Le imminenti festività natalizie, che vedranno coniugare – come amava salmodiare amabilmente il mio precedente parroco – "mistica" e "mastica", si rivelano il momento migliore per presentare il libro, appena pubblicato, di Romana Cordova dal titolo "Il cibo e i santi. 40 ricette 40 santi" (Berica editrice, collana Uomovivo).
L'autrice è di Reggio Calabria ma vive a Verona con suo marito. Adora stare ai fornelli e pubblica spesso sui suoi canali social piatti salati e dolci con cui coccola parenti e amici.
La raccolta di ricette "Il cibo e i santi"
Dopo aver condotto su Radio Maria per tre anni la trasmissione radiofonica "Cucinare con i Santi e non solo", ha dato alle stampe questa raccolta di ricette tradizionalmente associate a quelli che lei indica come "Amici tanto cari", modelli da seguire e a cui rivolgersi per chiedere con fiducia aiuto.
La Cordova nell’introduzione sottolinea come
Il rapporto con il cibo è in un certo senso rapporto con Dio. Mangiare è vitale, essenziale per la sopravvivenza, imprescindibile. Di conseguenza, proprio perché è vitale è gioia. Inoltre è dono di Dio e della sua Provvidenza e consumarlo insieme è comunione. L’Eucarestia avviene in una mensa.
Festeggiamo i santi con pietanze a loro ispirate
Si è rivelato pertanto naturale per i credenti dedicare ai Santi cibi e pietanze per festeggiarli in occasione della loro memoria liturgica. Ricette, provenienti dal mondo contadino e monastico, che vedono impiegati ingredienti semplici, ispirate allo stile di vita di un determinato Santo o evocative di episodi storici o leggendari che ne caratterizzano la figura.
In definitiva, come l’autrice conclude nella sua presentazione, una “raccolta di ricette (che) vuole contribuire a rendere omaggio e a diffondere il culto dei Santi anche (…) attraverso il buon cibo. E dal nutrimento del corpo evoca e congiunge la necessità del nutrimento dell’anima”.
Da questa raccolta di mistica e mastica abbiamo scelto per voi due Sante, la cui memoria liturgica cade in questo periodo di Avvento, con le relative ricette delle pietanze a loro dedicate.
1Santa Caterina d'Alessandria
Santa Caterina d’Alessandria era una giovane egiziana della omonima città dell’Egitto, martirizzata nel IV secolo a causa del rifiuto di onorare gli dei pagani. È considerata la patrona delle ragazze in cerca di marito. La ricetta delle sue caramelle nasce in Canada ad opera di Marguerite Bourgeoys, una suora della Congrégation de Notre-Dame à Montréal, che nel 1653 intese istruire le ragazze della sua scuola a preparare questa prelibatezza per rendersi interessanti agli occhi dei ragazzi.
Tiré: le caramelle di Santa Caterina
Ingredienti: 220 g. di zucchero Cassonade; 14 g. di sciroppo di mais; 165 g. di melassa; 60 ml di acqua; 50 g di burro + per imburrare
Procedimento: per prima cosa unire tutti gli ingredienti in una casseruola e a fuoco medio raggiungere la temperatura di 126° da misurare attentamente con un termometro da cucina.
Poi, quando si sarà formato un composto tutto sciolto, versarlo in una teglia grande e imburrata. Lasciare raffreddare fino a quando sarà possibile maneggiarlo.
Quindi, ungere le mani di burro e tirare il composto allungandolo e poi ripiegandolo su se stesso. Tirarlo nuovamente e ripetere queste operazioni fino a quando non raggiungerà un colore uniforme dorato. Con delle forbici tagliare piccole parti rettangolari e confezionare le Tiré (le caramelle “allungate” in francese) avvolgendole in pezzetti di cellophane formandola classica caramella.
Tradizionalmente vengono preparate in occasione della festa di Santa Caterina, il 25 novembre.
2Santa Barbara
Santa Barbara, vissuta in Asia Minore, in quella che è l’attuale Turchia, è una martire del III secolo per aver abbracciato contro il volere del padre, che la denunciò alla magistratura romana, la fede cristiana insieme alla madre.
Burbarah: il dolce di Santa Barbara
Burbarah è il dolce preparato per la sua festa, che ricorre il 4 dicembre, dai cristiani in Medio Oriente, in paesi come Siria, Libano, Palestina e Giordania. L’ingrediente principale è il grano cotto, elemento legato alla Santa che fa riferimento all’episodio della sua vita in cui riuscì a fuggire di prigione nascondendosi in un campo di frumento dove si sfamò mangiandone i semi.
Ingredienti: 500 g. di grano decorticato; 500 g. di uva passa; 500 g. di albicocche secche; 20 cucchiai di zucchero semolato; 2 cucchiaini di semi di finocchio; 2 cucchiaini di cannella in polvere; 2 cucchiaini di semi di anice; 1 cucchiaino di chiodi di garofano macinati, 1 cucchiaino di noce moscata in polvere; noci sgusciate q.b.; mandole perlate q.b.; chicchi di melograno q.b.
Procedimento: il primo passaggio da fare è sciacquare il grano sotto l’acqua corrente e metterlo in ammollo per circa 12 ore in acqua pulita. Trascorso questo tempo bisogna scolarlo e versarlo in una pentola con acqua fredda, coprire con un coperchio e lasciar cuocere fino a quando non sarà tenero.
Poi, aggiungere lo zucchero e le spezie di cui i chiodi di garofano pestati finemente. Tagliare le albicocche a piccoli pezzetti e aggiungerle al grano insieme all’uva passa. Lasciar cuocere ancora per 10 minuti.
Infine mettere la crema che si sarà formata in coppette e aggiungere sopra un pò di noci tritate, qualche mandorla e una manciata di chicchi di melograno.
Non c’è che da leccarsi i baffi, già solo pregustando questi due dolci "pre-natalizi!".