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Chiara Amirante: vivo ogni giorno con gioia, vi spiego come faccio

CHIARA AMIRANTE
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/11/22
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«In tanti mi domandano: “Con tutti i pesi che porti, vivendo in mezzo a persone che hanno storie tanto drammatiche; con le malattie che devi sopportare, come fai ad avere questa gioia?”»

La gioia piena si raggiunge lontano da soldi e successo: Chiara Amirante l’ha raggiunta e spiega come ha fatto. Un cammino lungo e difficile, in cui il Signore è stata la bussola. Ne parla nel suo nuovo libro La forza dello spirito” (Piemme). 

«In tanti - scrive la fondatrice di “Nuovi Orizzonti" - mi domandano: “Con tutti i pesi che porti, vivendo in mezzo a persone che hanno storie tanto drammatiche; con le malattie che devi sopportare, come fai ad avere questa gioia?”». 

Le persone infelici

C’è, in effetti, un segreto per la gioia piena, afferma Chiara Amirante. «Ed è ben diverso da quello che il mondo ci dice: “Se diventi una persona di successo, allora sì che sarai felice!”. No, non è così! Ho conosciuto tantissime persone di successo o ricche, che non sono affatto felici». 

Il baratro e la solitudine

Allora qual è allora il segreto della gioia piena? «Tutti ci offrono soluzioni di questo genere - spiega Chiara Amirante -: il successo, l’apparire, il denaro, il piacere, il divertimento. Ma se percorriamo queste strade, scopriamo di afferrare una pseudo felicità, solo per qualche istante, poi spesso si sprofonda invece nel baratro, del vuoto, della solitudine, della tristezza».

“Rimanete nel mio amore”

Gesù stesso, osserva l’ideatrice della “Spiritherapy”, «ci ha svelato il segreto della gioia piena, che non è particolarmente difficile, ma non è neanche semplice. Si tratta del complesso rapporto tra amore e gioia. Ci capita, infatti, di dire: “Io amo tanto, eppure sono spento…”. Ma Gesù non dice: “Amate…”; dice: “Rimanete nel mio amore. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi” (Gv 15, 9. 12. 11)».

“Non basta che amiamo”

La «bella notizia», evidenzia Chiara Amiante, «è, dunque, che possiamo avere la gioia di Colui che è il principio di ogni cosa ed essenza del paradiso: Dio stesso. Possiamo avere questa gioia, la sua gioia, e possiamo averla piena in noi».

La notizia «un po’ meno bella» è che, per averla, «non basta che amiamo: dobbiamo amarci come Lui ci ha amato. Questo come racchiude un abisso di dolore e amore, quella misura smisurata di amore che Gesù ci ha insegnato».

Custodire la gioia nelle difficoltà 

Ed ecco un altro interrogativo che possiamo porci: “Ok, va bene la gioia piena, ma io vivo tantissime situazioni drammatiche, di sofferenza, di malattia, di ansia; non so come arrivare a fine mese, ho mio marito che si arrabbia sempre, ho problemi di relazioni, mi sento troppo triste, me ne capita una ogni giorno... C’è un modo per riuscire a custodire la gioia anche nelle difficoltà?”.

L’esperienza personale di Chiara Amirante

Chiara risponde così: «Io parto sempre dall’esperienza personale, perché non voglio certo insegnare niente a nessuno, desidero solo condividere alcune grandi scoperte che, grazie alle parole di luce che Colui che è la Luce ci ha regalato, hanno cambiato la mia vita, hanno cambiato la vita di molti».

Come custodire, dunque, la gioia quando te ne capita una ogni secondo? «Posso assicurare che è una bella impresa perché la vita riserva molte croci che possono essere vissute come qualcosa di terribile o, al contrario, come quel crogiuolo in cui l’oro della nostra anima si purifica».

Un’opportunità che la vita ci dona

«Io ho scoperto - prosegue la fondatrice di “Nuovi Orizzonti” - che il dolore, spesso, ha questa caratteristica unica: di purificare la nostra anima. È come quando vai in alta montagna e, più sali, più tutte le luci artificiali scompaiono, fino a quando non c’è più l’inquinamento dei neon della città e finalmente vedi il firmamento in tutta la sua bellezza. Ecco, tante volte la sofferenza riesce a operare in noi questo, se solo siamo attenti a non subirla passiva- mente, ma a viverla come un’opportunità di crescita che la vita ci dona, come qualcosa che ci rafforza, che persino ci dà nuove opportunità».

“Una parola di luce”

Anche qui c’è «una parola di luce» che ci viene in aiuto: “Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio” (Rm 8, 28). «Quando ti arriva una grande prova, certo è difficile pensare che essa possa concorrere a un bene; quando la croce che arriva è pesante, sembra anche che ti schiacci».

“Fidiamoci di questo Padre”

Ma dobbiamo credere proprio questo, conclude Chiara Amirante, «che Dio è onnipotente e, insieme, che Dio è il nostro papà, ricordare che noi possiamo rivolgerci a Dio sapendo che Egli ci ama con la stessa tenerezza di un padre. E se il mio papà è Onnipotente, perché dovrei mettermi al posto di Dio? Perché lamentarmi che quella cosa sia successa proprio a me?»

«Fidiamoci di questo Padre - chiosa - fidiamoci. Lui saprà fare in modo che quella sofferenza, quella croce possano concorrere a un bene più grande».

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