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Perché l’insegnamento di Gesù è follia per il mondo?

The crucifixion of Jesus Christ on the mountain has a background as before the sunset
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 20/01/23
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Gesù non si muove sulla logica che normalmente noi usiamo per vivere e per cercare la felicità, ma insegna qualcosa che si muove in ostinata direzione contraria.

Vangelo di sabato 21 gennaio (S. Agnese)

Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «È fuori di sé». (Marco 3,20-21)

I due versetti di cui è composto il Vangelo di oggi mettono paradossalmente insieme due cose: la profonda capacità che aveva Gesù di radunare le folle e lo scandalo del suo insegnamento.  

Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «È fuori di sé».

Effettivamente c’è qualcosa di vero nel dire che Gesù sta annunciando qualcosa di folle. Il suo insegnamento è infatti una follia per il mondo.

Gesù non si muove sulla logica che normalmente noi usiamo per vivere e per cercare la felicità, ma insegna qualcosa che si muove in ostinata direzione contraria.

È da folli infatti porgere l’altra guancia a uno che ti dà uno schiaffo. È da folli perdonare settanta volte sette chi ti ha fatto un torto. È da folli amare i propri nemici o pregare per coloro che ci fanno soffrire.

È da folli non porre fiducia nei beni di questo mondo. È da folli rinunciare alle logiche della violenza. È da folli lasciarsi catturare, arrestare, processare ingiustamente e morire da innocenti su una Croce, e tutto questo solo per amore tuo e mio.

Gesù ama follemente me e te. E non si vergogna di dirlo, di insegnarlo, di testimoniarlo con la sua vita. San Paolo avrebbe definito questo proprio “la follia della Croce”.

Ma come giustamente precisava, “ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1Cor 1,25).

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