L’ultima puntata di Domenica in, ha avuto come ospite, fra gli altri, il notissimo cantautore napoletano Nino D’Angelo, classe 1957.
L'infanzia difficile
Primo di sei figli nasce nel quartiere di San Pietro a Patierno, ma cresce nella vicina Casoria vivendo un’infanzia molto difficile a causa delle condizioni economiche della famiglia, in cui lavorava come operaio solo il padre Antonio.
Per questo motivo abbandona presto la scuola, iniziando a lavorare inizialmente come commesso in un negozio di scarpe, poi come gelataio alla stazione di Napoli Centrale e saltuariamente come cantante ai matrimoni.
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Nino D'Angelo: "l'amore da adulti è più bello ancora"
Si sposa appena 22enne con Annamaria Gallo di sei anni più giovane, dalla quale ha avuto due figli: Antonio e Vincenzo. Durante la trasmissione, intervistato da Mara Venier ha ripercorso la sua vita, dall’infanzia trascorsa nelle case popolari al successo presso il grande pubblico, passando per il matrimonio che dura senza incrinature da oltre 40 anni.
Siamo così innamorati dopo tutto questo tempo – afferma – come lo eravamo da giovani. È meraviglioso. (…) Ma l’amore da adulti è più bello ancora. Oggi le chiedo più spesso "come stai?". Le dico che io devo morire prima di lei. Perché io senza di lei sono un uomo che non esiste più.
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L'adolescenza in parrocchia
Per farlo conoscere più profondamente al pubblico di Aleteia sotto il profilo dei valori su cui ha informato la sua esistenza - e che noi riteniamo siano alla base del suo inossidabile legame coniugale - riprendiamo alcuni passaggi dell’intervista rilasciata al giornalista Giulio Serri apparsa sul settimanale “A sua immagine” nel giugno del 2015.
"Momenti fondamentali per la mia formazione"
In quella occasione, a proposito della fede, il cantante racconta:
Da ragazzino di strada quale ero, la parrocchia ha sempre rappresentato un riferimento. In questo non ringrazierò mai abbastanza il mio sacerdote di allora, padre Mauro Piscopo, che mi portò a frequentare la chiesa di San Benedetto a Casoria. Furono momenti fondamentali per la mia formazione.
Nino D'Angelo: "una persona senza fede è debolissima"
Aggiunge che dopo un breve allontanamento adolescenziale...
(...) con tutta la mia forza sono tornato alla ricerca di Dio. Così nacque "Preghiera" un brano che spesso viene cantato nelle chiese di Napoli e che considero un’autentica ispirazione del Creatore. Seduto al pianoforte sembrava quasi che le mie mani componessero da sole, scorrevano velocissime come se fossero guidate da qualcosa di superiore. Oggi continuo ad avere una grande convinzione nel cuore: una persona senza fede è debolissima. Il Signore, nella mia vita, continua ogni giorno a darmi una grande forza. Tutte le volte che cerco Dio, Lui c’è sempre. Quando non lo trovo è perché non sono stato bravo a cercarlo.
La depressione e l'amore di Gesù
Un momento particolare del rapporto con Dio è arrivato con la morte dei genitori, quando Nino ha dovuto fare i conti con la depressione:
La fede in questo mi ha aiutato molto. Ho cercato risposte, mi sono affidato e ho capito che Gesù, attraverso la sua Parola, ci vuole bene. Sono un uomo normalissimo, con tutti i suoi peccati, ma quando penso all’amore che nutre Dio per noi mi viene da piangere. Il Padre ha mandato il Figlio per salvarci e questo non dobbiamo dimenticarcelo mai. Invece noi che combiniamo? Lo facciamo morire tutti i giorni sbagliando, peccando nei modi più brutti. Dio ha creato un mondo perfetto, noi abbiamo fatto di tutto per rovinare questa bellezza.
Nino D'Angelo: "mi rivolgo a Dio parlandogli in napoletano"
Il cantante non si sottrae alla domanda sul suo modo di pregare:
Mi rivolgo a Dio parlandogli in napoletano. Ogni volta che esco da casa mi faccio il segno della croce, così prima di salire sul palco Gli chiedo di proteggere sia me che tutte le persone che mi sono venute a vedere, senza che accada loro nulla di negativo. In tutte le mie azioni cerco poi di ripensare ai Dieci Comandamenti. Se sei riuscito ad amare il prossimo tuo come te stesso, la tua vita sarà veramente appagata. Spesso, purtroppo, non ci riusciamo. Per fortuna che il Signore è buono ed è l’unico che sa purificarci, ci fa sempre ricominciare. Ogni volta.
I talenti che gli ha donato il Signore
E a proposito della sua straordinaria carriera riflette:
Il Signore (…) mi ha donato la voce, le parole, l’arte. In questo mi ritengo un miracolato. Mi piace pensare ad un Dio che mi ha preso per mano per portarmi "a servizio" della gente. E in questo ne percepisco tutta la responsabilità.