È una sentenza storica per i cristiani, una prima assoluta nella storia dello Sri Lanka: il 13 gennaio la Corte Suprema srilankese ha riconosciuto l’ex presidente Maithripala Sirisena, nonché quattro altri responsabili politici, colpevoli di negligenza con riferimento ai terribili attacchi terroristici che simultaneamente avevano colpito diverse chiese nel giorno di Pasqua del 2019.
Tre chiese e degli alberghi di lusso erano finiti nel mirino di una serie di attentati rivendicati dallo Stato islamico. Si erano pianti 279 morti e c’erano stati più di 500 feriti. Da allora, i fedeli non avevano mai cessato di reclamare giustizia, finora invano – dal momento che le domande dei cattolici non avevano trovato risposta alcuna da parte della giustizia dell’isola.
Con la sua sentenza, la Corte rileva che i differenti responsabili non avevano preso le misure preventive necessarie per impedire gli attacchi, malgrado gli avvertimenti ricevuti dai servizi d’informazione indiani. Maithripala Sirisena, 71 anni, è dunque stato condannato a versare un indennizzo di 100 milioni di rupie (circa 250mila euro) alle famiglie delle vittime. Secondo l’agenzia Fides, è la prima volta che un capo di Stato srilankese è ritenuto responsabile di omissione rispetto a un attacco terroristico.
La decisione giudiziaria ha suscitato un immenso sollievo tra la popolazione, in particolare tra i fedeli cattolici – che si sentivano abbandonati e disprezzati dal governo per via della mancanza di inchieste approfondite. L’ufficio dei Diritti dell’Uomo all’ONU ha salutato positivamente la decisione:
Nessun indennizzo – ha dichiarato il portavoce dell’Alto Comitato dei Diritti dell’Uomo – potrà mai cancellare la sofferenza e il dolore delle vittime e delle famiglie, ma questo giudizio segna una tappa nella lotta delle vittime per il riconoscimento del pregiudizio subito e dei loro diritti alla verità, alla giustizia e alla riparazione.
Lo Sri Lanka, dove il 70% della popolazione si professa buddista, conta circa 1,2 milioni di cristiani (7%), la maggioranza dei quali sono cattolici.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]