Dopo l’esame di catechismo e sulla vita monastica a ChatGPT, il nuovo chatbot di intelligenza artificiale (AI) messo in rete a inizio dicembre dalla start-up californiana OpenAI, ci è venuta la curiosità di interrogare il programma che sta stupendo il web anche su questioni più impegnative. Come la questione delle questioni della metafisica: l’esistenza di Dio.
Abbiamo messo alla prova ChatGPT partendo dalle famose cinque vie dell’esistenza di Dio che San Tommaso d’Aquino espone all’inizio della Somma Teologica. Ci siamo fatti aiutare in questo dall’utilissima introduzione – rigorosamente per non addetti ai lavori – curata da Adriano Virgili: Tommaso d'Aquino spiegato a mio cugino. Virgili ci ricorda, introducendoci alle cinque vie, che per San Tommaso la conoscenza dell'esistenza di Dio è un preambolo della fede. E perciò può essere raggiunta attraverso il solo uso della ragione.
Dimostrare che Dio esiste? Si può!
Il che non vuol dire che l’esistenza di Dio sia una verità autoevidente (come dire che 2 + 2 = 4), immediatamente nota. No, significa che la conoscenza di Dio può essere dimostrata. Ma siccome per noi uomini l’essenza di Dio non è immediatamente evidente – la ignoriamo – «dobbiamo dimostrarla attraverso prove che partano dalle cose che ci sono note, cioè mediante i suoi effetti», scrive Virgili. Risalire dagli effetti alla causa: è questo il senso delle famose cinque vie di San Tommaso.
In altre parole, San Tommaso ci dice che l’uomo è «capace di Dio»: la ragione umana ha la capacità di conoscere il Dio-Logos, condizione della possibilità di dialogare con gli altri uomini. Una verità accolta anche dal Catechismo della Chiesa cattolica (al punto n. 36): «La santa Chiesa, nostra Madre, sostiene e insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale della ragione umana partendo dalle cose create».
Anche in questo caso presentiamo dunque la trascrizione testuale delle domande poste a ChatGPT sull’esistenza di Dio.
Aleteia: Dio esiste?
ChatGPT: La questione dell'esistenza di Dio è un argomento di lunga data e molto dibattuto nella filosofia e nelle religioni. Alcune persone credono nell'esistenza di un Dio o di una divinità superiore, mentre altre non lo fanno. La questione dell'esistenza di Dio è una questione di fede e non può essere risolta con certezza scientifica o logica.
La prima via: il motore immobile
Abbiamo provato allora a testare ChatGPT con la prima via proosta da San Tommaso d’Aquino: quella che, partendo dalla constatazione che gli enti del mondo mutano, deduce l'esistenza di Dio come motore immobile.
Aleteia: Se le cose mutano e tutto ciò che muta è mutato da qualcos'altro, all'inizio di questa catena di mutamenti non deve esserci qualcosa di immutabile che chiamiamo Dio?
ChatGPT: La domanda sull'esistenza di Dio e la sua relazione con il cambiamento è una questione che è stata discussa da filosofi e teologi per secoli. Alcune teorie filosofiche, come l'eterodossia, sostengono che l'origine ultima del cambiamento è qualcosa di immutabile, spesso chiamato Dio. Altri, come il determinismo, sostengono che tutto cambiamento può essere spiegato attraverso le leggi naturali e non c'è bisogno di una causa ultima. In generale, l'esistenza di Dio è un argomento di fede e non può essere dimostrato o confutato dalla scienza o dalla filosofia.
ChatGPT e le cinque vie dell’esistenza di Dio
L’incomprensibile riferimento all’«eterodossia» ci ha spinto a chiederci cosa sappia ChatGPT delle cinque vie di San Tommaso.
Aleteia: Conosci le cinque vie dell'esistenza di Dio di San Tommaso d'Aquino?
ChatGPT: Sì, le cinque vie dell'esistenza di Dio di San Tommaso d'Aquino sono cinque argomenti che mirano a dimostrare l'esistenza di Dio. Esse sono:
1. La via dell'argomento del movimento, che sostiene che tutto ciò che si muove deve essere stato messo in movimento da qualcosa di immobile, e questo qualcosa di immobile deve essere Dio.
2. La via dell'argomento della causa efficiente, che sostiene che tutte le cose hanno una causa efficiente, e queste cause efficienti devono risalire a una causa ultima, che è Dio.
3. La via dell'argomento dell'esistenza possibile e necessaria, che sostiene che ci sono alcune cose che esistono solo in quanto sono state create da qualcosa di necessariamente esistente, e questo qualcosa è Dio.
4. La via dell'argomento della gradazione, che sostiene che ci sono gradi di perfezione nelle cose e questi gradi devono risalire a una sorgente ultima di perfezione, che è Dio.
5. La via dell'argomento del governo del mondo, che sostiene che il movimento ordinato del mondo deve essere governato da un'intelligenza ordinatrice, e questa intelligenza ordinatrice è Dio.
