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Abusi, Padre Rupnik: la diocesi di Roma gli toglierà gli incarichi

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 27/12/22
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Ecco cosa ha detto il cardinale De Donatis sul caso del gesuita (pentito) accusato di abusi sessuali (prescritti)

E' avvolto nel ciclone degli abusi sessuali, il padre gesuita sloveno Marko Rupnik, e ora viene stoppato anche dalla diocesi di Roma: sinora il Vicariato non si era ancora pronunciato sul suo caso, risalente agli novanta e ormai prescritto, ma una nota ufficiale, diffusa alla vigilia di Natale, ha finalmente acceso i riflettori su Rupnik.

Le parole del cardinale di Roma

Il cardinale vicario Angelo De Donatis fa sapere nel comunicato stampa, che, pur procedendo «secondo una strada certa: noi ministri di Cristo non possiamo essere meno garantisti e caritatevoli di uno Stato laico, trasformando de plano una denuncia in reato», resta però «primario e fondamentale accogliere con profondo rispetto il dolore e la sofferenza di tutte le persone coinvolte in questa vicenda». 

Per questo interverrà sugli incarichi che padre Rupnik continua ad avere in vicariato (Rettore della Chiesa San Filippo Neri all'Esquilino e di Membro della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra ed i Beni Culturali) e sul Centro Aletti di cui, secondo il sito ufficiale, continua a essere direttore (Famiglia Cristiana, 27 dicembre)

Le attività di Rupnik nella diocesi di Roma

«Padre Rupnik finora - si legge nella nota del cardinale De Donatis - aveva prestato numerosi e preziosi servizi di carattere ministeriale alla Chiesa di Roma: tra i tanti, che hanno segnato la sua diuturna collaborazione, il cui inizio risale a molti anni orsono, spiccano in particolare l’attività di predicatore di ritiri ed esercizi, soprattutto al Clero romano, e l’attività artistica che lo ha portato fra l’altro a decorare anche la Cappella del Seminario Romano Maggiore».

Di cosa è accusato 

Le accuse di abusi sessuali compiuti negli anni Novanta a danno di suore della comunità di Loyola, a Lubiana, hanno dato luogo a un processo presso la Dottrina della fede. In un primo momento scomunicato e poi, dopo il suo pentimento, riammesso nella comunione ecclesiale, il gesuita – i cui reati sono prescritti – continua, però, a sottostare alle «misure cautelari» comminate dalla Compagnia di Gesù durante l’indagine previa. 

Cosa gli è stato proibito

La stessa Compagnia dei Gesù ha fatto sapere, infatti, che, nonostante la prescrizione, intende continuare nei confronti di padre Rupnik con «la proibizione dell'esercizio del sacramento della confessione, della direzione spirituale e dell'accompagnamento di Esercizi Spirituali». Tra le accuse al gesuita anche quella di aver assolto, proprio in confessione, un complice degli abusi.

La nota della diocesi di Versailles

Intanto, scrive ancora Famiglia Cristiana, prendono le distanze dal gesuita, autore di importanti mosaici sia in Vaticano che nel resto del mondo, sia la diocesi di Versailles, in Francia, che lo aveva incaricato della decorazione di una nuova chiesa e che ha deciso di interrompere la collaborazione; sia i vescovi sloveni che hanno dichiarato: «Nonostante alcuni fatti siano, dal punto di vista giuridico, ormai prescritti rimangono sempre detestabili e condannabili».

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