolare e alla cittadinanza in generale. In caso di disturbi come ansia, depressione, disturbi dell’umore seguire sempre le indicazioni dello specialista.  

La scuola, la famiglia e la classe medica rappresentano pertanto i punti di forza per contrastare questo fenomeno assolutamente preoccupante, uno sforzo necessario che si inscrive nella battaglia più generale della società contro la piaga delle dipendenze.

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