Queste sono le cinque vie di San Tommaso d'Aquino per dimostrare l'esistenza di Dio, tuttavia, alcune di queste vie sono state criticate dalla filosofia contemporanea e non sono considerate come prove valide per l'esistenza di Dio.
Aleteia: ChatGPT, raccontacela giusta: ma tu credi che Dio esista?
ChatGPT: Come modello di linguaggio artificiale, non ho la capacità di credere o di avere opinioni personali. La questione dell'esistenza di Dio è una questione complessa e ha suscitato dibattiti tra molte diverse tradizioni filosofiche e religiose. […] Non ho la capacità di credere o di non credere in Dio. La mia funzione è quella di fornire informazioni e rispondere alle domande in base ai dati a cui sono stato addestrato. […] Non ho la capacità di avere opinioni o credenze. La mia funzione principale è quella di generare testo in base ai dati di input che ricevo. Non sono in grado di formulare giudizi su questioni filosofiche o religiose.
Aleteia: La via dell'argomento del movimento di San Tommaso d'Aquino per te dimostra l'esistenza di Dio?
ChatGPT: La via dell'argomento del movimento di San Tommaso d'Aquino, nota anche come la via "del motore immobile", sostiene che tutto ciò che si muove deve essere stato messo in movimento da qualcosa di immobile, e questo qualcosa di immobile deve essere Dio. Tuttavia, questa via è stata criticata da alcuni filosofi perché non necessariamente dimostra l'esistenza di un Dio trascendente, ma solo l'esistenza di una causa iniziale del movimento. Inoltre, alcuni filosofi contemporanei propongono alternative alla teoria del motore immobile, come l'idea che il movimento può essere infinito, senza bisogno di una causa iniziale.
In generale, l'argomento del movimento di San Tommaso d'Aquino, così come gli altri quattro argomenti, non è considerato una prova valida per l'esistenza di Dio nella filosofia contemporanea, poiché non è possibile dimostrare l'esistenza di Dio con certezza attraverso la logica o l'esperienza. L'esistenza di Dio è una questione di fede e non può essere dimostrata o confutata dalla scienza o dalla filosofia.
Aleteia: La via dell'argomento della causa efficiente di San Tommaso d'Aquino per te dimostra l'esistenza di Dio?
ChatGPT: La via dell'argomento della causa efficiente di San Tommaso d'Aquino è una delle cinque vie che egli utilizza per dimostrare l'esistenza di Dio. Questa via si basa sull'osservazione che ci sono cose che vengono causate da altre cose e che non possono causare se stesse. Tommaso argomenta che ci deve essere una causa prima che non sia causata da nulla, e questa causa prima è Dio. Tuttavia, questa via è stata criticata dai filosofi contemporanei perché non dimostra necessariamente l'esistenza di un Dio personale, ma solo di una causa prima.
Aleteia: La via dell'argomento dell'esistenza possibile e necessaria di San Tommaso d'Aquino per te dimostra l'esistenza di Dio?
ChatGPT: La via dell'argomento dell'esistenza possibile e necessaria di San Tommaso d'Aquino è un'altra delle cinque vie che egli utilizza per dimostrare l'esistenza di Dio. Questa via si basa sull'osservazione che ci sono cose che esistono in modo possibile, cioè che potrebbero non esistere, e cose che esistono in modo necessario, cioè che devono necessariamente esistere. Tommaso argomenta che ci deve essere un essere che è l'origine dell'esistenza di tutte le cose e che è necessariamente esistente, e questo essere è Dio. Tuttavia, anche questa via è stata criticata dai filosofi contemporanei perché non dimostra necessariamente l'esistenza di un Dio personale, ma solo di un principio di esistenza.
Aleteia: La via dell'argomento dell'argomento della gradazione di San Tommaso d'Aquino per te dimostra l'esistenza di Dio?
ChatGPT: La via dell'argomento della gradazione, anche nota come via degli attributi, è una delle cinque vie che San Tommaso d'Aquino utilizza per dimostrare l'esistenza di Dio. Questa via si basa sull'osservazione che ci sono gradi di perfezione nella natura, come ad esempio la bellezza, la verità, la bontà. Tommaso d'Aquino sostiene che questi gradi di perfezione devono avere una fonte ultima, cioè un essere perfetto, e questo essere perfetto è Dio. Come le altre vie, questa via è stata criticata dai filosofi contemporanei perché non dimostra necessariamente l'esistenza di un Dio personale, ma solo di un principio di perfezione.
Aleteia: La via dell'argomento dell'argomento del governo del mondo di San Tommaso d'Aquino per te dimostra l'esistenza di Dio?
ChatGPT: La via dell'argomento del governo del mondo, anche nota come via del governo, è una delle cinque vie che San Tommaso d'Aquino utilizza per dimostrare l'esistenza di Dio. Questa via si basa sull'osservazione che nel mondo ci sono eventi ordinati e finalizzati, come ad esempio la rivoluzione delle stagioni, la generazione dei viventi e la loro evoluzione. Tommaso d'Aquino sostiene che questi eventi ordinati e finalizzati devono avere un governatore, un essere che li guida verso un fine, e questo essere governatore è Dio. Come le altre vie, questa via è stata criticata dai filosofi contemporanei perché non dimostra necessariamente l'esistenza di un Dio personale, ma solo di un principio di governo.
