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In giro tra portici, birra e stadio: lo “stile” del vescovo di Arezzo

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 05/12/22
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Dal 27 novembre, monsignor Migliavacca si è insediato nella diocesi della città toscana. E già desta curiosità il suo approccio con i fedeli

Il nuovo vescovo della diocesi di Arezzo fa tendenza: monsignor Andrea Migliavacca, reduce dall’esperienza in un’altra diocesi toscana, quella di San Miniato,  Nell’antica diocesi che ha appena compiuto 400 anni, si era inventato anche l’aperitivo in piazza, la piazza davanti alla Cattedrale naturalmente. Ed era diventato un appuntamento fisso e molto frequentato dai giovani. 

Tra corso e mercatini

Ad Arezzo lo si è visto sin dal giorno dell’insediamento tra migliaia di giovani a tagliare da parte a parte il Corso e visitare i mercatini di Natale. Uno stile pastorale che sta facendo effetto.

La birra dopo la messa

Già da domenica, tra la gente che lo salutava per strada: o tra quelli che andava a salutare lui, nei bar o sotto i portici. Ed era solo l’inizio. Proprio in quella serata il gran finale se lo era ritagliato con i seminaristi, i quasi venti ragazzi che con Riccardo Fontana avevano affollato i saloni della piazzetta in cima a piaggia del Murello di Arezzo. Non solo birra, beninteso.

Una messa insieme, una preghiera, una riflessione guardandosi negli occhi, nello stile delle catechesi conciliari. E’ lo stesso vescovo Migliavacca a ricordarlo. "Certo, è tutto vero: ma la birra era solo il momento finale di una bella serata”.

Allo stadio a vedere l’Arezzo calcio

Il vescovo “cool” è andato anche allo stadio, in tribuna, a vedere la partita dell’Arezzo calcio, e si è impegnato a discutere, tranquillamente con i tifosi. Anche perché lo sport è una delle sue passioni: in testa il nuoto, poi le grandi camminate, ma anche il pallone non scherza.

In Cittadella della Pace

Poi c’è stato il primo impatto con la Cittadella della Pace di Arezzo. Scandito dall’incontro con i ragazzi del quarto anno, nella scuolina aperta quest’anno dai testimoni della Shoah. Poi in chiesa, per conoscere le radici storiche, quelle che raramente vengono a galla per un’associazione che guarda molto alla cronaca. E infine i ragazzi dello studentato, quelli dei paesi in guerra.

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