Un tempo, la Chiesa lo faceva di continuo. Prendeva la vita del santo del giorno, la raccontava dal pulpito ai fedeli, e con l’occasione proponeva loro una sfida che aveva quasi il sapore del gioco: perché non sforzarci di imitare il santo, compiendo in prima persona una di quelle azioni che lo hanno reso celebre?
Certo: in teoria, i santi andrebbero imitati 365 giorni all’anno. Ma i grandi cambiamenti iniziano a partire dalle cose piccole, e le sfide che ci paiono alla nostra portata sono quelle in cui ci gettiamo più volentieri. E poi, come dice il proverbio: “da cosa nasce cosa”. Dopo aver compiuto un singolo atto di bene, e dopo averne saggiato i benefici, magari qualcuno si sarebbe affezionato a quella buona pratica, decidendo di fare il bis…
Ma se la cosa funzionava così bene con i nostri progenitori, non sarebbe forse il caso di riproporla anche oggi? Noi ce lo siamo chiesto e ci è sembrato che la risposta potesse essere “sì”: e così abbiamo deciso di proporre, per questo mese di dicembre, un elenco quotidiano di azioni cristiane variamente collegate al santo del giorno. Iniziamo oggi con i santi della prima settimana, per chi vorrà aderire alla nostra proposta per collezionare un piccolo tesoretto di buone azioni. Quale modo migliore per concludere il 2022 (e magari per rendere grazie dei doni che ci ha portato)?
1 Dicembre Sant’Eligio di Noyon: mettiti al servizio della tua parrocchia!
Sant’Eligio (588 - 660) è ricordato come il vescovo della diocesi francese di Noyon. Ma questo non ci dovrebbe ingannare: in realtà, l'uomo divenne sacerdote quando era già in età avanzata, grazie a una vocazione tardiva; per buona parte della sua vita, Eligio visse nello stato laicale esercitando il mestiere di orafo e dirigendo la zecca reale.
Difficile santificarsi mentre si maneggia denaro da mane a sera, ma sant’Eligio ci riuscì senza problemi; lo fece, innanzi tutto, esercitando la professione con la massima onestà e con totale trasparenza. Ma non solo: il santo ebbe cura di mettere le sue abilità al servizio della Chiesa. Pare infatti che visitasse spesso le sacrestie delle chiese francesi (e soprattutto di quelle più piccole, situate nelle periferie povere della città) domandando di volta in volta ai parroci se avessero per caso bisogno di qualche oggetto sacro per la liturgia, che però erano troppo poveri per comprare.
Se la risposta era “sì” (e lo era spesso!), sant’Eligio era ben lieto di realizzare personalmente gli oggetti desiderati, senza chiedere nulla in cambio: ancor oggi molte chiese francesi conservano calici da Messa e vasi sacri che (almeno secondo la tradizione) furono realizzati proprio da quell’orafo santo.
Onoriamo la festa di sant’Eligio compiendo un’azione cristiana
Niente di più facile: basterà andare dal nostro parroco e chiedergli se la chiesa ha delle necessità a cui potremmo provvedere (…e fidatevi: non necessariamente ci sarà bisogno di metter mano a un lingotto d’oro!).
2 dicembreSanta Bibiana. Sostieni i monasteri coi tuoi regali di Natale!
Nel pieno centro di Roma, a pochi passi dalla stazione Termini, se ne sta (seminascosta e snobbata dai turisti) una chiesa che è in realtà un piccolo capolavoro; se non altro perché fu il primo edificio su cui lavorò un giovanissimo Bernini. Stiamo parlando della chiesa di santa Bibiana, che sorge appunto sul luogo in cui la giovane martire perse la vita durante le persecuzioni anticristiane di Giuliano l’Apostata (361-363).
Sappiamo per certo che, nel V secolo, esisteva già in quel luogo una chiesa dedicata alla santa. Ma fu papa Onorio III, all’inizio del Duecento, ad ampliare l’edificio dando ordine di fargli costruire vicino un grande monastero, oggi non più esistente.
Ebbene: all’interno del monastero, nacque una delle più grandi farmacie della Roma medievale; i monaci-speziali lavoravano senza sosta per mettere le loro conoscenze a disposizione della popolazione, creando farmaci erboristici che vendevano ai bisognosi (e che, in particolar modo, offrivano ai pellegrini che giungevano numerosi sul luogo del martirio di santa Bibiana per chiederle la grazia di una guarigione).
Onoriamo la festa di santa Bibiana compiendo un’azione cristiana
Penso proprio che a santa Bibiana non dispiacerebbe vederci ricorrere a un’erboristeria monastica, proprio come facevano un tempo i fedeli che si recavano in pellegrinaggio presso la sua chiesa! In effetti, ancor oggi esistono numerosi monasteri che mettono a punto cosmetici e prodotti erboristici di vario tipo. Sceglierli per i nostri regali di Natale potrebbe essere un modo per far arrivare concretamente il nostro aiuto a queste piccole comunità monastiche: e poi, volete mettere la sorpresa di chi scarterà il suo dono trovandoci dentro un prodotto così diverso da quelli che si vedono normalmente sugli scaffali del supermercato?
