Sinisa Mihajlovic e quelle tre ore di colloquio con Papa Francesco, avvenute nel mezzo della battaglia contro la leucemia, che non è riuscito a sconfiggere. L’allenatore del Bologna ed ex calciatore, morto il 16 dicembre 2022 a soli 53 anni, aveva definito quell'incontro del 2021 con il papa «una esperienza indimenticabile».
Il primo incontro con un Papa è stato con Wojtyla
Non è stata la prima volta che Mihajlovic, fervente cristiano, ha dialogato con un pontefice. «Ero stato da Papa Wojtyla tre volte mentre questa era la prima con Papa Francesco. Ho avuto una grandissima impressione perché è un uomo saggio, simpatico e anche con la battuta pronta. Sono andato con mia moglie e mia suocera e quando le ho presentate mi ha detto, “Ti dovrebbero fare santo subito visto che ti sei portato anche la suocera!”» (Tuttosport).
“Gli ho raccontato la malattia”
Mihajlovic, che si definiva «metà cattolico e metà ortodosso», ha partecipato a questo lungo incontro organizzato dal canale televisivo Nove con altri 5 personaggi famosi e persone protagoniste di storie emozionanti. «È stato gentilissimo con tutti. Ha ascoltato tutte le nostre storie, di persone che con la forza di volontà o la fede sono riuscite a superare montagne difficilissime, io per la malattia».
“Quando lo senti parlare, ti lascia un segno dentro”
L’allenatore del Bologna ha raccontato le emozioni che ha vissuto. «Ho ricevuto la sensazione di avere di fronte un uomo con una saggezza enorme. Lo dimostra anche il fatto che siamo stati tre ore ma a me il tempo è sembrato volare, mi è parso che sia durato cinque minuti (…). Ho capito la grandezza della persona, ha davvero qualcosa in più. Quando lo senti parlare, per quello che dice e come lo dice lascia un segno dentro di te. Subito».
Il Papa è un “tuttocampista”
Tuttosport chiedeva a Mihajlovic una metafora calcistica per Francesco: “Per il suo modo di agire lo vedrebbe meglio in porta, a centrocampo o in attacco?” E Sinisa rispondeva così: «Il Papa è un tuttocampista, può ricoprire ogni ruolo. L’importante è che stia in campo. Farebbe la differenza».