Tra i nuovi venerabili autorizzati da Papa Francesco il 17 dicembre 2022, spicca per fama il nome del gesuita padre Matteo Ricci (1552, Macerata - 1610, Pechino), uno dei maggiori protagonisti dello slancio missionario della Chiesa in Asia, pioniere dell’evangelizzazione della Cina.
La controversia su padre Matteo
Subito dopo la sua morte, è stato coinvolto nella lunghissima controversia dei riti che contestò la sua interpretazione dei riti confuciani per gli antenati come cerimonie civili e non religiose. Tali riti erano espressione di una concezione della famiglia e di un’idea dell’ordine sociale che non erano né anticristiani, né antiumani e Ricci li ritenne leciti sulla linea poi raccomandata da Propaganda Fide dal 1622 di accettare la cultura di qualsiasi popolo in tutto ciò che non è contrario all’insegnamento cristiano.
La “sentenza” di Pio XII
Ma ci sono voluti più di tre secoli perché gli venisse riconosciuto che aveva ragione. Solo nel 1939 Pio XII dichiarò che i cattolici potevano partecipare a tali riti, quando però ormai in tutto l’Estremo Oriente la modernità li aveva svuotati di importanza e la questione aveva perso di rilievo ai fini dell’evangelizzazione.
La tomba a Pechino
Oggi Matteo Ricci – in cinese Li Madou – è tra i pochi stranieri pubblicamente ricordati e onorati in Cina: la sua tomba a Pechino – curiosamente situata nel comprensorio della Scuola di marxismo-leninismo – è sopravvissuta a molte ondate di distruzione rivoluzionaria. Non è un caso, inoltre, che a riconoscerne le virtù eroiche sia ora papa Francesco, convinto sostenitore del dialogo con la Cina malgrado difficoltà e problemi.
I compagni di padre Matteo
Tra i compagni di Ricci si ricordano in particolare i tre “pilastri” della Chiesa cattolica in Cina: Li Zhizao, Yang Tingyun e Xu Guangqi. Insieme ai gesuiti hanno praticato la strada del dialogo interculturale, allora un’esperienza rara e oggi una necessità diffusa per cristiani “in uscita” che non vogliano restare chiusi dentro i confini dell’Europa o dell’Occidente (Avvenire, 18 dicembre).
La Chiesa dei gesuiti a Macerata
Il Decreto con cui padre Matteo Ricci diventa venerabile, arriva "provvidenzialmente nel giorno in cui a Macerata riapre alla vita cittadina e al culto pubblico la Chiesa-Collegiata dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, chiesa gesuitica annessa al collegio dei Padri dove lo stesso padre Matteo Ricci studiò da giovane e cominciò il suo cammino verso la consacrazione religiosa da gesuita”, fa sapere la diocesi di Macerata.
“Le indagini confermano la santità”
"Con questo atto molto importante il processo per la Beatificazione di Padre Matteo raggiunge l'ultimo traguardo - si legge nella nota - la Chiesa dichiara che tutte le indagini svolte in questi anni, prima a livello diocesano poi vaticano, confermano la santità di Padre Matteo. Ora si attende solo una conferma 'più alta' con le prove di un miracolo avvenuto per intercessione di Padre Matteo Ricci" (Ansa, 17 dicembre).