Vangelo di mercoledì 7 dicembre
Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero». (Matteo 11,28-30)
Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.
Il senso di non farcela o di sentirsi schiacciati è un esperienza che prima o poi si affaccia nella nostra vita. In quei momenti nessuna parola o ragionamento ci è di aiuto, ma sentirsi presi a cuore da qualcuno aiuta molto.
L’esperienza di fede non è solo trovare una chiave di lettura alla vita, ma è sperimentare un misterioso abbraccio che ci prende a cuore soprattutto quando le forze vengono meno.
D’altronde è uno dei doni dello Spirito, “la fortezza”, “la consolazione”. Ma Gesù nel Vangelo di oggi ci indica come poter accogliere questo dono:
Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero.
In pratica significa fondamentalmente due cose: prendere il suo giogo indica lo smettere di vivere le cose da soli, poggiandosi sulle nostre sole forze; la potenza della fede è sapere di non essere soli, di poter vivere “insieme” a Cristo qualunque circostanza della nostra vita.
La seconda cosa è la mansuetudine e l’umiltà, cioè la scelta di non vivere in continua agitazione e ribellione, ma con l’atteggiamento di chi affronta ciò che ha dinanzi senza perdere tempo nel lamentarsene. Vivere così alleggerisce la vita.