Si chiama mistica nuziale e consiste nell’accogliere la trasformazione richiesta da Gesù per entrare nel Regno dell’Amore: un percorso dove anche le sofferenze più atroci vengono accolte con la pace interiore, e Mariachiara Messina, malata di cancro, sapeva bene a cosa stesse andando incontro. L’incontro con Gesù, la presa d’atto di questo cammino, avviene il 21 gennaio 2014, tre anni prima che la giovane ragazza siciliana, vola in cielo al termine di una grave forma di tumore della ghiandola detta "timo", che non le aveva lasciato scampo.
L’Amore eterno e fedele
Mariachiara Messina muore nel 2017 in concetto di santità, secondo molti che l’avevano conosciuto. Ma quel giorno del 2014 è decisivo. Perché in quell'occasione comprende che il suo percorso è quello che va dall’amore umano, che coincide con il bisogno di essere amata, all’Amore eterno e fedele, cioè all’amore casto per Gesù. Prima di morire, la giovane ne aveva parlato con Don Emanuele di Santo., in conversazioni private, da cui il sacerdote ha preso spunto per scrivere il libro “Con la croce nel cuore e la risurrezione sul volto – Ritratto spirituale di Mariachiara Messina” (Tau editrice).
Il diario di Mariachiara
«Ho capito da qualche giorno - scriveva nel suo diario Mariachiara Messina - che Gesù vuole iniziare con me un processo di trasformazione, ma può farlo solo se io accetto di iniziare e questo significa che devo dire il mio sì, che sarà un processo non facile, ma impegnativo, in quanto ci saranno delle prove anche non facili da affrontare e ciò vuol dire che io credo che nessuno può costringermi mai a fare qualcosa (peccati) che non voglio (il male ti può tentare, è vero, ma poi sei tu a fare il peccato o a rifiutarlo), e nessuno può superare le prove per me, come per magia, ma devo essere io stessa ad affrontarle».
La presenza di Gesù
Mariachiara pensava che questa trasformazione consistesse nel rinunciare a commettere peccati. Ma Gesù si spingeva oltre. «Una trasformazione da ciò che mi ha da tempo preannunciato, ma io non avevo inteso. Nè avevo abbastanza fede da poter capire, né tutt’ora mi viene facile capire come possa essere che proprio io avrò questa trasformazione. Io così nulla in tutte le cose, sotto tutte le sfaccettature».
“Sofferenza diventa Pace”
La giovane, malata di cancro e sofferente, in un misticismo nuziale ormai sempre più nitido, sosteneva che «Dio vuole con la sua Bontà usare me perché nella debolezza (mia) Lui mostra la sua Potenza. E maggiore è la debolezza, maggiore sarà la Grandezza della Potenza che Egli potrà manifestare. E ho capito che questo sarà il mio percorso, da percorrere per trasformarmi, e sarà un percorso pieno di fatiche. Nel percorso Sofferenza diventa Pace e Tristezza diventa Gioia».
La mistica nuziale
Questa pagina del 21 gennaio 2014, scrive Don Emanuele di Santo., è fondamentale perché traccia un percorso di mistica nuziale, ispirato alla spiritualità del Cantico dei Cantici, che Mariachiara medita attraverso la lettura di un testo spirituale moderno: “Piedi di cerva sulle alte vette” di Hannah Hurnard. Si tratta di una curiosa allegoria, narrata come una fiaba, del viaggio mistico verso Dio da parte dell’anima, che passa dalla paura all’Amore attraversando la valle delle prove e della sofferenza. Mariachiara vi si rispecchia, rileggendo in filigrana il cammino di trasformazione che Dio sta operando in lei.
Accettare la propria fragilità
Accettando i suoi doni e i limiti dettati dalla fragilità della sua condizione di salute, Mariachiara Mattei è giunta alla sua opzione fondamentale: amare Dio nella sua concreta situazione pur non facendo una scelta di vita (consacrata o coniugale). Qualcuno potrebbe pensare che questo sia dipeso soltanto dal fatto che, man mano che la malattia avanzava, le possibilità di realizzare una scelta qualsiasi diminuivano fino ad apparire speranze illusorie. In realtà, c’è stata in Mariachiara un’evoluzione interiore, che l’ha portata a scegliere Gesù come suo unico Sposo.
6 aprile 2014: vivere con Gesù sulla croce
Iil 6 aprile 2014, la giovane morta in concetto di santità, annota nel suo diario: «Ogni sofferenza mi sarà gradita perché è un privilegio che il Signore mi concede, in quanto è un modo di vivere con Gesù sulla croce, accanto a Lui, completare la Passione, essere offerta per Dio, per quello che Lui vuole più di tutto: salvare anime, non sarò mai in grado di ringraziarlo abbastanza per tutto quanto mi ha concesso, per le sue visite, gioie e vicinanza dei dolori, per tutte le preghiere, che ha fatto fare per me, da parte di tanta gente».
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