Sono passati già ventinove anni, quando a Roma nasceva la prima comunità di accoglienza “Nuovi Orizzonti”. Qui centinaia di giovani, provenienti da esperienze estreme, iniziano a ricostruire se stessi attraverso un programma pedagogico riabilitativo.
In breve tempo la comunità si è trasforma in una vera e propria "factory dell’amore", un grande circuito di solidarietà e accoglienza. Sono gli stessi ragazzi, che accolti e riconciliati, sentono il desiderio, l'urgenza di impegnarsi in prima persona in azioni di solidarietà a sostegno di chi è in grave difficoltà.
Testimoni di Resurrezione
L'occasione della festa di "Nuovi Orizzonti" raddoppia perché coincide con la festa del battesimo di Gesù, e così la celebrazione stessa diventa il luogo che testimonia il grande dono di Dio che si ripete in ogni ragazzo salvato e accompagnato verso una vita di pienezza. Ogni ragazzo diventa testimone della Salvezza.
“A Nuovi Orizzonti si respira sempre una forte presenza dello Spirito e si contempla l’Opera di Dio che trasforma vite spezzate in testimoni della Resurrezione e autentici missionari che portano il carisma specifico della Gioia in un Mondo che sta agonizzando per la mancanza di Amore, la solitudine e l’indifferenza globalizzata - ha dichiarato nel suo messaggio rivolto alla comunità, il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto del Dicastero dei Vescovi della Santa Sede - Auguro a tutta la famiglia di Nuovi Orizzonti di proseguire con audacia nell’essere porzione di Chiesa in uscita nelle periferie esistenziali di tanti cuori, perché oggi c’è tanto bisogno e il Vangelo della Gioia è la vera cura alle malattie dell’anima che stanno portando troppa morte. La vostra testimonianza è un grande segno e seme di speranza” ha concluso Ouellet
“Con il cuore ricolmo di gratitudine ringraziamo Dio per questa grande famiglia e per i tanti miracoli che abbiamo contemplato in questi anni. - spiega Chiara Amirante, Fondatrice della Comunità - In questi giorni di preghiera affideremo ogni persona ferita nel cuore, nell’anima e dalle sferzate della vita, certi che per tutti esiste una possibilità sempre per ripartire e rinascere”.
Una storia che comincia dagli ultimi
A raccontare alcuni episodi è Chiara Amirante stessa in un breve testo apparso su Credere che spiega bene il ruolo specifico della festa del Battesimo di Gesù per la Comunità:
Nel gennaio 1994 con i primi ragazzi accolti abbiamo fatto un’esperienza meravigliosa, in cui abbiamo capito che nascevamo come comunità grazie a una forte benedizione dello Spirito Santo.
Per nove giorni, abbiamo fatto un ritiro un po’ particolare, perché i ragazzi del gruppo erano persone piuttosto “speciali”. Per dirvene una, c’era un ragazzo in permesso premio dal carcere, che la notte ululava tipo lupo mannaro. C’era di tutto e di più, eppure è stato un ritiro bellissimo. Avevamo fatto in modo che i nove giorni finissero con la festa del battesimo di Gesù, con l’obiettivo di chiedere in quel giorno il dono dello Spirito Santo con la fede dei piccoli.
Quel giorno abbiamo fatto un’esperienza che mi ha totalmente ribaltato: nel momento stesso in cui abbiamo intonato un semplicissimo canto di invocazione allo Spirito Santo con tutto il cuore, abbiamo sperimentato la grazia della Pentecoste; ho avuto la sensazione fisica che il cielo si aprisse: infatti, scendeva una grazia e una potenza dall’alto per cui anche i cuori più duri si scioglievano. Ci siamo ritrovati tutti in lacrime di commozione, di gioia e di pentimento che solo Dio può suscitare. Siamo rimasti in cappella per la potenza della presenza e della forza di Dio dalle nove di mattina alle dieci di sera, con una mezz’oretta per il pranzo. Alla sera ho dovuto buttare fuori tutti perché ho pensato: «Qui mi entrano in un’overdose di preghiera!». Non volevano uscire, perché l’esperienza della presenza di Dio era stata talmente forte che ci aveva travolti come solo Lui sa fare. Poi c’è stata una pioggia di grazie e ci siamo trovati a parlare in lingue e non capivamo un granché. Abbiamo fatto la prima forte esperienza di essere «un cuor solo e un’anima sola» in Dio, investiti dalla potenza della grazia del Signore.
