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Quando tutto sembra distrutto, Dio sta costruendo qualcosa di nuovo

GIOVANE UOMO, OCCHIALI DA SOLE,
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 23/11/22
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Avere speranza non significa avere luce, ma credere che esiste e che alla fine si paleserà e sarà sua l’ultima parola.

Vangelo di giovedì 24 novembre (Ss. Andrea Dung-Lac e c. m.)

Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia.
Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». (Luca 21,20-28)

Sembra che il Vangelo di oggi voglia dirci, usando le tinte forti delle immagini che Gesù evoca, che quando tutto sembra andare a rotoli noi dobbiamo fare esattamente quello che Egli ci dice alla fine del suo discorso:

Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

È interessante pensare a quale postura Gesù ci invita ad avere proprio quando invece umanamente ci sembra di sperimentare uno sconvolgimento, una crisi, una tragedia. Ricordarsi che proprio quando tutto sembra distrutto Dio sta costruendo qualcosa di nuovo può aiutarci a non soccombere fino in fondo a quella distruzione.

Nessun bruco potrebbe sopportare il suo disfacimento se non perché in se stesso sperimenta un’ostinazione che alla fine svela la farfalla nascosta che era potenzialmente in lui.

Eppure esternamente noi vediamo qualcosa che si disfa, ma da quella fine sta nascendo qualcosa di migliore ma di inimmaginabile finché non la si sperimenta.

Il tempo di questa vita è il tempo della speranza, cioè il tempo in cui al buio crediamo che esiste nascosta una luce. Avere speranza non significa avere luce, ma credere che esiste, e che alla fine si paleserà e sarà sua l’ultima parola. 

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