L'Avvento ci mette ogni anno in contatto con San Giovanni Battista. Quando questi ha iniziato a predicare nel deserto, è accaduto un fatto sorprendente. Il Vangelo riferisce che “Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui”. Quanto ho letto questa frase, quello che mi ha lasciato perplesso è stato il termine “tutta”. Tutti, andavano tutti. È un miracolo.
Cosa mai spingeva un'intera popolazione ad abbandonare il proprio comfort e a spingersi nel deserto per riconoscere i propri peccati?
Un ricordo significativo della mia infanzia riguarda mia madre e il sacramento della Confessione. Avevo probabilmente nove o dieci anni, e ricordo che un piacevole sabato pomeriggio, mia madre di punto in bianco mi ha chiesto se volevo andare a fare un giro con lei. Ho detto di sì, contento. Siamo entrati nella station wagon di famiglia e abbiamo guidato fino alla chiesa di San Bernardo. Mi ricordo che quando siamo entrati nel parcheggio era totalmente deserto. Mia madre ha parcheggiato, ha preso la borsa, ha tirato fuori un fazzoletto e se lo è messo in testa (erano gli anni Sessanta), poi siamo entrati in chiesa. E mia madre è andata a confessarsi.
Sono rimasto molto colpito da questo. Il Mistero di Dio e la Sua misericordia erano ovviamente reali per mia madre. Mi ha fatto venire voglia di conoscere quel Dio irresistibile che mia madre amava così tanto da interrompere una delle sue rare occasioni di relax un sabato pomeriggio e che l'aveva spinta a porsi alla Sua Presenza. E lì, nell'oscurità del confessionale, si è inginocchiata e ha affidato umilmente a Dio la parte meno edificante di se stessa. Usciva sempre dalla chiesa felice.
Come ha detto Papa Benedetto XVI, l'Avvento ci invita ad affrontare il rischio di metterci alla presenza misteriosa di Dio, l'Unico che possa renderci liberi.
Affrontiamo il rischio di farci avanti ascoltando l'invito del Battista a pentirci. “Il pentimento”, nota San Bernardo, “è il sentimento di una persona irritata con se stessa”. Non si tratta, però, di umiliazione o condanna di se stessi. Ecco cosa dice S. Cirillo di Alessandria: “La fede in Cristo è la più alta forma di pentimento”. E la fede è riconoscere una Presenza che ci cambia.
Una grazia notevole dell'Avvento è la consapevolezza del fatto che c'è Qualcosa di più Grande dei miei peccati, e che quel Qualcosa di più Grande mi chiama sempre a uscire da me stesso... ad allontanarmi da invidia ed egoismo. Il pentimento è semplicemente la confessione del fatto che non possiamo essere davvero noi stessi senza un Altro. Che si tratti di un pastore, di uno dei magi o anche di un angelo, per essere me stesso ho bisogno di Qualcuno più Grande di me. Ed è per questo che trascorriamo l'Avvento raddrizzando le nostre vie verso la mangiatoia.
Per fare questo, andiamo nel deserto, perché è un luogo in cui sentiamo la nostra impotenza, la nostra nullità. Il deserto ci priva di tutte le scuse che accampiamo, di tutta l'autosufficienza, di compromessi, delusioni, e delle bugie su cui facciamo affidamento. L'esperto di Scrittura Erasmo Leiva-Merikakis spiega:
“Ogni parola veramente nuova inizia nel deserto, la terra disabitata in cui nulla viene dato per scontato e dove niente finge di essere ciò che non è... 'Pentitevi!' significa 'Allontanate la mente dagli atteggiamenti che avete definito per voi stessi come obiettivo della vostra vita, e tornate a Dio'. Il pentimento è il cuore che si scioglie perché possiamo iniziare a muoverci, perché dove non c'è movimento non c'è vita”.
È questo il desiderio del deserto. Iniziamo a muoverci per compiere una buona Confessione d'Avvento.