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Annalisa Minetti: mio padre mi disse “sarai tu luce”

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 18/11/22
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Quando i medici comunicarono ad Annalisa Minetti che sarebbe diventata cieca, il papà le mise una corona del rosario al collo (che non ha più tolto) e le disse: «Se non puoi più vedere la luce, diventerai tu luce».

Su Credere è apparsa a firma di Francesca D'Angelo una bella intervista alla cantante e atleta paralimpica Annalisa Minetti nella quale racconta la sua testimonianza di vita e di fede.

La carriera di Annalisa Minetti

Classe 1976, appassionata fin da piccola di ballo e canto, studia danza e si esibisce con la sua band nei pianobar. A 18 anni scopre di essere affetta da una grave forma di retinite pigmentosa che la porta progressivamente alla cecità. Dopo essere stata eletta Miss Lombardia, partecipa nel 1997 a Miss Italia e conquista il pubblico con la sua bellezza e luminosità. Si classifica settima ma è a tutti gli effetti una vittoria. Nel 1998 vince il Festival di Sanremo con il brano "Senza te o con te". Indimenticabile la sua ciocca di capelli leopardati. Il Festival le regala la popolarità in Italia e in Sud America. Ci torna altre due volte: nel 2005 in coppia con Toto Cotugno e nel 2008 sua ospite nella serata dei duetti.

È sposata con Michele e mamma di Fabio ed Elena Francesca.

A 18 anni i medici le dicono: perderai la vista

Il sorriso e la fede, racconta

Sono questi i miei due segni distintivi

Quando appena maggiorenne, con il cuore pieno di sogni e progetti, scopre la malattia è un colpo durissimo:

Perdere la vista è come vivere un lutto: attraversi i vari stadi, partendo dalla rabbia. Sono però delle fasi necessarie. (...) in un primo momento devi abbandonarti alla sofferenza per capire come gestirla. Non posso dire che non ci soffro più: ogni attimo della mia vita mi ricorda che sono cieca. 

Il padre le regala un rosario

Quando i medici le comunicano che avrebbe perso la vista, il padre mettendole una corona del rosario al collo (che non ha più tolto) le dice una frase che la guiderà nella vita indicandole la strada nei momenti di sconforto:

Se non puoi più vedere la luce, diventerai tu luce. 

Che è poi la missione di ogni cristiano, quella di essere sale e luce per gli altri.

Annalisa Minetti: "confido a Dio le paure e i desideri"

E così ha imparato con il tempo ad ascoltare il dolore e ad affidarsi alla preghiera:

Mi relaziono a Dio come se fosse costantemente qui, al mio fianco: gli confido paure e desideri, confrontandomi con Lui in ogni momento della giornata. Credo che senza la fede tutta quanta la mia famiglia sarebbe impazzita. 

Perché come Annalisa, anche gli altri due dei tre fratelli hanno patologie gravi. 

Lo sport come missione

Nel 2010 la vulcanica Minetti inizia a dedicarsi alla corsa a livello agonistico, lo sport la appassiona e diventa una missione. Si aggiudica la medaglia di bronzo nei 1.500 metri alle Paralimpiadi di Londra del 2012 stabilendo il record mondiale nella categoria non vedenti. Ai Mondiali di Lione 2013 vince l'oro negli 800 metri. Racconta nell'intervista che era pronta a rinunciare alla gara se le avessero fatto togliere il rosario:

Senza non corro, dissi al giudice di gara. (...) durante la corsa il rosario mi scivolò sotto il corpetto: sentii la croce battere sullo stomaco, scandendo l'andatura dei piedi. 

Grazie allo sport ho ritrovato l'amore per me stessa

Allenarsi le ha permesso di imparare ad affidarsi agli altri perché i non vedenti hanno necessità di seguire le indicazioni di una guida durante la corsa.

Lo sport ha ricordato a me stessa quanto potessi ancora fare e dare (...) Quando Gesù diceva “Ama il prossimo tuo come te stesso”, partiva dal presupposto che ci saremmo amati molto. Non è egoismo ma sano amor proprio, che io ho ritrovato anche grazie allo sport. È stata una conquista importante: non puoi abbracciare l'altro se non abbracci prima profondamente te stesso. 

E Annalisa Minetti è un'artista e un'atleta che mette cuore e anima in tutto quello che fa, memore dell'insegnamento prezioso di suo padre: essere luce.

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