«Siamo ancora qui, nella lotta e nella fede. Ancora una notte insieme». Con queste parole Kely Nascimento, figlia dell'intramontabile campione brasiliano Pelé, 82 anni, ha pubblicato su Instagram una foto insieme al padre appena pochi giorni fa. O Rei, il Re del calcio Pelé e la sua famiglia speravano ancora, ma alla fine sono scaduti sia i 90 minuti, che i tempi supplementari per il campione, diventato icona stessa del calcio brasiliano e forse del calcio tutto. Pelé ad 82 anni si è spento nel letto di ospedale, stroncato dal cancro al colon. Finisce dunque un'era sportiva, con la sua scomparsa.
Dolce e drammatica
Dicevamo dell'affetto che emergeva invece nell'immagine dolce e drammatica allo stesso tempo, come evidenziava Vanity Fair (27 dicembre), di una figlia che assiste con un abbraccio nel letto di ospedale, nella camera in cui O Rei, unico calciatore nella storia a vincere tre Mondiali, era ricoverato dal 29 novembre scorso.
Il bollettino ufficiale dell’ospedale
L'ultimo bollettino medico diramato dall'ospedale “Albert Einstein” di San Paolo, dove il campione è ricoverato, confermava le gravi condizioni di salute di Pelé, a cui è stato diagnosticato circa un anno fa un tumore al colon. «Il tumore al colon sta progredendo. Il paziente ha bisogno di maggiore assistenza per curare l'insufficienza renale e cardiaca», si leggeva nelle parole diffuse dall'ospedale, che testimoniavano la gravità delle condizioni di salute.
In questo frangente il campione, finché è stato lucido, e la sua famiglia, hanno visto in Dio e nelle fede una bussola a cui aggrapparsi fino all'ultimo, per accompagnare il campione all'incontro con il Signore.
Dio, fama e pazienza
Pelé non ha mai nascosto il suo rapporto con la fede. «A volte non si sente prigioniero della sua fama?», gli ha chiesto un giornalista nel 2015.
«Beh, alcune volte sì, ma Dio sa a chi dà le cose, e se Lui mi ha dato la fama, l’affetto di milioni di persone, la curiosità di centinaia di giornalisti, il denaro, il dono di saper giocare a calcio… mi ha dato anche la pazienza per sopportare le cose sgradevoli che queste circostanze possono comportare. Sono Pelè. Lo so. Pelè è un insieme di cose, e non vale accettare quelle gradite e rifiutare quelle che non lo sono».
“Solo Dio mi può togliere il calcio”
Quando si diceva che sembrava che le sue capacità declinassero ha detto: «Dio mi ha dato il calcio, e solo Lui me lo può togliere. Dal 1962 hanno detto che questo regno era terminato, poi lo hanno ripetuto nel 1966… Il fatto è che sono qui, disposto a giocare un’altra Coppa del Mondo. Quello che Dio dà solo Dio lo toglie». Era la vigilia del Mondiale del Messico 1970, e Pelè continuava ad essere la star indiscussa della Nazionale brasiliana.
Un dono del cielo
Secondo Pelè, il suo agire sul campo, più che un prodotto delle sue capacità e qualità, era “un dono del cielo, qualcosa che mi ha dato Dio” (Aleteia, 2017).