«In principio Dio creò il cielo e la terra», o – come diciamo nel Credo – «le cose visibili e quelle invisibili». In quest’ultimo universo, Egli che gli angeli, puri spiriti rivestiti di luce, immersi nella visione beatifica della luce trinitaria. Tale luogo è comunemente chiamato Paradiso, o Cielo, o ancora Regno di Dio. Un “luogo” che oltrepassa qualunque immaginazione, inconcepibile allo spirito umano e indescrivibile dal suo linguaggio: anche le parole più sublimi del più grande dei poeti non potrebbero arrivare a contenere tanta bellezza.
Un linguaggio immaginifico
Alcuni versetti biblici descrivono il Cielo con un linguaggio simbolico e immaginifico, per far entrare l’uomo in una migliore comprensione delle realtà celesti e dargliene un assaggio. Così, per descrivere lo stato di pace suprema che regnerà in Paradiso si dice che
il lupo pascolerà con l’agnello,
il leopardo si accuccerà con la capra,
il vitello e il leoncello si nutriranno insieme,
e un bambino li guiderà.
Oppure nel libro dell’Apocalisse, per descrivere la sua luce, san Giovanni compara «il suo splendore [a] quello di una pietra molto preziosa, come diaspro cristallino» (Apoc 21,11), e scrive che gli uomini
non avranno più bisogno di luce di lampada, né della luce del sole, perché il Signore Dio li illuminerà.
Tutto è luce, lì dove si trovano gli angeli giusti, che contemplano il Dio eterno. E tuttavia, prima della creazione dell’uomo uno degli angeli si ribellò contro Dio: Lucifero, il più bello tra gli angeli rifiutò di servire Dio e comportò la caduta di un terzo degli angeli all’inferno, nei vincoli di oscurità eterna. Stando al racconto biblico, infatti, questi angeli non hanno mantenuto
la dignità angelica, hanno bensì lasciato la dimora che era stata assegnata loro. Il Signore li tiene perpetuamente incatenati nelle tenebre.
E lì «sarà pianto e stridore di denti» (Mt 8,12).
In missione sulla terra
Numerosi teologi, comunque, tra i quali diversi santi, concordano nel dire che gli angeli sono spesso in “missione” sulla terra. Nella Genesi, a proposito degli angeli giusti, si legge:
[Giacobbe] ebbe un sogno: ecco, una scala stava ritta sulla terra, e la sua cima toccava il cielo, e gli angeli di Dio vi salivano e ne discendevano.
Puri spiriti, inviati dal Signore, vengono ad aiutare le creature affidate alle loro cure nel loro cammino in terra. Essi le proteggono fisicamente dai pericoli, rischiarano la loro intelligenza con delle ispirazioni divine e conducono i loro passi verso la vita eterna con la loro presenza spirituale. In alcuni rari casi, per volontà divina, materializzano in forme corporee i loro spiriti incorporei.
Ciononostante, pur aiutando gli uomini in terra, gli angeli fedeli hanno la facoltà divina di associare l’azione alla contemplazione, e dunque non perdono mai la visione beatifica di Dio.
La gerarchia celeste in immagini:
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]