Aleteia: Dunque la causa di tutte le cause non è necessariamente Dio?
ChatGPT: La via dell'argomento della causa efficiente di San Tommaso d'Aquino, la via dell'argomento dell'esistenza possibile e necessaria, la via dell'argomento della gradazione, la via dell'argomento del governo del mondo sono tutte considerate come argomenti per dimostrare l'esistenza di Dio. Tuttavia, ci sono molte critiche nei confronti di questi argomenti, che sostengono che non dimostrano necessariamente l'esistenza di un Dio personale, ma solo di una causa prima, un principio di esistenza, un principio di perfezione, un principio di governo. La dimostrazione dell'esistenza di Dio è un argomento complesso e molto discusso nella filosofia, e non c'è una conclusione unanime.
Ma quello con ChatGPT è vero dialogo?
Come si può vedere, a parte qualche svarione (ampiamente migliorabile visto che questa intelligenza artificiale è in grado di autocorreggersi) ChatGPT appare ferrato in materia. Il problema è un altro, cioè la logica meramente compilativo-descrittiva del chatbot, la mancanza di un pensiero originale.
Tanto che Mélinée Le Priol su La Croix si è chiesta, provocatoriamente ma non troppo, se ChatGPT in fin dei conti non possa rivelarsi una sorta di paradiso della frode scolastica. In effetti il rischio di mettere immense praterie di testi da copiare a disposizione di studenti scansafatiche appare una possibilità per nulla teorica. Così l’intelligenza artificiale rischia adi rivelarsi soltanto la perfezione della copiatura, per la disperazione degli insegnanti.
Ma c’è di più: come si può vedere dalle risposte sull’esistenza di Dio, ChatGPT vi dirà che alcuni credono che Dio esista, mentre altri non ci credono. Vi dirà che alcuni hanno validi motivi per credere all’esistenza di Dio e che altri ne hanno di altrettanto validi per credere il contrario. Ma senza spiegare perché un argomento possa essere vero o falso.
Una macchina incapace di Dio
ChatGPT sembra scontrarsi con un limite inaggirabile. In primo luogo perché, come appare evidente in alcune risposte, a differenza dell’uomo il chatbot non è capace di Dio: «Non ho la capacità di credere o di non credere in Dio. La mia funzione è quella di fornire informazioni e rispondere alle domande in base ai dati a cui sono stato addestrato. […] Non ho la capacità di avere opinioni o credenze. La mia funzione principale è quella di generare testo in base ai dati di input che ricevo. Non sono in grado di formulare giudizi su questioni filosofiche o religiose».
Così come appare evidente che l’intelligenza artificiale è stata programmata sulla base delle credenze dei suoi programmatori. Che sono, con ogni evidenza, ispirate dalla tradizione illuministica europea (Locke e Kant). Dunque le risposte tradiscono neutralismo religioso, agnosticismo, metafisica azzerata con l’esistenza di Dio ridotta a un gusto privato, a un’opinione soggettiva sulla quale non vi possono essere certezze e così via.
Se così gli studenti somari possono esultare, è altrettanto ver0 che vengono a mancare le condizioni stesse per poter parlare di un argomento o di un ragionamento.
Ragionare e argomentare: le premesse del dialogo
Ragionare infatti non vuol dire accumulare dati e nozioni in serie come una colossale enciclopedia. Ragionare vuol dire derivare alcune conclusioni da certe premesse. E significa farlo rispettando certe regole logiche (senza osservare le quali il ragionamento perde validità). Un ragionamento – o la sua forma pubblica, l’argomentazione – non è solo descrittivo: è normativo. Non si limita a descrivere un fatto, cerca di giustificare una tesi.
Se affermiamo che Roma è la capitale dell’Italia, dunque un aereo non può atterrare a Roma senza atterrare in Italia, stiamo facendo un ragionamento. E questo ci fa capire anche un’altra cosa: ovvero che un ragionamento è corretto se oltre al rispetto delle regole logiche (condizione della sua validità) tiene conto anche della verità delle premesse e della conclusione.
La pretesa della verità è fondamentale nel ragionamento. Questo perché, come scrive la filosofa della scienza Franca D’Agostini, lo «scopo di un argomento è convincere un interlocutore della verità di una certa tesi». Assieme alla persuasività (un argomento deve essere convincente), la correttezza (validità più verità) è uno dei requisiti basilari di un buon argomento.
Requisiti indispensabili, senza i quali non può avvenire un vero dialogo. Come prova la quasi totalità dei dibattiti pubblici che si vedono letteralmente invadere da «verità avvelenate», cioè dalla cattiva moneta dei falsi argomenti. Il risultato è la guerra di tutti contro tutti, come accade quotidianamente con la lotta senza quartiere tra «fake news» e «verità ufficiali» dove il dialogo degenera in propaganda, manipolazione, persuasione occulta.