Vangelo di venerdì 18 novembre
Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, dicendo: «Sta scritto:
La mia casa sarà casa di preghiera.
Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole. (Luca 19,45-48)
Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, dicendo: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!».
La cacciata dei venditori dal tempio è una di quelle pagine del Vangelo che stonano un po’ con il nostro immaginario di un Gesù sempre sereno, pacifico, mite. Ma in realtà chi conosce i miti sa bene che non si arrabbiano quasi mai, ma quando si arrabbiano poi sono guai.
E Gesù ha un motivo molto serio per arrabbiarsi: il Tempio, che rappresenta il rapporto con Dio, è pieno di commercio e vuoto di amore. Per capire la ricaduta concreta nella nostra vita dovremmo fare questo esempio: come giudicheremmo un rapporto basato solo sull’opportunismo? Lo considereremmo amore o ipocrisia?
Gesù sta denunciano l’opportunismo che può annidarsi anche nel nostro rapporto con Dio. Se la fede diventa solo un commercio di richieste e grazie allora essa non è più fede ma solo religione, e per di più pagana.
Solo quando con Dio recuperiamo la vera preghiera, che è relazione gratuita di bene, solo allora la nostra religione smette di essere pagana e diviene fede cristiana.