Emerge dai racconti di Chiara ma è dalle parole di don Davide Banzato che la conobbe nel 1995 «Eravamo tutti colpiti dal sorriso solare che le illuminava il volto. Era stata presentata come la fondatrice di una nuova comunità chiamata Nuovi Orizzonti. Anche lei aveva una parlata romana ed era simpatica. Le sue parole catalizzavano tutti».
La testimonianza di Chiara Amirante era orientata sulla sua avventura nell’inferno della strada alla Stazione Termini degli anni ’90. Un vero Bronx. Da giovane, racconta Don Davide Banzato, riportando la testimonianza di quella ragazza fino ad allora sconosciuta – aveva avuto una malattia grave. Si trattava di un’uveite cronica anteriore e intermedia con interessamento della retina, probabilmente connessa alla sindrome di Behçet, altra patologia tremenda di cui erano presenti tutti i sintomi.
Dopo aver perso otto decimi di vista, era stata sottoposta a cure dolorose, come iniezioni di cortisone negli occhi ogni due giorni. A un certo punto della storia era successo qualcosa di straordinario. Dopo una preghiera rivolta a Dio, era completamente guarita, senza che restasse nessuna traccia postuma della malattia e recuperando totalmente la vista, anzi arrivando a undici decimi!
Per i medici era stata una guarigione inspiegabile, per lei era la risposta di Dio a una precisa preghiera: aveva chiesto di essere messa nelle condizioni fisiche per poter andare dai ragazzi di strada, da chi stava male e ancora non aveva conosciuto l’amore di Dio, per condividere il “vero miracolo” – così lo aveva definito – ovvero la scoperta che anche nella sofferenza più atroce è possibile custodire una pace interiore frutto della comunione con Dio.
Ma la spinta interiore che le ha fatto iniziare questo cammino - che non si è mai fermato - di servizio ai ragazzi più disagiati, è la stessa Chiara Amirante a definirla «folle e irrazionale». «Così – svela in un libro – una sera mi sono rivolta a Dio con una semplice preghiera: “Padre, non so se questa idea matta di andarmene di notte in strada in cerca dei più disperati sei tu a metterla nel mio cuore. Io sono consapevole che per una ragazza sarebbe molto pericoloso, ma se per caso sei tu che fai crescere questo desiderio dentro di me, dammi un segno: dammi un minimo di salute in più perché io possa realizzarlo”». Così fu.
La "Spiritherapy" di Chiara
Spiritherapy di Chiara Amirante è un percorso di conoscenza di sé e di guarigione interiore sull’Arte d’amare che può accompagnarti a scoprire il prodigio che è in te, la scintilla divina impressa nella tua anima, per farla risplendere in tutta la sua bellezza e vivere ogni attimo della tua vita in pienezza. Un percorso per raggiungere la piena felicità, la pace e la libertà interiore imparando l’arte d’amare.
Come? Facendo un serio percorso di conoscenza di sé per scoprire più profondamente: chi siamo realmente, al di là delle tante etichette in cui siamo spesso imprigionati; cosa vogliamo davvero; dove desideriamo andare; quali mete vogliamo raggiungere; che senso vogliamo dare alla nostra vita.
Tante voci di ringraziamento
Se i volontari di Nuovi Orizzonti, i Cavalieri della Luce, sono 700mila, tra le persone che hanno trovato pace e rinascita grazie alla testimonianza di Chiara e alla "Spiritherapy" ci sono personaggi famosi, in primis Don Davide Banzato, che ora è uno stretto collaboratore di Chiara Amirante e che nel suo libro, “Tutto ma prete mai”, ricorda che scriveva «lettere a Chiara Amirante e le sue risposte erano motivo di grande gioia. Mi confermava nelle scelte incoraggiandomi a continuare. Ho ritrovato una sua lettera che porta sulla busta il timbro del 30 maggio 1996: “Carissimo Davide, sono stata molto contenta di ricevere di nuovo tue notizie. Riguardo alla tua proposta di venire a trascorrere un periodo in comunità: se sono d’accordo sia il tuo padre spirituale che i tuoi genitori, sei BENVENUTISSIMO!!!”».
