Vangelo di sabato 26 novembre
State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo». (Luca 21,34-36)
State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso.
Diciamo la verità, la nostra società è fondata sul principio di dissipazione, distrazione, preoccupazione, alienazione, e tutto questo per un motivo molto semplice: quando si vive così si è infelici, e solo gli infelici consumano in maniera compulsiva.
Nessuna economia potrebbe essere fiorente se avesse alla base delle persone felici. È questa la convinzione nascosta della nostra cultura. Gesù sembra dire esattamente il contrario, e cioè che per vivere la fede bisogna smontare tutte le cose che ci lasciano in una situazione di alienazione, distrazione, infelicità.
L’antidoto che egli ci offre è questo:
Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo.
Vegliare e pregare significa esercitarci a stare nel tempo presente, a vivere con consapevolezza l’istante e allo stesso tempo imparare a stringere e coltivare una relazione personale con il Signore.
Consapevolezza del presente e relazione con il Signore sono la grande cura all’infelicità contemporanea. Ma solitamente noi vorremmo modi per fuggire dalle nostre responsabilità e dal nostro presente, e confondiamo la preghiera con i tortuosi ragionamenti che facciamo in noi stessi.
È un bel dono da chiedere oggi: occhi aperti e cuore spalancato.