Perdipiù, gli agi di questa nostra epoca moderna ci permettono di fare shopping direttamente dal divano, senza dover intraprendere un pellegrinaggio: esistono degli e-shop specialistici (come per esempio Terra in cielo o Emporium Est) tramite i quali è possibile ordinare in pochi click tutti i prodotti che desideriamo. Più comodo di così!
3 dicembreSanta Emma di Lesum. Supporta i pastori della tua comunità!
Naturalmente, il 3 dicembre è anche la festa di san Francesco Saverio. Ma l’apostolo delle Indie non si offenderà di certo se oggi decideremo di proporre all’attenzione dei lettori la vita di una santa meno nota, che pure il martirologio ricorda in questo stesso giorno: Emma di Lesum. La nobildonna, che visse nei decenni a cavallo tra il X e l’XI secolo, sfruttò la sua posizione altolocata per favorire in ogni modo i suoi sudditi meno fortunati, finendo col guadagnarsi le antipatie dei suoi parenti che la ritenevano fin troppo generosa.
Una leggenda racconta che, nel 1032, le si rivolse una delegazione di pastori che provenivano dalle terre confinanti: una grave siccità aveva seccato tutta l’erba degli alpeggi che i mandriani erano soliti utilizzare. Non avendo altri terreni a disposizione in cui far pascolare le loro pecore, e conoscendo la carità della contessa Emma, i pastori si erano recati da lei supplicandoli di donar loro una certa quantità di terreni con cui sostentare le loro greggi.
Di buon grado, la nobildonna promise che avrebbe donato loro un appezzamento di terreno di perimetro pari a quanto un uomo sarebbe riuscito a percorrere in un’ora. Ma il suo perfido cognato, che era lì presente, intervenne domandando di poter essere lui a scegliere l’uomo a cui far compiere la prova; e puntò il dito su un pastore più morto che vivo, visibilmente sciancato e piegato in due dalla vecchiaia. Ma le vie del Signore sono infinite: quel vecchierello storpio riguadagnò miracolosamente la salute e, correndo come un pazzo, riuscì a percorrere parecchi chilometri in quei sessanta minuti che gli erano stati dati. E così, i pastori ottennero in dono un appezzamento di terreno tale da permetter loro di sfamare agevolmente tutte le loro greggi: una storia a lieto fine.
Onoriamo la festa di sant’Emma compiendo un’azione cristiana
E facciamolo restando in zona “regali di Natale” (del resto, il periodo è quello giusto!).
Non sono solamente i monaci ad aver bisogno di aiuto, in questo inverno difficile che sta mettendo tutti a dura prova: e allora, perché non approfittare di queste feste per sostenere i pastori e i contadini locali, mettendo in tavola prodotti alimentari di filiera corta?
Ci sono mille modi per farlo, naturalmente: tra i molti, segnaliamo la possibilità di ricorrere a uno dei tanti Gruppi di Acquisto Solidale attivi sul territorio, che mettono in contatto i consumatori e i produttori della zona. Il portale L’Alveare che dice sì ne racchiude molti, comodamente elencati regione per regione: chissà, magari ce n’è uno attivo vicino a casa vostra, e voi non lo sapevate!
Il piano B potrebbe essere quello della… adozione a distanza (ebbene sì). Basterà digitare su Google una chiave di ricerca sulle linee di “adotta una pecora” per venire reindirizzati a una infinità di siti che propongono vere e proprie forme di sostegno a distanza in virtù delle quali si supporta un caseificio a conduzione familiare ricevendo in cambio una certa quantità di formaggio (e, spesso, la possibilità di far visita alla “propria pecora” durante i mesi estivi, per la gioia dei bambini).
Domenica 4 DicembreSan Pietro il Pettinaio. Dai il tuo massimo al lavoro, domattina!
San Pietro il Pettinaio potrebbe essere additato come il classico esempio di santità che trova modo di esprimersi al meglio sul posto di lavoro. Sembrerebbe il ritratto di un qualche santo uscito dalle fila dell’Opus Dei, ma la particolarità di questa storia è che Pietro visse nella Toscana duecentesca, morendo a Siena nel 1289. Ricco imprenditore, si guadagnava da vivere commercializzando pettini per telai, ma lo faceva avendo cura di svolgere il suo lavoro alla luce del Vangelo.
Innanzi tutto, potendoselo permettere, applicava sconti molto generosi ogni volta che si trovava a dover servire un cliente in difficoltà economiche. In secondo luogo, passava ore e ore a esaminare scrupolosamente tutta la sua merce, alla ricerca di ogni minimo difetto; e quando trovava un pettine che era anche solo minimamente danneggiato, lo buttava in Arno senza troppi complimenti. A chi lo rimproverava di essere esagerato, rispondeva facendone una questione d’onore: «io non voglio che niuna persona abbia da me mala mercatantia!», spiegava con fermezza.
Onoriamo la festa di san Pietro il Pettinaio con un’azione cristiana
Ad esempio, abbracciando la sua dedizione alla causa e promettendo a noi stessi di dare il massimo, sul posto di lavoro, domattina, per iniziare la settimana con il piede giusto. Niente distrazioni, niente pause caffè più lunghe del dovuto, niente lavori chiusi frettolosamente perché ormai è quasi ora di staccare. E, nel caso: niente rimproveri più duri di quanto sia veramente necessario.
E sospetto che anche evitare i pettegolezzi fra colleghi potrebbe essere una buona idea che san Pietro approverebbe!