Può sorprendere, che si voglia tentare di rispondere alla domanda sul numero degli angeli. Eppure essa ha lungamente impegnato l’attenzione dei Padri e dei Dottori della Chiesa. Quando ci si lancia nelle ricerche, alcune risposte fanno capolino, soprattutto nella Bibbia e negli scritti dei grandi santi.
Le Scritture mettono inscena infatti immense «armate celesti». In una visione, il profeta Daniele vede l’Eterno accompagnato e servito da milioni di spiriti celesti:
Migliaia di migliaia Lo servivano e miriadi di miriadi stavano davanti a Lui.
Quando – la sera del Giovedì Santo – Cristo ordina a Pietro di rinfoderare la spada, si riferisce anch’egli a “dodici legioni di angeli”:
Credi tu che io non possa chiamare mio Padre, che subito metterebbe a mia disposizione più di dodici legioni di angeli?
Come precisa Anne Bernet nella sua Enquête sur les anges [Inchiesta sugli angeli, N.d.T.] (Artège), san Girolamo avrebbe stimato, relativamente al passo specifico, il numero di angeli evocato in qualcosa come 72mila. Ovviamente si tratta di cifre simboliche che dànno l’idea dell’incalcolabile. E tuttavia lo si dica riportando anche questa nota di Gregorio Magno: si tratta di un «numero finito agli occhi di Dio, ma infinito davanti a quelli umani».
La moltiplicazione dei capolavori di Dio
Soprannominato “dottore angelico”, san Tommaso d’Aquino ha lasciato un pensiero teologico luminoso sugli angeli, tutori personali (così ne parla nella Summa Theologiæ). Nell’opera in questione egli spiega la loro moltitudine con alcuni argomenti. Per lui esistono tre grandi tipi di creature:
- in primo luogo quelle del cosmo (creature materiali);
- quindi gli angeli (creature spirituali), buoni o cattivi;
- infine l’uomo, al crocevia tra i due mondi.
Se l’esistenza degli angeli è per lui un’evidenza, san Tommaso aggiunge che senza le creature spirituali il creato non sarebbe completo. Gli angeli sono creature perfette, ed è nella perfezione che Dio si compiace: pertanto ha voluto
moltiplicare il proprio capolavoro e creare molti più angeli che creature materiali o materiali-e-spirituali.
Un altro argomento-chiave del maestro domenicano tocca la giustizia divina, che non
potrebbe ammettere – spiega Anne Bernet – che il numero dei maledetti sia maggiore di quello degli eletti – si ricordi che Dio prevede da tutta l’eternità sia la defezione dei demonî sia la perdizione degli uomini trascinati da quelli all’inferno.
Altri santi, in particolare certi grandi mistici, hanno sottolineato nei racconti delle loro visioni «innumerevoli schiere fiammeggianti». Padre Pio afferma anche che «ciò che ci appare vuoto è in realtà pieno di angeli».
Nove cori angelici
Malgrado il grande numero di angeli, non esiste la minima possibilità di confusione tra loro: al contrario, prevale il massimo ordine. Dio, per il quale la moltitudine degli angeli è una gloria, ha stabilito un’ineffabile armonia. Esistono (questa dottrina è stata canonizzata dallo pseudo-Dionigi Areopagita) nove cori di spiriti celesti: sono divisi in tre gerarchie, ciascuna a propria volta suddivisa in tre ordini distinti. La prima gerarchia comprende
- i serafini,
- i cherubini e
- i troni;
la seconda
- le dominazioni,
- le potenze e
- le virtù;
la terza gerarchia comprende
- i principati,
- gli arcangeli e
- gli angeli.
Se le Scritture non menzionano la scala delle loro dignità, e se non tutti i padri della Chiesa hanno adottato una classificazione univoca e uniforme dei cori celesti, i teologi sono unanimi nel classificarli nell’ordine pseudo-dionisiaco. Ogni coro si distingue dagli altri per il proprio particolare ministero e per il grado di eccellenza e di grazia che gli è proprio. La vocazione prima dei cori è di manifestare lo splendore dell’Essere di Dio, la loro missione fondamentale è di condurre gli uomini in Cielo, di preparare l’incontro delle anime con Dio. Questi innumerevoli custodi dell’ordine – intelligenti e liberi messaggeri tra Dio e gli uomini – proteggono gli uomini e pregano per loro, incoraggiano le loro anime verso la santità.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]