"Santo subito", come invocato in piazza San Pietro durante i funerali: ci sono possibilità che per Benedetto XVI si apra un processo di canonizzazione rapido, come avvenuto per san Giovanni Paolo II, morto nel 2005 e canonizzato già nel 2014?
“Non tirerà il freno”
Sul “Resto del Carlino”, Alberto Melloni, storico delle religioni, sostiene che l’avvio di un eventuale processo di canonizzazione nei confronti di Ratzinger dipenderà anche dalla volontà di quello attuale, cioè di Papa Francesco. “Non tirerà il freno, mettendosi in cattiva luce con chi lo ha contestato, o ha sbandierato quel ‘Benedetto è il mio papa’ che proprio Ratzinger non avrebbe tollerato”, spiega l’esperto.
La strategia di Francesco
“Francesco si trova nella posizione di chi deve decidere se creare un precedente - ha aggiunto Melloni -. Se si dimetterà, diventerà difficile per il successore non fare come due predecessori. E se canonizzerà il predecessore, diventerà impossibile per il successore non canonizzare lui”. Quindi il Papa potrebbe decidere di lasciar chiedere la santità a qualcun altro, non ostacolando però l’istruzione della causa.
I precedenti dei Papi santi
Ma attenzione. Perché la strada verso la santità è molto più complicata di quello che si possa pensare. Melloni ricorda che i due papi della riforma gregoriana, Leone IX e Gregorio VII, sono diventati santi rispettivamente 27 anni e cinque secoli dopo. Anche Pio V dovette aspettare un secolo e mezzo dalla sua scomparsa per la canonizzazione. Mentre Pio XII è rimasto venerabile.
Papa Francesco ha reso più breve il processo di canonizzazione nei confronti di Giovanni XXIII nel 2014 e lo stesso Ratzinger nei confronti di Giovanni Paolo II, la cui causa di beatificazione si aprì poche settimane dopo la morte, senza aspettare gli anni previsti dal codice.
Come si svolge il processo di canonizzazione
Il percorso di possibile canonizzazione lo segue la congregazione (il ministero) “per le cause dei santi”, situata in un palazzo a pochi metri da piazza San Pietro dove, proprio come avviene in un tribunale, si istruiscono le cause che possono portare a proclamare la santità di una persona dopo la sua morte.
Si inizia con una proposta di avvio del processo: se la richiesta viene accettata dal vescovo della Chiesa locale, dove il candidato ha trascorso la vita e ha operato, si parte con il procedimento vero e proprio. Prima di diventare Santo, il candidato deve essere riconosciuto servo di Dio, venerabile e beato: la santità è quindi solo l’ultimo gradino di una lunga scala. (Tag24, 4 gennaio).
Cosa ha scritto Francesco su Benedetto XVI
Papa Francesco sinora non ha parlato di “fama di santità” per Benedetto XVI. Ma nel libro postumo di Ratzinger, nella prefazione, si esprime così: «Quello di Benedetto XVI è e rimarrà sempre un pensiero e un magistero fecondo nel tempo». Perché «la ricerca del dialogo con la cultura del proprio tempo è sempre stato un desiderio ardente di Joseph Ratzinger. Lui, da teologo prima e da pastore dopo, non si è mai confinato in una cultura solo intellettualistica, disincarnata dalla storia degli uomini e del mondo».
“Faceva teologia in ginocchio”
E infine: «Benedetto XVI faceva teologia in ginocchio. Il suo argomentare la fede era compiuto con la devozione dell’uomo che ha abbandonato tutto se stesso a Dio e che, sotto la guida dello Spirito Santo, cercava una sempre maggior compenetrazione del mistero di quel Gesù che lo aveva affascinato fin da giovane», scrive Bergoglio (Open, 4 gennaio 2023).