Ma c'è anche il cantante Nek ha partecipato, in un momento buio della sua vita, al corso di Spiritherapy. «Faccio parte di Nuovi Orizzonti dal 2005 – spiega Nek – Da allora ho intrapreso un cammino di fede che non avrei mai pensato di vivere. Non perchè mi senta certamente arrivato alla conoscenza profonda della fede stessa, quanto alle esperienze vissute che hanno accresciuto me stesso e il mio mondo interiore. Una tra queste “avventure” spirituali è certamente la spiritherapy, o meglio la “conoscenza di sé”».
«Questo percorso mi ha aiutato a confrontarmi e riconoscere certi comportamenti dannosi per la mia crescita interiore o essere in grado di contrastare certi stati d’animo figli anche di questo tempo. O ancora lasciare fiorire qualità non ancora espresse. Ammettere i propri limiti e lavorare su ciò che posso esprimere. Infine – conclude Nek – e molto più semplicemente poter seguire Chiara Amirante in questi suoi viaggi nella conoscenza di sé attraverso la parola di Cristo. Li ho trovati fondamentali in quelli che sono i miei comportamenti nel quotidiano e nella mia vita professionale. Conoscere se stessi significa imparare a vivere meglio».
Qualcosa di simile è successo a Matteo Marzotto, imprenditore ha spiegato: «Avevo una voragine dentro Chiara con pazienza infinita mi ha dato delle ripetizioni di spiritualità in diretta. Immaginate che fortuna che ho avuto».
La Spiritherapy è stato «un aiuto vero, prezioso strumento per affrontare la vita e le sue inevitabili prove, anche del lavoro. L’avventura per conoscere veramente se stessi – prosegue Matteo Marzotto – e avere finalmente una vita piena, più serena, più consapevole, più coraggiosa. E piena di gioia. La “mia” Spiritherapy è un percorso straordinario nel cammino della fede e della vita. Con umiltà e onestà ma perseveranti in ogni difficile passo, saldi nella speranza di rimanere e magari crescere nella di Cristo Risorto»
Ma anche don Giacomo Pavanello, che oggi è parroco di San Giuseppe Cottolengo, che la diocesi di Roma ha deciso di affidare alla Comunità Nuovi Orizzonti, racconta:
«Quando ero giovane – racconta – sono rimasto affascinato dal modello di evangelizzazione che mette in atto la Comunità, l’evangelizzazione di strada, la vita fraterna senza distinzioni clericali. Il prete dentro la Comunità stessa, inserito tra i laici e le famiglie, come accadeva tra i primi cristiani. Sono andato a vedere di persona e ho scoperto che tutto questo era realtà».
Nel tempo anche persone come Andrea Bocelli o il giornalista Fabio Fazio si sono avvicinati a Nuovi Orizzonti, "catturati" dal carisma di Chiara Amirante. Il maestro Bocelli in una intervista disse, a questo proposito, che cosa significhi far parte della Comunità:
«Non è tanto difficile per me che ho sempre avuto questa inclinazione verso la verità e la libertà (…) per me essere Cavaliere della Luce vuol dire portare la verità e la libertà costi quel che costi. E lo faccio volentieri e devo dire senza fatica».
Riconoscimenti e nuovi impegni
Non sono mancate le tribolazioni in questi anni, per Chiara Amirante, come i nuovi problemi di salute e le vessazioni in Bosnia Erzegovina di funzionari che hanno taglieggiato la Comunità che regolarmente va in pellegrinaggio a Medjugorje. Ma ha anche ricevuto gli omaggi della Repubblica italiana, quando il Presidente Sergio Mattarella l'ha insignita dell'onorificenza di Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana per il suo impegno per gli ultimi nel 2021. Impegno che mai si è affievolito e anzi si è allargato alla solidarietà verso la popolazione ucraina martirizzata dalla guerra e nella costante richiesta di "Pace!"