La storia di un incontro tra una bambina di undici anni, Teresa Ruocco - che ha affrontato con una fede e una fiducia immensa in Gesù la sua malattia e la sofferenza per il cancro che poi l’ha portata alla morte - e don Luigi Epicoco. A raccontarla è il libro La mia malattia è un dono (Tau editrice), scritto proprio da Epicoco. Il testo ha una prefazione del suo vescovo, Mons. Angelo Spinillo, e raccoglie anche pagine del diario e delle lettere ci Teresa.
L’incontro con don Epicoco
Don Epicoco ha conosciuto Teresa poche settimane prima della sua morte. «L’ho conosciuta solo una volta, e ho passato del tempo con lei. Di quell’incontro conservo una registrazione e il suo permesso a poterne parlare. Alla mia domanda: “Teresa posso raccontare quello che ci siamo detti o preferisci che rimanga riservato tra di noi?”, lei mi ha risposto: “Si puoi, perché voglio che tutti sappiano quanto è forte l’Amore di Dio. Voglio che tutti lo sappiano”».
I Missionari
Attraverso l’opera dei Missionari del Preziosissimo Sangue che con il loro carisma di annuncio ed evangelizzazione erano giunti nel paese di Frignano in provincia di Caserta per fare una Missione popolare, la storia di Teresa e della sua malattia giunge anche a me.
I genitori di Teresa
La famiglia Ruocco è una bellissima e semplice famiglia campana. Andrea e Laura hanno due bellissimi figli: Teresa, nata il 26 marzo 2004 e Luca più piccolo di tre anni. Teresa nasce da una gravidanza molto difficile. Rischiò anche di non nascere perché la sua fu una gravidanza a rischio, ma alla fine la vita ebbe la meglio. Da settembre 2011 però comincia ad accusare dei dolori alla gamba. Viene sottoposta a diversi controlli ma per diversi mesi viene rassicurata perché si pensa che la causa sia una caduta.
Il sarcoma
Il 29 Marzo 2012, pochi giorni dopo il suo ottavo compleanno, dopo un lungo periodo di visite specialistiche, di esami vari dovuti al persistente dolore alla gamba sinistra, le fu diagnosticato un male terribile: Sarcoma di Ewing IV stadio all’anca sinistra metastatico ai polmoni. Il cancro è diffuso nell’area della Terra dei Fuochi, dove si trova il comune di Frignano.
Radioterapie e trapianto
Comincia così un periodo di sofferenza e prova che Teresa affronta con una forza e un’umanità straordinaria. Comincia le terapie da protocollo: prima le chemio e poi trenta- quattro radioterapie all’anca sinistra. Sembra che la malattia regredisca, e proprio perché le condizioni sembrano migliori, nel febbraio 2013 viene sottoposta a trapianto.
La prima comunione raccontata da Teresa
Nel luglio di quello stesso anno per sicurezza le viene fatto fare un ciclo di otto radioterapie. Pochi giorni dopo riceve la prima comunione e racconta così quell’esperienza in un testo scritto per la scuola:
“Di esperienze significative e meravigliose con i miei genitori ne ho fatte tante ma una che mi ha lasciato un segno nel cuore più delle altre è stato il giorno della mia prima comunione. Erano passati quattro mesi dal trapianto di cellule che ho dovuto fare per curarmi, quando mia mamma decise che avrei fatto la comunione in breve tempo, in realtà la facemmo dopo un mese da un controllo in ospedale”.
“Quel giorno fu molto triste per me perché i medici mi negarono la possibilità di togliere il catetere per precauzione, ma la tristezza si trasformò in gioia dopo la decisione dei miei genitori. I giorni seguenti furono molto belli e pieni d’impegni per organizzare al meglio quel giorno importante che per me sarebbe stato una cascata di felicità e amore per Gesù. La scelta dell’abito, delle bomboniere, del ristorante, delle decorazioni della casa, furono molto emozionanti. Il 4 agosto del 2013 arrivò. Mai potrò dimenticare quel giorno così importante che i genitori migliori del mondo mi hanno reso indimenticabile”.
“È stato più bello di quanto immaginassi e non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto quello che mi hanno fatto e che mi stanno facendo e soprattutto quando mi aiutano a riprendere un sorriso nel momento della tristezza. Ma ora vorrei solo dire: GRAZIE MAMMA E PAPÀ!”.
“Domani arriverà lo Spirito Santo”
Nel suo diario il giorno prima così appunta: “Domani arriverà lo Spirito Santo dentro di me perché prenderò l’ostia il che vuol dire che mi farò la comunione e non vedo l’ora che sia domani per giocare con le mie amiche ma soprattutto per prendere il Corpo di Cristo”.
Il crollo
Ma dopo un iniziale miglioramento segue nuovamente un periodo duro. Il primo marzo del 2014 inizia nuovamente la febbre, a fine marzo ciò che si temeva viene confermato dai controlli: recidiva.
Gesù è con Teresa
Scrive nel suo diario: “Ho scoperto che forse ho la polmonite e forse devo fare una terapia che fa cadere di nuovo i capelli, io spero di no. Ho passato momenti belli e brutti momenti ma non posso lamentarmi perché Gesù veramente mi sta aiutando tanto e quindi devo essere solo felice”.
Malata terminale
Ormai le sue condizioni sono terminali e si tenta un’ultima strada a Padova, ma il 4 giugno 2015, proprio durante la visita a Padova, le viene diagnosticata una grande metastasi al cervello che tra l’altro la paralizza parzialmente. Ormai non c’era più speranza di guarigione. Visse ancora 53 giorni.
La “partenza” per il cielo
Il 29 luglio del 2015, alle ore 16,00, al termine della Salve Regina, pienamente conformata a Cristo, Teresa partì per il cielo concludendo una vita breve ma intensa di amore, fiducia e fede.
“Io penso che sia un dono”
Nell’incontro con Teresa Ruocco, don Epicoco, tra le prime domande le chiese: “Che cosa pensi della malattia che stai vivendo?”. «Mi rispose così: “Io non penso che sia una malattia, io penso che sia un dono. Perché veramente mi ha fatto scoprire molte cose che io non sapevo. L’amore di Dio io non lo conoscevo. Non conoscevo la forza di Dio, che cos’era capace di fare. Lui mi ha dato questa malattia perché voleva che io testimoniassi i suoi doni. Mi da la forza, mi dà la forza! Lui mi dà questi doni per far vedere alla gente che lui esiste veramente”». Teresa pronunciava queste parole mentre era mezza paralizzata e con dolori cronici che la tormentavano.