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Cosa aveva di così speciale la santità di Mariachiara Messina?

Mariachiara-Messina
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 26/11/22
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La giovane siciliana è morta di cancro nel 2017. Aveva un costante desiderio di rimanere unita al Signore nella sofferenza. Ecco la sua storia

Aveva la luce del Signore dentro, Mariachiara Messina, e la sua breve vita non è stata altro che un cammino verso la santità. La sua storia è raccontata nel libro “Con la croce nel cuore e la risurrezione sul volto - Ritratto spirituale di Mariachiara Messina” (Tau editrice) di Don Emanuele di Santo. 

Il tumore 

Mariachiara Messina, siciliana di Patti (Messina), classe 1986, fu chiamata con il nome di Maria dalla madre, molto devota alla Madonna, e Chiara meditato dal padre dopo una visita alla Basilica di Santa Chiara in Assisi. Ha appena 16 anni quando accusa i primi sintomi della malattia che l’accompagnerà per il resto della sua vita: una forma di tumore che colpisce la ghiandola del “timo”. 

Sofferenze e studi

Inizia così per Mariachiara un lungo periodo di sofferenze, segnato da numerosi ricoveri ospedalieri, da ben sei interventi chirurgici, da ripetuti cicli di chemioterapia, autotrapianto di cellule staminali, degenze in rianimazione, crisi respiratorie. Tra mille difficoltà riesce a studiare, e laurearsi in Scienze e Tecniche di Psicologia delle Relazioni Educative, con il massimo dei voti. 

La volontà del Signore 

Malgrado questo continuo calvario, fatto di alti e bassi, Mariachiara non ha mai smesso di affidarsi totalmente al Signore e alla Madonna, di accettarne completamente la volontà, fino alla sua prematura morte, avvenuta nel 2017.

L’incontro tra il vescovo e Mariachiara

Il vescovo Guglielmo Giombanco, nella introduzione del libro, scrive: «Ho avuto la fortuna di conoscere Mariachiara 􏰀anche se per breve tempo appena ho iniziato il servizio pastorale in diocesi - afferma mons. Giombanco - e subito mi ha colpito il suo sorriso, espressione di una vita guidata dallo Spirito e aperta alle sorprese di Dio. Mariachiara, attraverso la preghiera, l’ascolto della Parola e con gesti carichi di umanità, ha testimoniato la fede in Cristo proiettata nel mondo.

Un’esperienza di santità scandita dal dolore

Dagli scritti di Mariachiara si percepisce come lei ebbe «piena convinzione che il cammino verso la santità è crescita nella vita divina già ricevuta in dono nel Battesimo, il sacramento che ci fa discepoli di Cristo e nuove creature. Un’esperienza che ella ha vissuto con la propria umanità talora scandita da momenti di prova e di dolore, in cui comunque è rimasta fedele con la certezza di non essere mai sola». 

Il desiderio di restare unita al Signore

Questa esperienza di fede e di amore ha suscitato in Mariachiara «un costante desiderio di rimanere unita al Signore con la consapevolezza che Qualcuno ci ha chiamati all’esistenza per un atto di amore, generando in noi la capacità di amare e di donarci. Tale capacità è il riflesso dell’essere intimo di Dio e il segno della nostra misteriosa appartenenza a Lui»

“Un dono di amore a Dio e ai fratelli”

Mariachiara Messina ha fatto della sua vita «un dono di amore a Dio e ai fratelli, perché avvertiva in maniera chiara la grandezza della vocazione cristiana e ne parlava con la convinzione e la fierezza di chi si sentiva fiduciaria di un dono impagabile. Sapeva di portare nella Sua vita un tesoro che custodiva con la trepidazione di chi conosce la pochezza dell’uomo e il mistero del suo cuore».

Gli ultimi istanti di Mariachiara Messina

Fino agli ultimi momenti della sua vita, conclude il vescovo, «quando la sofferenza l’ha visitata in maniera imperscrutabile, si è preparata trepidante all’incontro con Cristo tenendo accesa la lampada della fede, rimanendo vigilante in attesa orante del Signore, che le ha chiesto di ”sciogliere le vele e passare all’altra riva”. Quest’ultimo gesto di abbandono fiducioso fra le braccia del Padre - chiosa mons. Giombanco - racchiude tutta la sua esistenza vissuta e donata per amore».

“Un capolavoro della natura e della grazia”

Daniel Ange, autore della prefazione del libro, scrive di Mariachiara Messina: «Il Signore ha fatto di te un capolavoro della natura e della grazia, ha fatto risplendere sul tuo volto un raggio della pura luce di Maria, tua madre e tua regina, di cui porti il dolce nome. Ti ha reso partecipe della sua bellezza radiosa».

«Sì, sul tuo volto - prosegue Ange - si rifletteva la tua anima limpida e pura. Nel tuo sguardo si poteva indovinare la fiamma che bruciava nel tuo cuore generoso, tutto donato a Gesù di cui eri innamorata. Non dimenticherò mai i momenti di incontro con te. L’ultimo fu a Bagno a Ripoli. Momenti di grazia, momenti di eternità. Incrociare il tuo sguardo era scoprire una finestra aperta sul Cielo, sul Regno dove già si immergeva la tua vita».

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