Vangelo di mercoledì 11 gennaio
E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. (Marco 1,29-39)
Gesù che agisce nel tempio è abbastanza comprensibile. Gesù che agisce in casa è invece davvero una buona novella. Infatti nel passo del Vangelo di oggi Gesù va a casa di Simone e lì in quella casa incontra la sofferenza di una donna:
La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.
Quanta sofferenza c’è a volte nascosta nelle nostre case. Sofferenza che magari non traspare all’esterno, che non viene messa in piazza, che non conosce nessuno. Gesù si fa vicino proprio a questo tipo di sofferenza.
Egli lascia che si possa raccontare a lui il dolore specifico di qualcuno che ci sta a cuore. I familiari della casa di Simone si affrettano a parlargli di lei. È il grande potere dell’intercessione.
Non dobbiamo mai pensare che pregare per le persone a cui vogliamo bene sia inutile. Gesù ascolta sempre ciò che nasce dal cuore, e certe volte non possiamo far altro che aiutare chi ci è più vicino pregando per loro, specie quando umanamente non riusciamo o possiamo fare di più.
La reazione di Gesù è straordinariamente bella:
Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
Gesù si accosta al dolore di questa donna, la prende per mano, la libera, la mette nella condizione di poter fare lei qualcosa a sua volta.
Questo può ottenere una preghiera fatta con fede. Ma bisogna stare attenti a non trasformare Gesù in un fenomeno da baraccone. Il cristianesimo non è mai la fiera del sensazionalismo, ma ogni miracolo ha sempre lo scopo di avvicinarci al cuore del Vangelo.
I miracoli fini a se stessi producono cristiani che smettono di esserlo appena smette il sensazionalismo. Ciò che invece opera Gesù non è mai passeggero, è profondo, e rimane.