Due preti cattolici sono stati arrestati dalle milizie russe nel territorio del Donetsk: lo rende noto la Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs). I due preti, padre Ivan Levitskyi e padre Bohdan Heleta, prestavano servizio nella città portuale di Berdyansk. Sarebbero stati incarcerati con l'accusa di aver preparato un atto terroristico. Berdyansk, nel sud-est dell'Ucraina, è stata occupata dalla Russia dal febbraio 2022.
Detenzione “infondata e illegale”
I preti arrestati dalle milizie russe, appartenenti alla Congregazione dei Redentoristi, prestavano assistenza pastorale alle parrocchie greco-cattoliche e cattoliche di rito latino. Sono tra i pochi rimasti nei territori occupati. Secondo mons. Stepan Meniok, vescovo dell'Esarcato di Donetsk, la detenzione è "infondata e illegale". I russi li accusano di "aver preparato un atto terroristico".
L’apertura di Peskov al Vaticano
Nella mattina del 28 novembre, scrive ancora quotidiano.net, la Russia aveva detto di accogliere con favore le iniziative di alcuni Stati, tra i quali il Vaticano, di fornire una sede per i negoziati con l'Ucraina. Tuttavia, tali proposte non possono essere utilizzate "nella situazione attuale" a causa della posizione di Kiev, secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
La contrarietà del ministero degli Esteri russo
Altri commenti del Papa, invece, non sono stati ricevuti con lo stesso entusiasmo. L'affermazione del Papa che "forse i più crudeli" nell'esercito russo in Ucraina sono "i ceceni, i buriati e così via" è stata definita "una perversione della verità" dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Che ha respinto l'accusa di aver "invaso" il territorio ucraino.