L' "arma" che, più di altre, ha permesso la diffusione del cristianesimo nel mondo non spara, né causa morte e distruzione: si chiama martirio. Senza di esso probabilmente non staremo qui a parlare e dialogare con milioni di cristiani in tutto il mondo. Lo sostiene padre Silvano Fausti in "Lettera a Voltaire. Contrappunti sulla libertà" (Ancora edizioni). Una riflessione molto attuale. E vi spieghiamo perché.
Il martire cristiano
In questa pubblicazione postuma - padre Silvano è scomparso a bozze ultimate - il sacerdote gesuita fa conversare un anonimo confratello (che è lui stesso) con Voltaire. In uno di questi messaggi indirizzati al padre dell'Illuminismo si sostiene che «l'arma che ha diffuso il cristianesimo è la forza del martirio. Non quello del crociato, disposto a morire pur di uccidere. Il martire cristiano, pacifico e forte come Cristo, non risponde al male con il male. Perdona e dà la vita per chi gliela ruba. Ha lo stile di Gesù».
Amare il nemico
Come scrive Luca 6, 27-28, riferendosi alle parole di Gesù: «Amate i vostri nemici, fate bene a quelli che vi odiano, dite bene di quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi calunniano. A chi ti colpisce sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti prende il mantello, anche la tunica non negare; a chiunque ti chiede, dà; e colui che prende le tue cose, tu non richiedere (…) Perfino i peccatori amano quelli che li amano» (…) Amate i vostri nemici e fate del bene e prestate nulla sperando indietro; e sarà molta la vostra ricompensa e sarete figli dell'Altissimo perché egli è benevolo verso gli ingrati e i cattivi».
La bontà di Dio
Anche Matteo 5, 44-45 riporta le parole con cui Gesù dà "istruzioni" ai "martiri" cristiani: «Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il sole sopra i malvagi e i buoni». Tremenda, nota padre Silvano, è la reprimenda del profeta Giona contro Dio perché è «misericordioso, longanime e di grande amore» anche verso i cattivi (quarto libro di Giona).
Violenza non risponde a violenza
Qui, dice il padre gesuita, sta la differenza tra cristianesimo e ogni religione. Unica arma vincente è non rispondere alla violenza con violenza. Tale risposta raddoppia il male. Il male finisce la' dove il Giusto, Servo di dio e degli uomini, lo porta su di se' senza restituirlo. Questa è la testimonianza di Cristo e del cristiano. La vita è amore: ce l'hai se lo dai agli altri.
Le persecuzioni
Per essere precisi, evidenzia padre Silvano, il cristianesimo si è disseminato grazie alle persecuzioni, che l'hanno sparso qua e là in tutto il mondo. E' il tema fondamentale degli Atti degli apostoli. E le persecuzioni hanno come fine il martirio dei cristiani: testimonianza di un amore più forte della morte, che sa dare la vita per chi li uccide.
I cristiani, scossi dai venti tempestosi delle persecuzioni, si sono disseminati a distanza di migliaia di chilometri. Tanto che il gesuita li paragona agli anemoni.
Come un anemone
E se in un luogo l'anemone è calpestata e schiacciata, osserva padre Fausti, essa non muore. I suoi semi fruttificano sul posto come tante altre anemoni. Che a loro volta le persecuzioni dissemineranno altrove. E chi le schiaccerà, le renderà feconde e moltiplicherà ovunque. Questo è segno che il cristianesimo, come il fiore, conclude, non è cosa di cultura, artificio umano, ma di natura, rifiorisce. In questo modo il cristianesimo conquistò e conquista ancora il mondo. E' un fuoco che accende altri fuochi.
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