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L’amicizia, un bene ancora più prezioso della fraternità 

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Jean-Paul Vesco, o.p. - pubblicato il 21/12/22
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Nel saggio “L’Amitié” (Bayard 2022), mons. Jean-Paul Vesco ragiona delle molteplici dimensioni dell’impegno amicale, ben oltre il livello della fraternità. Per l’Arcivescovo di Algeri, il cammino dell’amicizia sta al cuore dei nostri amori.

Al centro di quello che chiamiamo “grande discorso dell’Ultima Cena”, vero testamento spirituale di Gesù ai suoi apostoli, si trova questa frase: 

Non vi chiamo più “servi”, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone: vi ho chiamati amici, perché tutto quello che ho sentito da mio Padre ve l’ho fatto conoscere. 

Ci si aspetterebbe piuttosto che Gesù dica ai suoi apostoli, e attraverso loro a ciascuno di noi, “non vi chiamo più servi, ma fratelli”, perché è tramite la sua filiazione sostanziale che abbiamo la facoltà di chiamare Suo Padre “Padre nostro”. E invece è la parola “amici” che Gesù sceglie. Fratelli, gli apostoli lo sono per la vita e per la morte dopo quello che hanno vissuto e che ancora avrebbero vissuto nelle ore seguenti a quest’ultima Cena. 

Ma l’amicizia porta in sé un’intensità di amore che la fraternità, da sola, non dice. Nell’amicizia ci si affida reciprocamente, ci si lascia toccare più intimamente di quanto la fraternità permetta e comandi. È di fatto questa la punta più fine della fraternità. 

Prendere l’amicizia sul serio 

In quest’ultima sera, ciò che rivela Gesù ai suoi apostoli (e dunque a ciascuno di noi) è che non li ha amati solo come dei fratelli, ma come degli amici: 

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 

Bisogna allora che prendiamo sul serio l’amicizia, se vogliamo comprendere l’amore che Gesù ci lascia come eredità e come comandamento. L’amicizia non si può racchiudere in alcuna delle categorie dell’amore – l’amore degli amanti, l’amore dei fratelli di sangue e neppure l’amore per i nemici. Essa sta al cuore di ciascuno di tali amori. 

Ben lungi dallo spegnere l’amore degli amanti, l’amicizia tra gli sposi conferisce all’amore coniugale la sua forza e la sua bellezza. È l’amicizia tra gli sposi che rende impareggiabile l’amore coniugale. Una signora di una certa età mi confidava un giorno di non riuscire a elaborare il lutto del marito, morto cinque anni prima, e aggiunse: «Con mio marito ho perso il mio migliore amico». Esiste una più bella dichiarazione d’amore? 

Da adulti, quando i nostri genitori sono estinti, che resta dell’amore tra fratelli di sangue se gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza non hanno tessuto vincoli di amicizia? E che significa “amare i nemici”, senza spingere l’amore fino a vedere un amico in chi ci tratta da nemici? Sta in questo la potenza delle parole del beato Christian de Chergé, il priore dei monaci di Tibhirine, nella parte finale del suo testamento spirituale: 

E anche tu, amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo “grazie”, questo “a-Dio” provvisto da te. E che ci sia concesso ritrovarci, ladroni felici, in paradiso, se così piace a Dio, Padre di entrambi. 

Al cuore della nostra umanità 

Solo poche considerazioni, ma sufficienti per suggerire che l’amicizia, lungi dall’essere un valore debole, un poco aneddotico o facoltativo, sta inscritta al cuore della nostra umanità – a uguale titolo della fede. Essa ci dà accesso alla sfera più semplice della vita, come alle vette più alte della spiritualità, al punto che Simone Weil ha potuto scrivere che l’amicizia pura ha in sé qualcosa di sacramentale. 

Impegnarsi sul cammino dell’amicizia, senza la quale la fraternità cristiana è ampiamente svuotata di contenuti, trasforma il rapporto col mondo e con le persone. Mediante la sete che suscitano i gesti, l’attenzione e gli sguardi dell’amicizia, impegnarsi su questo cammino espone a diventare ben presto validi concorrenti per il campionato del mondo di promesse d’amicizia non mantenute. L’autore di queste righe sa fin troppo bene di cosa parla… 

Pratica:

Jean-Paul Vesco, L’Amitié, Bayard, septembre 2022, 120 pages, 14, 90€

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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